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Biblioteche umane: prendi in prestito una persona per ascoltare la storia della sua vita

2020-06-13 15:10:52

Forse non tutti sanno che, in alcuni Paesi, esistono biblioteche dove puoi “prendere in prestito” una persona invece di un libro, per ascoltare la storia della sua vita. Le biblioteche sono una delle invenzioni migliori dell’umanità, il valore di un libro è enorme.

Ma nel 2000, in Danimarca, è stato avviato un progetto a dir poco brillante e innovativo: una libreria fatta di esseri umani, in cui si può prendere in prestito una persona per mezz’ora e ascoltare la sua storia.


L’iniziativa si è presto diffusa in altri luoghi, grazie all’organizzazione “The Human Library”. Uno degli obiettivi è combattere i pregiudizi: ogni persona ha un suo “titolo”, ad esempio “Disoccupata”, “Rifugiato”, “Bipolare”, ma ascoltando la loro storia si comprende quanto sia sbagliato “giudicare un libro dalla sua copertina”.


Al momento l’organizzazione è attiva in cinquanta Paesi, e alcune biblioteche, ad esempio in Corea del Sud e in Tasmania, sono permanenti, mentre altre vengono allestite solo temporaneamente.


Che cos’è una Biblioteca Vivente


Human Library (che in italiano significa “Biblioteca Vivente”) è un metodo innovativo, semplice e concreto per promuovere il dialogo, abbattere i pregiudizi, rompere gli stereotipi e favorire la comprensione tra persone diverse per sesso, stili di vita e background culturale.


Come funziona


La biblioteca vivente si presenta come una biblioteca a tutti gli effetti, con i bibliotecari e un catalogo di “titoli” da cui scegliere. La differenza sta nel fatto che per leggere questi libri non bisogna sfogliare le pagine ma parlarci, perché i libri sono persone in carne ed ossa! Questi libri viventi vengono presi in prestito per la conversazione. Ogni lettore sceglie il suo libro.


Chi sono i Libri Viventi


Si tratta di persone consapevoli di appartenere a minoranze, e quindi soggette a pregiudizi e stereotipi. Desiderosi di scardinarli, si rendono disponibili a discutere le proprie esperienze e confrontare i propri valori con gli altri. I titoli sono volutamente molto diretti, quali ad esempio “Ragazza lesbica”, “Donna islamica con il velo”, “emigrato albanese”, ecc, proprio per suscitare le reazioni emotive dei potenziali lettori stimolandone la curiosità, ma anche per riflettere su stereotipi e pregiudizi purtroppo ancora esistenti.


La Biblioteca vivente offre ai lettori l’opportunità di entrare in contatto con persone con le quali difficilmente avrebbero occasione di confrontarsi. L’incontro rende concreta ed unica la persona che si ha davanti, che non è più percepita come rappresentante di una categoria, ma viene riconosciuta nella sua unicità, come persona che non rappresenta nessuno se non la propria esperienza e storia di vita.


Sia i “libri” che i lettori descrivono la Biblioteca vivente come un’esperienza di notevole impatto, che ha contribuito ad arricchire in modo significativo la loro umanità.