Mario Franceschini

Founder Starter

CHI SA CANTARE SA ANCHE INSEGNARE?

2019-07-28 10:34:04

Quale Didattica? Quale Pedagogia? In un certo senso la didattica è un’arte, e non è detto che un bravo musicista, cantante o strumentista, sia necessariamente un altrettanto bravo insegnante. Bisogna certamente avere una specifica propensione, ma anche le idee chiare: è vietata in questo ambito ..

Quale didattica? Quale pedagogia? Chi sa cantare sa anche insegnare?

In un certo senso la didattica è un’arte, e non è detto che un bravo musicista, cantante o strumentista, sia necessariamente un altrettanto bravo insegnante .

 Bisogna certamente avere una specifica propensione, ma anche le idee chiare: è vietata in questo ambito l’improvvisazione.


A mio avviso ci sono due approcci possibili. Uno si basa sul concetto di “manipolazione’, ed è tipica dell’allenatore, del trainer (in questo caso è appropriata, anche se da brivido, la definizione ‘vocal coach’). 


Nella manipolazione si forniscono istruzioni, si premono “bottoni” e ci si muove in un quadro più limitato in relazione ad un obiettivo prestabilito. Il ‘vocal coach’ lavora lungamente e duramente su un tema specifico, seguendo regole rigide e non lasciando spazio a risposte diverse da 

quelle che ci si attenderebbe.


Il secondo approccio, che permea il mio lavoro, ha più a che fare con la pedagogia, scienza dell’educare, proprio nel senso etimologico di e-ducere, ovvero tirar fuori, e si basa sul concetto di ‘stimolazione’. Partiamo quindi da una concezione più ampia e flessibile, senza regole rigide, seguendo un processo che coinvolge tutti i piani: corpo, mente, psiche, spirito, favorendo la fusione degli stessi in una unità. 


Imparare e insegnare seguendo questa via si trasforma anche in percorso interiore, una ricerca che ha sullo sfondo categorie concettuali come la psicologia del profondo di C. Jung e la mitologia classica (Orfeo, ad esempio).


 È tutt’altro che un percorso semplice ed immediato che prevede momenti di ‘destabilizzazione’ che si succederanno a momenti di maggior chiarezza ed assimilazione. 


Spesso la stimolazione porterà a risposte diverse da quelle prestabilite, niente paura, solo attraverso la ‘divergenza’, proprio nel senso di fare esperienze nuove, si può crescere. Naturalmente molto dipenderà dal rapporto che il cantante ha con se stesso, dalla sua capacità di percezione e dalla sua libertà da idee preconcette.


In concreto ogni suono è fisico prima di essere metafisico e, in particolare, il suono vocale è un fenomeno che segna il confine tra il materiale e l’immateriale, quindi l’approccio non può che essere fisiologico e spirituale insieme.


Alla fine l’importante è essere lucidi e fare le scelte giuste. Cercate di valorizzare al massimo le vostre qualità con umiltà, ma senza mai buttarsi giù, perché l’allievo che si piange addosso è deleterio tanto quanto l’allievo superbo.


ARTICOLO PROTETTO DAI DIRITTI DI AUTORE