Mario Franceschini

Founder Starter

SAI COSA È LO SBADIGLIO SONORO? LO SAI FARE?

2019-09-29 14:22:35

Sai cosa è lo sbadiglio sonoro? Sai farlo ? Se vuoi cantare bene ed imparare a cantare devi saperlo !

4.Lo Sbadiglio sonoro


Sarà di grande aiuto prendere pienamente coscienza di ciò che avviene quando  emettiamo uno sbadiglio. Quindi iniziamo a sbadigliare, in modo liberatorio,  rilassato, senza freni. 


Ci accorgeremo di ottenere, in modo spontaneo, un  ampliamento della parte posteriore della bocca, con l’innalzamento del velo palatino.


Proveremo ora ad emettere ‘sbadigli sonori’: così come nell’esercizio sull’attacco  morbido, iniziamo con la vocale A, aggiungendo all’attacco morbido l’innalzamento  del velo palatino, esattamente come in uno sbadiglio, inviando il suono nella zona  del palato molle, quindi non nel naso, non in gola (Audio 11); ricordate di usare una  nota comoda per l’intonazione.


Esempi: (Audio 12) – voce troppo nel naso, velo palatino non sufficientemente alto; 

(Audio 13) – voce troppo in gola, velo palatino troppo basso.

Quando avrete provato a sufficienza con la vocale A, provate con la vocale O.

Come sempre registrate ed inviatemi i vostri esercizi.


1.Sbadiglio sonoro con le vocali: E, I, e U


Per la produzione delle varie vocali la cavità della bocca si muove assumendo posizioni diverse e questo determina la variazione della qualità e della quantità del  suono. 


Una buona tecnica di canto deve mirare a uniformare quanto è più possibile il suono delle vocali, pur mantenendo alcune peculiarità interessanti di ognuna, in modo che ne risulti un’unica voce ben impostata e controllata su tutta l’estensione, e non condizionata da questa o quella vocale.


Abbiamo iniziato nella precedente lezione con le vocali A e O perché, in genere, con esse è più facile ed istintivo l’innalzamento del velo palatino. 


Nella A la bocca è molto aperta e la lingua appoggiata in basso e piatta, con i lati che si protendono verso i denti laterali: in questa posizione la cavità orale raggiunge la sua massima ampiezza, l’articolazione vocalica risulta centrale.


 Nella O la lingua assume una forma concava, soprattutto nella parte posteriore, con la punta che sfiora l’arcata superiore, le labbra hanno una forma arrotondata: l’articolazione vocalica risulta posteriore. 


Queste vocali, dette aperte, favoriscono l’abbassamento della laringe facendo lavorare le corde vocali in posizione più comoda (su quest’ultimo concetto torneremo più avanti in modo più approfondito). 


Nella E e nella I la lingua si porta in avanti, la punta aderisce all’arcata dentale inferiore causando l’inarcamento della lingua stessa, per queste ragioni si chiamano vocali anteriori; le labbra tendono al sorriso. 


Nella U la lingua e la cavità orale nel 

suo insieme risultano molto simili alla O, solo la bocca è più chiusa e le labbra molto più vicine. 


Queste vocali, proprio per la loro tendenziale chiusura, possono  comportare qualche difficoltà in più ad un primo approccio.

Vi invito a pronunciare ognuna delle vocali, anche semplicemente con un suono parlato, e a ritrovare le descrizioni che vi ho proposto prendendone piena coscienza.


Fatto ciò, proviamo ad emettere sbadigli sonori con la vocale E; per evitare un’eccessiva chiusura che non vi permette di innalzare il velo palatino, dovrete rilassare la lingua in modo che si appiattisca e che la punta non prema troppo sull’arcata dentale inferiore; rilasserete anche le mascelle e la mandibola per permettere una maggior apertura della bocca. (Audio 18)


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ARTICOLO DI MARIO FRANCESCHINI PROTETTO DA DIRITTI  DI AUTORE


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