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Giornate FAI di primavera - TORVISCOSA - Le città di fondazione

2019-03-25 21:25:48

Le giornate FAI di primavera per molte persone rappresentano un momento per ritagliarsi del tempo per riscoprire le bellezze del territorio senza spostarsi necessariamente dai dintorni di casa propria. La mia famiglia ed io siamo andati alla scoperta della città di TORVISCOSA.

NASCITA DELLA CITTA' DELL'AUTARCHIA

La città di Torviscosa fu fondata il 21 settembre 1938, all'inaugurazione dell'insediamento produttivo presenziò anche il Duce - Benito Mussolini.

Torviscosa nasce con la duplice vocazione di città industriale ed agricola e fu progettata dall'architetto De Min su impulso di Franco Marinotti, uomo vicino al Duce che nel 37 diventò presidente della SNIA VISCOSA (la fabbrica che venne insediata in quel di Torviscosa e di fatto proprietaria di tutti gli spazi pubblici e privati dell'area).

Vediamo la città nel dettaglio.

Lo stabilimento industriale rappresenta il cuore pulsante della città, da qui ogni cosa viene emanata e qui tutto converge

OPERE SCULTOREE DI LEONE LODI

Appena varcati i cancelli dello stabilimento produttivo ci si trova davanti la "palazzina uffici" con le due imponenti statue in pietra di Leone Lodi. Le due figure rappresentano insieme la duplice vocazione, agricola ed industriale della città, e alcune caratteristiche fondamentali del pensiero fascita dell'epoca.

Alla sinistra del visitatore troviamo la statua rappresentante l'agricoltura - un uomo possente che brandisce un badile con alle sue spalle le altre componenti fondamentali dell'economia agricola ovvero la donna con in braccio il bambino, alla destra la rappresentazione dell'industria, raffigurata da un cavallo scalpitante che viene controllato dall'uomo.

Lo stabilimento poi si estende in una zona molto ampia ed è tuttora adibito ad attività produttive, restano degne di nota le torri littorie che si trovano nella parte destra retrostante la palazzina uffici, la cui forma oggi ricorda ancora il fascio littorio anche se furono mutilate dagli operai alla caduta del governo fascista.

I MATTONI ROSSI

Tutto lo stabilimento, e molti dettagli della città, sono in mattoni rossi, tale scelta architettonica è un richiamo alle realtà industriali del mondo angllosassone, sia come omaggio alla produttività ed organizzazione di quel mondo ma anche perchè, come scopriremo grazie ai nostri ciceroni, in realtà Torviscosa era legata a doppio filo con il mondo inglese che in realtà erano i veri proprietari di uno degli stabilimenti più importanti dell'epoca fascista ed emblema dell'autarchia.

La visita della città continua attraversando il piazzale antistante la fabbrica, il cui nome originale era piazzale Autarchia per portarsi verso le due costruzioni prospicienti, proprio da questi due edifici comincia la commistione fra pubblico e privato che caratterizza tutta la città.

RISTORO E TEATRO

Nell'area prospicente la fabbrica trovano ubicazione due importanti edifici, a destra il RISTORO e a sinistra il TEATRO. Entrambi gli edifici presentano gli stessi mattoni rossi dello stabilimento produttivo, quasi a voler sottolineare come tutto ciò che sorge in quell'area sia emanazione della fabbrica stessa, e sono alleggeriti da elementi architettonici bianchi, ad esempio le cornici delle finestre e le colonne davanti all'ingresso del teatro. Il ristoro in particolare era un luogo riservato esclusivamente ai dirigenti e agli impiegati della fabbrica (un piano era anche adibito a foresteria), mentre per gli operai era riservata un'altra area che sorgeva lontano da questa zona in un'altra parte della città. Tutta la costruzione urbanistica è basata su questa distinzione netta di ruoli e gerarchie che non trovano mai spazi di commistione, se non forse nelle piscine che incontreremo più avanti nella nostra visita.

Fra i due edifici trova il suo inizio il "viale della Giovinezza" oggi ribatezzato via Villa che funge da spina dorsale della città con da un lato le abitazioni degli operai ed impiegati, il municipio, la scuola ed altri edifici di valore civile e dall'altra la zona dedicata alle ville dei dirigenti, alle palazzine dei tecnici, alla villa dello stesso Marinotti, alla piscina e al campo sportivo.

VIALE DELLA GIOVINEZZA

Il viale della giovinezza, pur riprendendo lo stile a mattoni rossi fin qui presente, è un viale arioso decorato da statue neoclassicheggianti (rappresentanti i 4 elementi), fontane con zampilli d'acqua e una lussureggiante glicine che le sue infiorescenze viola da maggio a settembre. Lungo questo viale è possibile ammirare la "casa degli scapoli" dedicata a coloro che non avevano famiglia e che quindi avevano diritto ad occupare alloggi minimali composti solo da cucina, camera e bagno; le piscine, che destarono grande scalpore e soprattutto nelle cronache parrocchiali dell'epoca si può leggere come il sacerdote inorridisse di fronte a questo spettacolo di uomini e donne discinti che condividevano seminudi questo luogo di perdizione. (ricorderemo comunque che la cura del corpo è un altro dei segni distintivi dell'ideologia fascista). Proseguendo trovano spazio le ville mono e bifamiliari dei dirigenti e le palazzine dei tecnici (considerati quasi impiegati di serie B poichè il loro lavoro era più attinente alla manualità che al concetto).

Raggiungendo il centro civile della città si arriva in una piazza dominata dalla torre  civica, ispirata alle opere razionaliste di De Chirico, su cui affacciano le scuole (costruite ed inaugurate lo stesso anno della fabbica), il palazzo municipale ed una serie di edifici che abbracciano la piazza, il cui pianterreno era occupato dalle attività commerciali mentre il primo piano era destinato all'alloggio degli impiegati con le loro famiglie.

Proseguendo e ritornando in direzione della fabbrica troveremo, sottovento rispetto alla stessa, gli alloggi degli operai denominati COLOMBAIE e CASE GIALLE.

GLI OPERAI E GLI ESCLUSI

Come dicevo gli alloggi operai vengono costruiti sottovento rispetto alla fabbricaquindi tutte le esalazioni e i fumi provenienti dalla stessa ricadevano su queste abitazioni tanto che i lavoratori di Torviscosa che si recavano ad esempio a Palmanova venivano riconosciuti a 2 metri di distanza a causa dell'odore di CAPROLATTAME, tipico dello stabilimento e funzionale alla produzione del rayon. Esistevano poi una categoria di persone alle quali era preclusa la possibilità di abitare in città, costoro erano i contadini la cui unica possibilità era abitare nelle AGENZIE (ovvero grandi tenute agricole a servizio della fabbrica con la produzione della canna gentile) o nelle case sparse, piccole località il cui nome ben descrive la logistica.

La curiosità di questo monumento all'autarchia (autosufficienza ) assume due facce; la prima rappresentata dalla impossibilità manifesta (ma sottaciuta) di portare avanti tutta la produzione grazie alla canna gentile coltivata in loco (poichè la resa era di molto inferiore alle aspettative) con la conseguente importazione "fraudolenta" di materie prime provenienti addirittura da territori non allineati con il blocco italo tedesco (requisizione ad esempio di boschi in territorio yugoslavo per utilizzare le latifoglie);l'altro lato ironico della situazione è rappresentato dal fatto che, attraverso un sistema di scatole cinesi e di azioni a valore multiplo i reali detentori dei poteri decisionali all'interno della  snia viscosa erano degli investitori anglosassoni che, dopo la guerra chiesero pure allo stato italiano i danni di guerra benchè fossero stati gli stessi inglesi a bombardare  lo stabilimento.

Si potrebbe ancora raccontare molto di questa realtà, se avete qualche curiosità vi invito a contattarmi attraverso il mio form di contatto.

Un sentito grazie ai ciceroni della giornata FAi che si sono messi a disposizione dei cittadini per riscoprire molte realtà come questa.