Laura Gambirasi

Crescita Personale Top Stars

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4° SENSI DI COLPA E COLLEGHI

2019-01-23 10:45:50

Anche in ufficio...Accorgiamoci e poniamo attenzione a ciò che avviene intorno a noi o, ancor peggio, a ciò che viviamo sulla nostra pelle...

IL BAMBINO CHE SONO STATO SI MANIFESTA ANCHE NEL LAVORO

Ci siamo mai chiesti il motivo per cui in un ufficio, in una fabbrica o in un negozio ci sia sempre una persona disponibile ad affrontare ogni richiesta dei colleghi o che accetta di svolgere mansioni anche se si tratta di un lavoro extra non pagato? Se ti dicessi che a muovere tutto questo è il senso di colpa, sono certa, rimarresti di sasso.

Eppure, è così nonostante finora tu possa aver ritenuto quel/quella collega, una persona che vuole mettersi in evidenza nei confronti del capo in modo consapevole. L’invito è di provare ad allargare la tua visione e provare ad immaginare uno scenario da un’altra prospettiva.

Prova a pensare a quante sono le persone che decidono di finire tardi in ufficio il venerdì sera per potersi sentire libere nel weekend. Forse non ne sei a conoscenza e ti stupisci, tuttavia avviene spesso poiché, per queste persone, è difficile trascorrere una serata leggera se esiste il pensiero relativo al residuo di lavoro arretrato. Avere lavoro sospeso le fa sentire in ansia come se non avessero eseguito tutti i compiti a scuola e temessero le reazioni della maestra.

Il senso di colpa è un’emozione che spinge a fare e a dare sempre di più.

È vero…Questi colleghi sono fra i lavoratori che vengono considerati dalle maestranze per essere eletti “leader” in campo professionale ed occupare posizioni sempre più elevate. Ti posso garantire che sono lontane dall’essere vere leader.

Al contrario, queste persone si troveranno a dedicare sempre più ore al lavoro a scapito della loro vita privata e, nonostante l’alto riconoscimento personale ed economico, daranno sempre più rispetto a quanto vengono arricchite.

Tuttavia, non sono in grado di affermare sé stesse e dire i NO laddove sono necessari poiché, l’atto di farlo, le fa sentire tremendamente in colpa come se non avessero eseguito una buona azione quotidiana. Il bisogno di sentirsi buone persone è elevatissimo in coloro che provano questa emozione, tanto quanto lo è il bisogno di sentirsi riconosciute.

 Sicuramente si tratta di adulti che, in età infantile o scolare, si sono sentiti ripetere “fai il bravo bambino altrimenti…” o “ti avevo chiesto di fare e invece...”o, ancora “bravo, ma potevi dare di più”.
Frasi che provocano profonde ferite che, senza essere consapevoli, portiamo con noi per tutta la vita e ci fanno sentire sbagliati ogni qualvolta scegliamo di assecondare il nostro sentire rispetto a ciò che ci viene chiesto dagli altri.

Se ti sei riconosciuta/o nella figura sopra descritta prova a chiederti come ti sentiresti a dire un no la prossima volta che in ufficio ti chiederanno disponibilità e, se vuoi, insieme, possiamo trovare la soluzione.

 

 

 

by Laura Gambirasi