Luca Sansone
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Kit diagnostici difettosi per i tamponi: 3700 positivi che non lo erano nella sola Svezia! Quanti in Italia? I tamponi, o meglio i kit diagnostici, potrebbero essere al centro di una lotta geopolitica tra Stati Uniti e Cina e gli ultimi inquietanti dubbi arrivano dalla Scandinavia. Mentre il numero di questi test effettuati sulla popolazione cresce in tutto il mondo, in Svezia circa 3.700 persone sono risultate erroneamente positive al coronavirus a causa di una partita difettosa di test proveniente dalla Cina. I kit, prodotti dalla società cinese BGI Genomics, non riuscivano a distinguere tra livelli molto bassi di virus e la sua assenza, riportando così migliaia di falsi positivi. Test diagnostici della stessa società sono stati esportati anche in Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti. Due filiali della BGI Genomics sono già su una lista nera negli Stati UNITI, segnalate tra le aziende implicate in violazioni dei diritti umani contro le minoranze etniche nello Xinjiang, una regione autonoma della Repubblica popolare cinese, e, in particolare, contro i musulmani uiguri . Funzionari del Dipartimento di Commercio degli Stati Uniti hanno ufficialmente espresso il timore che la diffusione di test prodotti da aziende cinesi collegate al governo di Pechino possa fornire a queste ultime un’opportunità unica di compilare massicci database di DNA per la ricerca e la sorveglianza basata sulla genetica. Nonostante questo, i numeri dei test effettuati continuano a crescere anche nel nostro Paese. La percentuale dei positivi rimane inoltre pressoché stabile intorno all’1,5% dei test effettuati, esattamente come rilevato il 27 agosto scorso. Il che induce a pensare che non vi siano «nuovi positivi», ma semplicemente nuovi test effettuati, nuove misurazioni che indicano la stessa percentuale di positivi asintomatici tra la popolazione . (Fonte Bioblu)
Luca Sansone
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La fine delle pensioni (come le conosciamo noi)
2019-07-26 08:25:22
( Marco Liera ) Mi hanno raccontato il caso di un bancario (lo chiameremo Gino) con un fisico d’atleta che è andato in pensione a 54 anni, continuando però a lavorare.
Luca Sansone
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