Marco Navarria

Founder Junior

Non solo pistacchio - Bronte, cronaca di un massacro

2019-06-29 09:22:20

Molti di voi avranno notato nei miei post continui riferimenti al pistacchio di Bronte. E' inevitabile per chi ha vissuto per ben diciotto anni alle pendici dell'Etna. Ma c'è una cosa per cui Bronte è altrettanto famosa: quelli che comunemente vengono ricordati come "I fatti di Bronte del 1860"

Sicilia, pieno Risorgimento.
Il Generale Giuseppe Garibaldi con i suoi Mille, sbarca a Marsala l'11 maggio del 1860.
I siciliani aspettavano con ansia l'arrivo di quello che avrebbe dovuto essere il "salvatore della Patria". In pieno periodo latifondistico, la ricchezza era concentrata nelle mani di pochi. I ceti medio-borghesi e le classi meno abbienti sentivano forte il bisogno di equità sociale, di giustizia.

Dal canto suo, Garibaldi, era cosciente dal fatto che per portare a termine con successo la sua spedizione, avrebbe avuto bisogno del consenso della popolazione. Quindi cominciò a fare proclami contro la tirannia borbonica promettendo una equa divisione delle terre.

Queste erano le parole che i siciliani volevano sentirsi dire!


A poco a poco le classi più povere cominciarono a prendere coscienza della propria forza anche, e soprattutto, aizzati da colui il quale era venuto in Sicilia per "liberarli".

Purtroppo la semplice contestazione si tramutò in disordini e tumulti, spesso sfociati nel sangue...
A Bronte, in particolare, dove era ben radicata la nobiltà latifondistica facente capo alla Ducea di Nelson, gli attriti con la società civile si fecero aspri.
Bronte divenne il luogo simbolo dell'insurrezione.


Nel paese etneo giunsero dai paesi limitrofi altri rivoltosi. Il 2 agosto gli attriti sfociarono in insurrezione. Vennero date al fuoco molte abitazioni, il teatro e l'archivio comunale. Ma quello che fu più grave e che si scatenò una feroce caccia all'uomo.
Coloro che venivano considerati causa di povertà della popolazione vennero inseguiti ed uccisi. Ne fecero le spese il barone del paese (con moglie e figlioletti), ufficiali, notaio... i "cappeddi" (ovvero "i cappelli", per indicare coloro i quali avevano la fortuna di indossare un cappello, quindi i benestanti).


A Bronte regnava il caos.


La notizia della ribellione giunse alle orecchie di Garibaldi. Il Generale aveva bisogno dei siciliani, ma non poteva certo accettare che gruppi di insurrezionalisti prendessero potere. Aveva bisogno di ristabilire l'ordine.
Per tale motivi inviò a Bronte un battaglione di garibaldini agli ordini di Nino Bixio per sedare la rivolta e fare giustizia in modo esemplare.

Quando venne istituito il Tribunale di guerra gran parte dei responsabili dei disordini e uccisioni aveva abbandonato il Paese. Ma ormai la storia doveva fare il suo corso: servivano dei capri espiatori.


Con un processo-farsa durato meno di quattro ore, il Tribunale di cui sopra giudicò ben 150 persone condannandone a morte 5. Il 10 agosto avvenne la fucilazione ed i cadaveri vennero lasciati esposti al pubblico come esempio affinchè a nessuno venisse più l'idea di insorgere.

Particolarmente toccante fu la storia di uno dei condannati: Nunzio Ciraldo Fraiunco.
Incapace di intendere e di volere, con seri problemi mentali, era definito "lo scemo del paese". La sua colpa fu quella di girare per le strade del piccolo centro etneo beffeggiandosi dei soldati suonando una trombetta e cantando:


“Cappeddi guaddattivi, l'ura dù judiziu s'avvicina, populu nun mancari all'appellu”

Al momento dell'esecuzione nessun soldato ebbe la forza di sparare a Fraiunco che risultò incolume. Il poveretto, nell'illusione che la Madonna Addolorata lo avesse miracolato, si inginocchiò piangendo ai piedi di Bixio invocando la vita.


Questi non ne ebbe pietà e, puntandogli la pistola alla fronte, lo finì.

L'ordine era stato ristabilito!


Ecco il proclama di Nino Bixio:


Abitanti della Provincia di Catania!
Gli assassini, ed i ladri di Bronte sono stati severamente puniti - Voi lo sapete! la fucilazione seguì immediata i loro delitti - Io lascio questa Provincia - i Municipi, ed i Consigli civici nuovamente nominati, le guardie nazionali riorganizzate mi rispondano della pubblica tranquillità!... Però i Capi stiino al loro posto, abbino energia e coraggio, abbino fiducia nel Governo e nella forza, di cui esso dispone - Chi non sente di star bene al suo posto si dimetta, non mancano cittadini capaci e vigorosi che possano rimpiazzarli. Le autorità dicano ai loro amministrati che il governo si occupa di apposite leggi e di opportuni legali giudizi pel reintegro dei demani - Ma dicano altresì a chi tenta altre vie e crede farsi giustizia da sé, guai agli istigatori e sovvertitori dell'ordine pubblico sotto qualunque pretesto. Se non io, altri in mia vece rinnoverà le fucilazioni di Bronte se la legge lo vuole. Il comandante militare della Provincia percorre i Comuni di questo distretto. Randazzo 12 agosto 1860.
IL MAGGIORE GENERALE G. NINO BIXIO.

Spero abbiate gradito questo pezzo di storia del nostro Paese e vi invito a documentarvi, qualora lo vogliate, sull'eccidio di Bronte.


Nel 1971 il regista Florestano Vancini ha diretto il film: Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato sui fatti che vi ho esposto sopra.


http://www.bronteinsieme.it/2st/mo_602.html
http://www.comune.bronte.ct.it/La_Citta/storia.aspx
https://it.wikipedia.org/wiki/Fatti_di_Bronte