Nella maggioranza dei casi il livello di conoscenza iniziale era correlato con il livello di ansia per la matematica: più era alto il livello di ansia meno i bambini conoscevano l’argomento non ancora studiato a scuola. Non solo. I ricercatori hanno anche valutato quanto l’ansia può influire sull’apprendimento. «Al netto delle conoscenze iniziali è stato possibile misurare quanto era stato imparato: i bambini più ansiosi hanno appreso meno, indipendentemente dal loro livello di conoscenza iniziale. Questo significa che l’ansia non influisce solo sulla performance, ma anche sulla fase di apprendimento». Un bambino insicuro rischia quindi di comprendere meno, nonostante abbia tutte le capacità intellettive per ottenere buoni risultati. Se l’ansia per la matematica limita l’apprendimento già in bambini così piccoli è chiaro che questo problema può portare a divari importanti nella carriera scolastica. E non sorprende che studenti ansiosi finiscano per ottenere voti bassi in matematica, spingendoli a scelte professionali dove numeri e conti non ci sono. «Del resto a lungo andare l’ansia ha un effetto demotivante: se la materia mi suscita paura e sensazioni negative si cercherà di evitarla il più possibile, di non studiarla scartando scuole come il liceo scientifico».
Ma da dove arriva questa negatività in apparenza innata nei confronti dei numeri? Studi su bambini più grandicelli hanno dimostrato che il livello di ansia genitori-figli è correlato, così come lo è quello tra insegnanti e studenti a livello di apprendimento. «Questi risultati suggeriscono che le motivazioni di queste sensazioni negative vadano cercate a monte della scuola. Molto fa come si parla di matematica in famiglia. In genere se qualcuno dice “non capisco niente di numeri” viene ampiamente compreso e giustificato; se si dice “non so scrivere o leggere” si pensa che quella persona sia ignorante. Il valore attribuito alle due materie è molto diverso». Le implicazioni dell’ansia per la matematica superano però ben oltre l’ambito scolastico perché hanno a che fare con la vita quotidiana. Sentirsi impacciati con i numeri potrebbe avere ripercussioni su scelte di finanza o di salute. Basti pensare a quante persone hanno avuto difficoltà a interpretare grafici e tabelle in questo periodo di pandemia. Per questo la paura dell’aritmetica dovrebbe essere affrontata precocemente. «Esistono programmi e app che rendono i numeri un gioco divertente e i genitori dovrebbero stimolare i propri ragazzi a vivere in modo meno drammatico la matematica, acquisendo loro stessi fiducia nella propria capacità di aiutare i figli nell’apprendimento». Infine focalizzare l’attenzione sui successi ottenuti dallo studente può aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi, portando a vivere la matematica con un atteggiamento più positivo e con meno ansia: ne guadagnerà anche la prestazione.
fonte corriere.it