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Ansia da matematica, non temerla è la chiave per impararla

2021-02-14 23:41:13

Uno studio recente ha scoperto che la paura dell’aritmetica interferisce in modo negativo non solo con la performance ma anche con l’apprendimento. Un aiuto può arrivare in famiglia.

In quanti non hanno sperimentato di persona o osservato nei propri figli l’ansia da matematica? Quella sensazione tra tensione e paura che si prova quando si è chiamati alla lavagna a risolvere un problema o durante un compito in classe. La mente si annebbia, le formule si dimenticano. A volte l’emozione negativa porta ad un aumento del battito cardiaco o a violenti mal di pancia. Il risultato è che gli studenti che vivono la matematica in modo ansioso offrono performance peggiori in test ed esami. Ma questo è noto. Ora una recente ricerca pubblicata sul Journal of Educational Psychology ha scoperto qualcosa in più: l’ansia da matematica non riguarda solo il modo in cui i bambini affrontano gli esami, ma interferisce in modo negativo anche con la capacità di apprendimento. E questa è una novità.

Non solo geni

Siamo convinti che per andare bene in matematica bisogna essere dei piccoli geni, ma non è affatto così. Piuttosto questa convinzione è parte del problema e alla base degli insuccessi scolastici di molti studenti che hanno combattuto con quella «brutta bestia». Lo studio ha coinvolto oltre 200 studenti di prima elementare in Italia e in Irlanda del Nord che ancora non avevano avuto l’esperienza di un insuccesso o di una valutazione negativa nei confronti della matematica. «Misurare le emozioni nei confronti delle materie scolastiche in bambini così piccoli è complicato» spiega Carlo Tomasetto, professore associato in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione all’Università di Bologna. «Ci siamo accorti che con le domande formulate in modo adeguato è stato possibile scoprire che i bambini, pur non avendo ancora avuto un’esperienza traumatica con la matematica manifestavano una seria preoccupazione di andare male nelle verifiche e di non essere in grado di imparare».

Le diverse prove

I ricercatori hanno individuato quattro argomenti che tutti gli studenti non avevano ancora affrontato in classe. Sono stati eseguiti test per valutare le conoscenze pregresse su questi temi (alcuni erano totalmente ignoti, per altri c’era già una base di conoscenza). Sono poi state costruite micro-lezioni per spiegare gli argomenti (ad esempio la somma di decine) e subito dopo è stato testato l’argomento appena insegnato per valutare la comprensione. Una settimana dopo i bambini sono stati sottoposti a un altro test per verificare quanto ricordavano. Prima di iniziare il lavoro per ogni singolo studente è stato valutato il livello di ansia nei confronti della matematica.
Nella maggioranza dei casi il livello di conoscenza iniziale era correlato con il livello di ansia per la matematica: più era alto il livello di ansia meno i bambini conoscevano l’argomento non ancora studiato a scuola. Non solo. I ricercatori hanno anche valutato quanto l’ansia può influire sull’apprendimento. «Al netto delle conoscenze iniziali è stato possibile misurare quanto era stato imparato: i bambini più ansiosi hanno appreso meno, indipendentemente dal loro livello di conoscenza iniziale. Questo significa che l’ansia non influisce solo sulla performance, ma anche sulla fase di apprendimento». Un bambino insicuro rischia quindi di comprendere meno, nonostante abbia tutte le capacità intellettive per ottenere buoni risultati. Se l’ansia per la matematica limita l’apprendimento già in bambini così piccoli è chiaro che questo problema può portare a divari importanti nella carriera scolastica. E non sorprende che studenti ansiosi finiscano per ottenere voti bassi in matematica, spingendoli a scelte professionali dove numeri e conti non ci sono. «Del resto a lungo andare l’ansia ha un effetto demotivante: se la materia mi suscita paura e sensazioni negative si cercherà di evitarla il più possibile, di non studiarla scartando scuole come il liceo scientifico». 

A casa

Ma da dove arriva questa negatività in apparenza innata nei confronti dei numeri? Studi su bambini più grandicelli hanno dimostrato che il livello di ansia genitori-figli è correlato, così come lo è quello tra insegnanti e studenti a livello di apprendimento. «Questi risultati suggeriscono che le motivazioni di queste sensazioni negative vadano cercate a monte della scuola. Molto fa come si parla di matematica in famiglia. In genere se qualcuno dice “non capisco niente di numeri” viene ampiamente compreso e giustificato; se si dice “non so scrivere o leggere” si pensa che quella persona sia ignorante. Il valore attribuito alle due materie è molto diverso». Le implicazioni dell’ansia per la matematica superano però ben oltre l’ambito scolastico perché hanno a che fare con la vita quotidiana. Sentirsi impacciati con i numeri potrebbe avere ripercussioni su scelte di finanza o di salute. Basti pensare a quante persone hanno avuto difficoltà a interpretare grafici e tabelle in questo periodo di pandemia. Per questo la paura dell’aritmetica dovrebbe essere affrontata precocemente. «Esistono programmi e app che rendono i numeri un gioco divertente e i genitori dovrebbero stimolare i propri ragazzi a vivere in modo meno drammatico la matematica, acquisendo loro stessi fiducia nella propria capacità di aiutare i figli nell’apprendimento». Infine focalizzare l’attenzione sui successi ottenuti dallo studente può aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi, portando a vivere la matematica con un atteggiamento più positivo e con meno ansia: ne guadagnerà anche la prestazione.

fonte corriere.it