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Il Tempo dei Bambini: questo “non tempo“ comincia a spaventare

2020-03-30 13:45:17

Bambini e quarantena: i giorni passano, ma nessuno si sofferma seriamente a pensare al sacrificio che i nostri figli stanno facendo, chiusi tra quattro mura. In alcune città i genitori si stanno mettendo insieme per chiedere che, nel prossimo Decreto, ci sia spazio anche per loro.

Ci sono adulti che continuano a lavorare, quelli che fanno la spesa ogni giorno, quelli che ritornano in farmacia a compare farmaci non necessari, quelli che camminano fino al tabaccaio per comprare le sigarette, quelli che sono diventati amanti della corsa, quelli che portano il cane in continuazione a fare i propri bisogni, quelli che addirittura escono senza neanche provare ad inventare una scusa.Poi ci sono i bambini.Bambini a cui è stato vietato di andare a scuola. A cui è stato imposto di rimanere a casa. A cui si sono state stravolte routine quotidiane e abitudini.Bambini che sono costretti a trascorrere le loro giornate tra le quattro mura di casa.Sembra che poco importa in quanti metri quadrati trascorrano il loro tempo, se abbiano balconi, giardino o terrazza dove poter uscire per stare all’aria aperta, se abitano in un parco privato dove poter fare il giro del palazzo di corsa.Bambini che all’improvviso non hanno più potuto vedere i loro amici, le loro insegnanti, i loro parenti; bambini a cui viene chiesto continuamente di lavare le mani per la paura che gli “animaletti invisibili” non siano stati debellati.Bambini che combattono con l’ansia degli adulti, con la loro paura per quello che stiamo vivendo, con sguardi tristi e malinconici o arrabbiati, senza forse capire fino in fondo il perché di tutta questa situazione.Bambini che si sono ritrovati ad impastare qualsiasi cosa, a colorare qualsiasi superficie, a creare qualsiasi tipo di lavoretto, a fare qualsiasi gioco e attività pur di non trascorrere troppo tempo davanti la tv. Bambini però a cui non viene concesso di uscire, di prendere un’ora d’aria, di sgranchire le loro gambe, poter correre sotto casa all’aperto, di far esplodere la loro energia e la loro vitalità, di sentire il calore del sole o il freddo del vento sulla propria pelle, di vedere il cielo, gli alberi, il mare, il prato non solo attraverso un vetro, o attraverso uno schermo o un disegno.Bambini a cui è stata negata la possibilità di avvertire che il mondo fuori esiste ancora, seppur diverso da come l’hanno sempre conosciuto, e che loro ne fanno parte.Ma di questi bambini, che cosa ne sarà quando tutto questo sarà finito?A questi bambini, quando si tornerà alla “normalità”, come si potrà spiegare che tutto è passato e che devono riabituarsi velocemente ad altri ritmi, quelli di un prima che ormai sembra così lontano?In tutta questa esperienza ciò che sembra davvero un vuoto storico è la concessione di tempo a questi bambini e a questi ragazzi.Il tempo per annoiarsi, il tempo per abituarsi, il tempo per fare ciò che piace, il tempo per capire. Il tempo per prendere in considerazione le loro necessità vitali. Un tempo che sta passando, che nessuno potrà mai far tornare. Un tempo così importante ma che non concede di far valere nessun tipo di loro diritto e che non prende in considerazione nessuna loro necessità.È tempo di combattere, di avere pazienza, di resistere. E loro lo stanno facendo.Ma quando sarà passato il tempo della quarantena e quando arriverá il tempo di ritornare a vivere una “normalità”, ricordiamoci di dare il tempo a questi bambini di stravolgere nuovamente tutto ciò a cui difficilmente si sono dovuti abituare.Almeno allora diamogli il diritto di poter avere il loro tempo. Qualsiasi esso sia.