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5. Il corpo come alleato nell'affrontare il trauma

2020-03-20 11:37:08

"Il corpo è il più colpito dal trauma e allo stesso tempo l’alleato più potente." (Erica F. Poli)... Continuiamo il percorso insieme alla dott.ssa Erica F. Poli per affrontare questo periodo di emergenza durante il Coronavirus

Affrontiamo insieme alla dott.ssa Erica F. Poli questo periodo di emergenza durante il Coronavirus. Tra i videocorsi della dott.ssa Poli, oggi ti segnaliamo “Resilienza e riconnessione – Sopravvivere o esistere“.

Questo è il video numero 5 di una serie di 14, dedicata al tema “Ben-Essere nell’emergenza”.


Ricomincia dal video 1

Il corpo è il più colpito dal trauma e allo stesso tempo l’alleato più potente.

Il trauma è legato a come una persona si percepisce, e ciò dipende da come ella si sente piuttosto che da cosa pensa.

Una lettura consigliata è “Somatic experiencing” di Peter Levin.

Per Levin il trauma non risiede nell’evento esterno inducente il dolore fisico o emotivo, e neppure nel dolore stesso; il trauma si genera quando non siamo in grado di liberare le energie bloccate e di attraversare una dopo l’altra tutte le reazioni fisiche ed emotive conseguenti all’esperienza. Il trauma non è quello che ci accade, ma è quello che tratteniamo dentro, in assenza di un testimone empatico.

La risposta corporea dovrebbe poter essere rilasciata, come accade nell’animale: esso scappa di fronte a un predatore oppure finge di essere morto e si immobilizza, ma poi appena possibile si scrolla e ripristina la propria fisiologia.

Nel nostro caso, noi ci troviamo ancora nel pieno dell’emergenza e il nostro corpo cotinua a non poter scaricare l’energia.

In questo senso sono importanti tutte le attività che permettono di scaricare il corpo. Per esempio della ginnastica, un ballo in casa, un massaggio, o lasciare che i movimenti spontanei del corpo accadano.

Un’altra tecnica è quella del pendolare o dondolare: quando pendoli, e ti permetti nel contempo di far fluire l’emozione, stai dando al corpo il messaggio che le cose cambieranno.

Altro accorgimento: utilizzare i movimenti di piccole articolazioni come polsi, caviglie, ma anche testa e occhi.

In questo modo evitiamo di cadere nella paralisi e nel congelamento, che a loro volta aumentano la paura instaurando un circolo vizioso.

L’importante è permettere al corpo di scaricare energia e restare nell’accoglimento delle emozioni che arrivano.

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