Founder Junior
A proposito di Mamme & Solitudine: una riflessione
La nostra è una società che spesso non si accorge della solitudine che vivono le mamme. Un tempo, infatti, la famiglia era una "tribù" in cui la mamma si sentiva sicura e protetta. Oggi, purtroppo, ogni famiglia è una "monade" a sè stante, spesso non comunicanti tra loro.
Conosco bene la profonda solitudine che prova una mamma.
Non sono infatti la stanchezza o le notti insonni a rendere una mamma sfinita e spossata. E' la solitudine. Le mamme di oggi sono sole.
E per di più anche criticate. Perché danno troppo il seno. E perché lo danno troppo poco. Perché il loro bambino non pesa abbastanza. O perché pesa troppo.
La nostra società è una società di solitudine.
E le mamme di oggi sono l'esempio emblematico di questo modo di vivere.
E devono fare i conti ogni giorno, ogni ora con una responsabilità genitoriale che un tempo era condivisa con una tribù, con un villaggio, con le case di corte, con la famiglia allargata che viveva sotto lo stesso tetto.
Per crescere un bambino è necessaria una società intera.
Come può una sola persona prendersi carico di una responsabilità così grande e non collassare?
Certo ci sono i papà, quelli presenti per davvero, ma la loro presenza durante la giornata è limitata.
Esistono anche ostetriche e altre figure di accudimento materne come le doule, corsi pre e post parto che possono alleviare un po' questo immenso peso educativo.
Ma le mamme restano, nella loro quotidianità, da sole.
E questa solitudine è pericolosa. Soprattutto per le neo mamme.
Circondiamo le mamme con torte, tempo per farsi una doccia e per bere un caffè, con abbracci e parole di comprensione.
Mettiamo a tacere giudizi, critiche o autocentrismo.
Mamme: guardiamo in faccia la nostra fatica e rimbocchiamoci le maniche non per combatterla ma per comprendere il messaggio che ci vuole inviare.
Siamo animali sociali, vivere da sole questa responsabilità non è possibile, ci fa ammalare! Iniziamo noi stesse a cambiare le cose.
Cerchiamo di cambiarla questa società, iniziamo formando le nostre tribù!
(La riflessione che voglio condividere con voi è di Elena Bernabè)