Lucia Daminato

Founder Junior

L’affiliate marketing: il profilo fiscale

2019-04-17 11:25:28

L’affiliate marketing è uno strumento utilizzato da molte aziende per vendere beni o servizi attraverso siti web esterni, detti appunto affiliati. Il tutto per promuovere la propria rete di vendita.

L’affiliate marketing è un accordo tra un inserzionista e un affiliato (proprietario di un sito web). Quest’ultimo mette a disposizione uno spazio del proprio sito per ospitare diversi contenuti. Nella maggior parte dei casi si tratta di un blog di settore. Di fatto, è una vera e propria vendita, ed è per questo motivo che occorre tenere in considerazione il profilo fiscale.


È possibile aprire partita IVA agevolata?

SÌ! Per cercare di arginare i costi e le spese, la soluzione potrebbe essere quella di ricorrere all’unico regime fiscale agevolato attualmente esistente: il regime forfettario.

Il reddito è determinato con un coefficiente di redditività del 78% in base al codice ateco e le fatture nel regime forfettario vengono emesse senza applicare l’IVA e la ritenuta d’acconto. L’imposta da applicare sul reddito nel regime forfettario start-up è pari al 5% per i primi 5 anni di attività, dopo i quali sale al 15%. 

Trattasi di un regime fiscale semplificato, regime naturale per le partite IVA individuali con una soglia di fatturato massimo di 65.000 euro.

Il codice Ateco da utilizzare in questo caso potrebbe essere il seguente:73.11.02 – “CONDUZIONE DI CAMPAGNE DI MARKETING E ALTRI SERVIZI PUBBLICITARI”.


Chi decide di intraprendere la strada dell’affiliate marketing, deve adempiere agli obblighi contributivi e fiscali di qualsiasi ditta individuale tradizionale e quindi procedere con:

- apertura della Partita Iva, iscrizione Registro delle Imprese tenuto dalla Camera di Commercio, iscrizione all’INPS (Gestione IVS Commercianti ed Artigiani INPS).


Cosa fare per avviare l’attività di affiliate marketing?

Per non correre rischi la soluzione potrebbe essere rappresentata dalla partita IVA agevolata con il regime forfettario. Ma vediamo prima come avviare l’attività di affiliate marketing.

Tuttavia se si ritiene di riuscire a dimostrare, anche grazie ai ricavi irrisori, che trattasi di attività occasionale, è possibile evitare l’apertura della partita IVA. Per far ciò è necessario documentare che trattasi di attività occasionale e conservare tutti i documenti che lo dimostrano per diverso tempo. I controlli, infatti, sono spesso effettuati dopo anni.

In caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, difficilmente l’attività di affiliate marketing potrebbe essere considerata occasionale. Questo perché trattasi di attività effettuata su un sito web accessibile sempre: 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.


L’affiliate marketing potrebbe essere considerata un’attività occasionale?

Occasionale o abituale e continuativa? Questo è il dilemma! Non sempre è facile comprenderlo! Come si considera per esempio l’attività di affiliate marketing?


Partita IVA: subito o si può aspettare un po’?

Normalmente l’inserzionista riconosce al proprietario del sito web una provvigione variabile sulle vendite ottenute grazie all'inserzione.

L’apertura della partita IVA non è affatto legata ai guadagni conseguiti con l’attività. Il famigerato tetto dei 5.000 euro non è assolutamente legato all'obbligo di apertura della partita IVA. La necessità di aprire la Partita Iva è, infatti, connessa con l’esercizio abituale e continuativo di un’attività. Questo significa che quando l’attività occasionale comporta introiti superiori ai 5.000 euro non si deve aprire partita IVA. Se invece l’attività è abituale (per esempio un negozio online) la partita IVA deve essere aperta sin dal principio.


Affiliate Marketing e contributi INPS

Se si adotta il regime forfettario, è prevista la possibilità di richiedere la riduzione del 35% dei contributi dovuti alla Gestione Commercianti INPS. Per effetto della riduzione, la quota di contributi fissi da versare passa da 3.777,64 euro annuali a 2.458,20 euro da versare in 4 rate trimestrali di pari importo.

A prescindere dal fatturato, i contributi fissi dovuti alla Gestione Commercianti ed Artigiani INPS sul reddito minimale di 15.710 euro sono pari a 3.777,84 euro (così suddivisi: 3770,40 euro a titolo di IVS e 7,44 euro a titolo di maternità).