IVANA VIAZZI

Founder Starter

MEDICI CON TANTE FRONTIERE: PROF. ZORA

2019-10-29 15:13:23

Quando il "mondo scientifico" neutralizza le terapie poco costose (per il paziente). Primo articolo di una serie che vi racconteranno i casi di cure, rimedi e ricerche ostracizzate dal sistema scientifico-farmaceutico per cause puramente commerciali.

ZORA GIUSEPPE E ANNA TARANTINO IN BREVE LA STORIA

Si tratta di due medici ricercatori (marito e moglie), lui anche oncologo. Formazione classica ( qui il suo curriculum). Metodo di ricerca: scientifico. Già nel 1975 il Prof. Zora fu osteggiato per i suoi esperimenti in provetta o su cellule viventi, seguendo le linee sperimentali immunologiche. Nel 1978 ottenne un ibrido biologico innocuo, non tossico, che permetteva un ampio spettro di modulazione immunologica, totale, facilmente applicabile ( anti-commerciale n.d.r). Cominciò allora la sperimentazione sui pazienti. Nel 1979 ebbe occasione di analizzare il siero Bonifacio all'Università di Messina, con la moglie Anna Tarantino in qualità di biologa e constatarne le positive qualità. Nel 1983 cominciò la distribuzione del suo prodotto (Adjuvant plus) ai pazienti. da allora fu oggetto di una lunga serie di persecuzioni giudiziarie che lo porteranno anche all'arresto nel 1992. OGGI IL PRODOTTO DEL DOTT ZORA E' STATO REGISTRATO IN SVIZZERA COME SPECIALITA' MEDICINALE. IL SUO INCUBO E' FINITO E DECINE DI MIGLIAIA DI PAZIENTI IN ITALIA E IN TUTTA EUROPA LO UTILIZZANO CON OTTIMI RISULTATI

LE FRONTIERE DELLA MEDICINA

Il professor Giuseppe Zora, all’epoca docente all’Istituto di clinica oncologica dell’Università di Messina, e la dottoressa Anna Tarantino, biologa nel medesimo istituto, formavano una delle coppie più promettenti nel campo della ricerca sui tumori. Trent’anni fa, inoculando nei topi malati di cancro il Corynebacterium parvum, un batterio appartenente alla famiglia dell’agente patogeno che provoca la difterite, avevano constatato sorprendenti regressioni del male. Il preparato, frutto delle loro ricerche, l’IMB (immuno-modulante biologico), non ha niente a che fare col siero Bonifacio. È un prodotto che ha per principio attivo l’Lps, lipopolisaccaride estratto da batteri Gram-negativi, ampiamente studiato presso l’Università di Tours,  in grado di supportare il paziente oncologico durante le chemio e le radioterapie.

Fu ostracismo totale. Di più: persecuzione. È passato un quarto di secolo, ma il ricordo è ancora lancinante. La coppia fu costretta a rifugiarsi in territorio vaticano, precisamente nella basilica di Santa Maria in Trastevere, che gode dell’extraterritorialità. 50.000 malati nei dieci anni successivi furono visitati e curati gratuitamente, condicio sine qua non per operare entro i confini della Santa Sede. Chi voleva, lasciava un obolo per le spese. Ma ancora non bastava. 

Il professor Zora dovette subire l’onta di un arresto, passare due notti in galera, essere inquisito una decina di volte, abbandonare la cattedra di oncologia alla Sapienza di Roma.
Nel 1992, per rompere l’assedio, prese con sé la famiglia – moglie e quattro figlie, di cui una oggi laureata in biologia come la madre – e riparò in Svizzera. «Dormivamo in un residence di Morcote, nel Canton Ticino, e intanto i miei avvocati si occupavano dei procedimenti penali».
Non essendoci ordini di cattura che pendevano sul suo capo, da buon cittadino italiano s’è sempre presentato nelle aule di giustizia per gli interrogatori.

Ha istituito la Fondazione Raphael, un organismo scientifico di diritto svizzero senza scopo di lucro, con sede a Melide, per lo studio delle terapie nei tumori e nelle malattie degenerative. 

Vi sono due sentenze di proscioglimento del tribunale di Roma, una del giudice Luigi Gennaro e l’altra del giudice Mario Almerighi, che lo attestano. La seconda afferma testualmente che “la distribuzione del prodotto, non inserito nella farmacopea ufficiale ma non per questo in sé illegale, non è ricollegabile a finalità fraudolente bensì a una nota ostilità dell’industria farmaceutica”». 


Ma se l’Imb è così efficace, perché l’industria farmaceutica non se n’è impossessata? «Glielo racconto, perché è la verità. Tra l’82 e l’83, attraverso un amico fotografo di Catania, conosco Vito Scalia, ex ministro della Ricerca scientifica, il quale mi combina un incontro con Alberto Aleotti, proprietario della Menarini e all’epoca presidente di Farmindustria. C’incontriamo all’hotel Bernini Bristol di Roma, presente Scalia e mia moglie. Alla fine Aleotti mi dice: “Professore, a me l’Imb non interessa perché è un prodotto biologico. Non è un prodotto chimico, non è brevettabile, dunque non potrà mai essere mio”. Infatti siamo riusciti a brevettare solo il metodo di preparazione». 


Ma ha ceduto il brevetto alla Ocg Ag, un’industria farmaceutica di Berna. «Che però lo fabbrica come prodotto omeopatico, registrato nel 1996 dalle autorità sanitarie elvetiche col nome commerciale Adjuvant plus. Sono fiale da un millilitro iniettabili intramuscolo, in libera vendita in Svizzera, Germania, Austria e San Marino».

"Nelle mie fiale non c’è solo la memoria del principio attivo. C’è l’Lps». Costeranno un occhio. «No, 5 euro l’una». 

S’è fatto un’idea del perché un organismo sviluppa il cancro e un altro no? «Uno se lo porta dietro geneticamente e l’altro no. Questo non significa che esploda in ogni caso. Vi sono fattori scatenanti». Quali? «Inquinamento ambientale, alimentazione, sconvolgimenti emotivi. Ma al primo posto metterei lo stress. Lo stress ci uccide, fa scempio dei nostri equilibri."

La vita si regge su quattro mattoni: neuro, psico, endocrino, immuno. Cede uno, e viene giù tutto l’edificio». Ha mai avuto parenti colpiti dal cancro? «Mia madre nel 1970. Un tumore della mammella avanzato. Avevo scelto di fare il ginecologo, ma sono diventato oncologo per questo. I suoi due fratelli, medici, insistevano perché si sottoponesse a chemio e radioterapia. Non volle far nulla. È morta nel 2002 a 87 anni. Di ictus».

Fonte: Stefano Lorenzetto

ADJUVANT PLUS

Il suo prodotto è un liquido contenente Lipopolisaccaridi estratti da ceppo batterico ibrido NON tossico ed esente da qualsiasi effetto collaterale. Oggi suggerisce in aggiunta al suo prodotto, melatonina ed aloe vera.
Questa non tossicità è ottenuta spezzettando dei DNA provenienti da due batteri appartenenti da ceppi diversi.
Il successivo mescolamento e ricomposizione in nuovo ceppo delle molecole del DNA fa sì che i lipopolisaccaridi estratti dall’ibrido batterico formatosi, non siano più tossici e divengano più attivi.
L’uso di questi prodotti atossici è indicato nelle terapie terminali ove il soggetto è fortemente deperito ed immunodepresso ed ha pochissime possibilità per rispondere alle sollecitazioni farmacologiche; in alcuni pazienti si sono visti dei netti miglioramenti anche in queste condizioni. Utile nei malati di cancro e nei soggetti con marcata immuno deficienza, per poter creare barriere immunologiche; può essere somministrato per via intramuscolare, sottocutanea, aerosolica, intralesionale, endorettale.


IMMUNOTERAPIA BIOLOGICA

http://www.giuseppezora.com/immunoterapia/ 

L’Immunoterapia aspecifica consiste nell’iniettare sostanze che sono in grado di stimolare e attivare in modo non specifico il Sistema Immunitario, come ad esempio i Lipopolisaccaridi, inducendolo a reagire contro le cellule neoplastiche considerate elementi estranei all’organismo. L’Immunoterapia attiva utilizza fattori (citochine) o cellule del Sistema Immunitario. L’Immunoterapia passiva si basa sull’uso di anticorpi preparati in laboratorio (anticorpi monoclonali), che si legano a specifici recettori di alcuni tipi di cellule neoplastiche.
Secondo la teoria immunoediting formulata da Dunn nel 2002, il Sistema Immunitario ha tre possibilità di intervenire contro il Cancro: reagisce e lo distrugge; crea uno stato di equilibrio con la malattia per cui non distrugge il Cancro ma ne controlla lo sviluppo; non riconosce le cellule tumorali che quindi crescono con sempre maggiore aggressività.
L’Immunoterapia è di fondamentale importanza per prevenire e per combattere le malattie mediante l’uso di farmaci privi di tossicità, che supportano le nostre difese senza provocare danno ai metabolismi. Negli ultimi anni essa è inoltre ritenuta fondamentale nella lotta contro il Cancro in particolar modo se associata alla chemioterapia, di cui limita i ben noti effetti tossici.

L’Immunoterapia Biologica  (ITB), messa a punto dal dott. Giuseppe  Zora, è applicabile  in ogni forma tumorale, in quanto la stimolazione e la conseguente attivazione del Sistema Immunitario avviene a qualunque livello di organo o di apparato del nostro organismo.

L’interessamento del Sistema Immunitario da parte della ITB è globale; infatti vengono coinvolti sia il Sistema Immunitario cellulare che quello umorale (anticorpi, complemento, etc) per ottenere una azione sinergica contro la malattia senza alcuna barriera sia fisiologica (vedi barriera ematoencefalica) che patologica (creata dallo stesso tumore), vedi sito Fondazione Raphael: www.fondazioneraphael.ch

La ITB è quindi applicabile nelle forme neoplastiche maligne di:

CERVELLO

APPARATO RESPIRATORIO: Cavità nasali, Laringe, Trachea, Bronchi, Polmoni, Pleure

APPARATO DIGERENTE: Bocca, Faringe, Esofago, Stomaco, Intestino tenue, Intestino crasso

APPARATO ESCRETORE: Reni, Ureteri,  Vescica,  Uretra

APPARATO RIPRODUTTORE: Utero, Ovaie, Salpingi, Vagina (per la donna) e  Prostata, Testicoli, Pene (per l’uomo)

FEGATO, VIE BILIARI, COLECISTI.

PANCREAS, SURRENI

TESTA e  COLLO

APPARATO SCHELETRICO (ossa e articolazioni)

CUTE (compresi i Melanomi)

SISTEMA LINFATICO (Linfomi)

LEUCEMIE e MIELOMI

La  ITB  non ha effetti collaterali.

LaITB può essere utilizzata da sola o insieme ad altre terapie, comprese la chemioterapia, la radioterapia, la ormonoterapia, gli Anticorpi monoclonali e le nuove Terapie antirecettoriali.

La ITB  può essere utilizzata insieme a Terapie naturali, omeopatiche, ayurvediche.

Per quanto riguarda le vie di somministrazione sono diverse e variano in base allo stato e alla localizzazione della malattia neoplastica:

Per via  intramuscolare

Per via sottocutanea

Per via orale

Per aerosol

Intraperitoneale (dopo paracentesi)

Direttamente attorno alle lesioni neoplastiche visibili

La ITB viene regolata con adeguata posologia che tiene conto dell’età del Paziente, delle condizioni generali, delle condizioni metaboliche, della sintomatologia e delle terapie in atto.

La ITB viene effettuata con un primo Ciclo Test della durata minima di 30 giorni, fino ad un massimo di  90 giorni e si monitorizzano parametri ematologici da effettuare prima dell’inizio della terapia con ITB e al termine della stessa.

In base ai risultati clinici ed ematologici ottenuti si prosegue personalizzando la  ITB per ogni singolo Paziente:

  • ogni Paziente ha il suo Sistema Immunitario
  • ogni Paziente avrà la sua  ITB

La  ITB è utilizzata in diverse patologie autoimmuni allo scopo di regolare il Sistema Immunitario, ovvero per dargli una nuova informazione.

La ITB  è utilizzata in tutte le forme infettive, sia virali che batteriche.

In ogni caso la posologia della  ITB viene personalizzata.

La  ITB  è praticabile anche da parte di Bambini e Ragazzi.

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