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IL CERVELLO

2021-06-07 15:31:24

LA MENTE È UNO STRUMENTO POTENTISSIMO... USALA, MA NON FARTI USARE. (OSHO)

Osserviamo il nostro cervello: è composto dalla corteccia cerebrale o cervello giallo, emisfero destro e sinistro e
dal cervello rettile, o cervelletto. Si chiama così perché lo si fa risalire all’era dei rettili, quando gli ominidi di quel
tempo avevano, nella loro scatola cranica, un cervello medio e un cervello rettile. Nient’altro.
Il cervello rettile, quindi, è la parte che portiamo con noi nell’evoluzione, esistendo sin dall’inizio. Il primo ominide
riceveva l’intelligenza dei suoi sei corpi e attraverso di esso dispiegava un flusso di consapevolezza. Il cervello
giallo, invece, non riceve alcun flusso di consapevolezza.
Il cervello rettile è la sede del subconscio.
Esiste anche, sin dall’origine, il cervello medio, sede di tutta la nostra attività medianica, sensibile alle radiazioni
infrarosse.
Se ricordate, abbiamo visto in precedenza che il nostro secondo corpo è quello che vibra proprio su questa
frequenza, ed è la frequenza in cui entriamo nel momento della morte.
Tornando agli ominidi, essi erano telepatici, come lo sono ancora oggi alcune popolazioni aborigene. Il loro cervello
era pronto a ricevere le radiazioni infrarosse e l’infrarosso è la banda medianica. Così gli ominidi captavano e
ricevevano il pensiero in tutta l’ampiezza delle bande, perché il loro cervello era un perfetto ricevitore. Captavano
le comunicazioni con il cervello medio. La ghiandola pineale, spesso chiamata anima dell’uomo, è responsabile
della produzione di due neurotrasmettitori, la serotonina e la melatonina, molto importanti per la nostra consapevolezza,
perché ci danno gli impulsi della veglia e del sonno. Dalla melatonina, neurotrasmettitore che presiede al
sonno, la ghiandola pineale fa anche un’altra cosa straordinaria: sintetizza una droga allucinogena chiamata pinealina.
La ghiandola pineale è lo sciamano del cervello. La pinealina è l’allucinogeno che il subconscio usa per comunicare
con le sfere più profonde, attraverso il sonno, quando ci accadono i sogni più lucidi. Significa che la pinealina,
distribuita in tutta la corteccia cerebrale che dorme, attiva un processo neuronico permettendo alla mente subconscia
di parlare alla mente consapevole. La pinealina apre la porta verso la mente subconscia e permette di fare
esperienze extracorporee, di avere visioni sulla linea del tempo e di inoltrarsi nei livelli superiori di consapevolezza.
Quando la kundalini sale ed arriva alla ghiandola pineale, al sesto sigillo, attraversa il talamo e attiva contemporaneamente
l’emisfero destro e sinistro del cervello. Tutti i neuroni cominciano quindi a produrre e, grazie alla
pinealina, il cervello è in grado di registrare linee di tempo che risalgono sino all’eternità.
L’ipofisi è il settimo sigillo. Influenza direttamente il cervello giallo e tutte le ghiandole del corpo, secernendo degli
ormoni che influenzano la ghiandola pineale. La ghiandola pineale a sua volta secerne i suoi ormoni ed i suoi
neurotrasmettitori e attiva tutte le altre ghiandole del corpo.
Abbiamo detto che i primi ominidi non avevano il cervello giallo; non avevano neppure l’ipofisi; il settimo sigillo si
è formato gradualmente come ghiandola in relazione all’uso che si è fatto dell’energia. Il cervello giallo si formò
quando arrivarono gli Dei e mescolarono i loro geni a quelli degli esseri primitivi, fissandoli nel DNA umano.
Abbiamo, nel corso del tempo, fatto ben poco uso della corteccia cerebrale, solo per far funzionare il corpo, per
sviluppare il linguaggio, per utilizzare la memoria; l’abbiamo usata nella sua forma più elementare. La maggior
parte della corteccia cerebrale resta inutilizzata. Abbiamo detto che la nostra realtà si può cambiare, vero? Possiamo
anche dire che qualunque cosa noi abbiamo nel nostro lobo frontale diventa realtà. Il lobo frontale, detto
anche area del silenzio, è l’area in cui tutti coloro che si dedicano alla meditazione si sintonizzano.
Qualunque cosa il nostro cervello metta lì, diventa legge e il cervello influenzerà tutti i campi energetici, mantenendone
lo status o cambiandolo. Il cervello giallo è stato creato per produrre immagini olografiche, quello cioè che è
il pensiero. Il cervello è una macchina perfetta per immaginare ed è la corteccia cerebrale che costruisce le
immagini. Le immagini che sono nel lobo frontale sono una premessa della realtà. Creano la realtà. Permettono la
realtà. La rendono eterna o la cambiano. Questo è ciò che la scienza chiama l’osservatore.
Il cervello giallo quindi è un grande architetto; il suo compito è quello di disegnare archetipi. Il suo compito è quello
di pensare coerentemente. Il suo compito è quello di procurare al nostro Spirito la più grande quantità di immagini
possibile, perché senza di esse non possiamo collassare l’onda in particella.
Pensiamo per un momento: se ogni giorno noi fossimo veramente consapevoli dei nostri pensieri, vedremmo che
una catena di pensieri è alla base dell’immagine che ci necessita per creare la vita nella realtà in cui ne facciamo
esperienza. Se cambiassimo improvvisamente immagine, cambieremmo anche realtà. È così semplice. L’unico
problema e l’unico blocco è l’analisi, il giudizio. Questo è l’errore che noi tutti facciamo: pensiamo a un desiderio,
ne costruiamo l’immagine, attraverso il nostro cervello giallo creativo e immediatamente dopo, cosa facciamo? Lo
analizziamo e lo giudichiamo (”non può essere”, “è solo un sogno”, “non me lo merito”, ecc.).
Anche se l’immagine è nel lobo frontale, pronta a essere trasformata in realtà, non le è permesso di fare nulla,
giudicata e soppesata, vi si pensa sopra, se ne parla, non viene lasciata in pace. Finchè sarà sotto analisi, l’immagine
non si manifesterà mai. Finchè analizziamo, priviamo di energia, di creatività le nostre immagini. Se le permettiamo,
diamo loro la più grande energia che ci sia.
Se comprendiamo veramente come funziona il nostro cervello, come può influenzare l’energia e la realtà, dovrebbe
risultarci chiaro che tutto è possibile di mutamento, che non c’è nessuna legge scritta che proibisce di usare in
qualche campo ciò che è nascosto. Noi possiamo creare ogni cosa, ma è la pigrizia che non permette l’applicazione
di questa disciplina. Però funziona. Se riuscissimo ad avere la forza di tenere vive le nostre immagini, a dispetto
di tutta la realtà esterna, otterremmo sempre ciò che vogliamo.

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