Giusy Gil Mammana Parisi

Orgoglio e pregiudizio: tutto rose e fiori in casa Bennet?

2020-04-02 01:23:44

Scusate il rimando a oltranza delle nozioni storiche d'epoca georgiana, ma una volta preso il via con la mia letteratura preferita, gli articoli attinenti a questa materia piĆ¹ che alla storia sono divenuti inarrestabili. Spero comunque vi siano graditi e portino un po' di allegria in quarantena.

LEGGEREZZA

Orgoglio e pregiudizio è spesso definito, assieme a tutta la letteratura austeniana, un romanzo leggero, che riporta atmosfere idilliache al punto da considerarsi irreali. Siamo però del tutto sicuri che non sia lo stile dell'autrice ad alleggeriire le vicende più ombrose? Vero è che nella letteratura austeniana mancano avventure eclatanti, battaglie all'ultimo sangue, pazzie e di tutto quanto è infarcita la contemporanea corrente del romanticismo. Pure, se si sta attenti, la piaga delle guerre napoleoniche s'intravede dalla presenza dell'esercito che va stanziandosi ora qua e ora là in giro per l'Inghilterra, Meryton in primis. Sia in Orgoglio e pregiudizio che negli altri capolavori non manca mai o quasi la presenza di militari, ma l'autrice potrebbe avere scelto  di alleggerire dalle più crude pesantezze i suoi lettori, dato che la realtà di per sè sola è più che sufficiente allo scopo.  Ma la vita dei suoi personaggi è davvero tutta rose e fiori? Chiunque abbia letto altre opere al di là di Orgoglio e pregiudizio, non può non aver notato una costante: spesso gli adulti ultraquarantenni sono belli e che defunti. Signorine e giovinetti orfani, fosse di uno che di entrambi i genitori, è una costante. Sarà pure che Jane Austen non si soffermò a descrivere con dovizia di particolari le cause di morte e i funerali, ma se i suoi romanzi sono zeppi di ecatombi una ragione ci sarà e non credo che tal motivo sia perennemente dovuto alla concessione letteraria, affinchè i suoi beniamini raggiungessero lo scopo che aveva loro predestinato. No, dato che uno scrittore realista per nulla amante della corrente del romanticismo non trascura la realtà che lo circonda. La vita media nel settecento e nell'ottocento non era del tutto paragonabile a quella che siamo abituati a vedere oggi. Anche se oramai, secondo una ricerca di FOCUS, gli scienziati hanno scoperto che il raggiungimento del settantacinquesimo anno di età non fosse raro come sembrava fino a qualche tempo fa, malattie oggi facilmente curabili si rivelavano allora fatali. Il padre di Jane Austen morì prematuramente e la stessa scrittrice purtroppo se ne andò a soli 41 anni.  

E in casa Bennet, tutto rose e fiori? Apparentemente si. Mr Bennet apparteneva alla classe sociale dei landed gentry (rimando all'articolo storico l'approfondimento, per ora basti sapere che si trovava un gradino al di sotto della nobiltà) e di conseguenza le figlie acquisivano lo stesso status del padre...finchè questi fosse rimasto in vita. La signora Bennet era figlia di un avvocato. Una borghese benestante che oggi definiremmo proveniente da una famiglia prestigiosa, ma nell'Inghilterra di allora, il dover svolgere un'occupazione per vivere era considerato disprezzabile sia da parte della nobiltà che della classe dei landed gentry. E perfino dai nuovi arricchiti a causa del commercio (anche il lavoro dei commercianti era considerato disprezzabile, basti leggere le maligne osservazioni delle sorelle di Mr Bingley sugli zii delle signorine Bennet, dimentiche che il loro padre fu proprio un commerciante, prima di morire e lasciar loro una grande fortuna che permetteva ai figli di vivere unicamente di rendita). Ma perchè Elizabeth riteneva di essere povera e non possedere un soldo (e quindi non un buon partito), se era figlia di un landed gentry la cui tenuta rendeva 2000 sterline all'anno (considerare che all'epoca lo stipendio annuale di una cameriera ammontava a 20 sterline e questa era la cifra che il padre di Jane Austen poteva permettersi di passarle per il suo mantenimento)? Come, dato che la famiglia poteva permettersi tanto di servitù? Dicevo che le signorine Bennet avrebbero potuto mantenere il loro status soltanto finchè il padre fosse rimasto in vita. Questo perchè Longbourn, così come qualsiasi tenuta non legata a titoli nobiliari, era sottoposta al diritto di maggiorasco (rimando anche quest'approfondimento all'articolo storico), in base al quale, in assenza di un erede maschio, le proprietà immobiliari erano vincolate al parente maschio più prossimo (che nel caso di Mr Bennet risultava essere il cugino Collins). Le donne non nobili invece ereditavano denaro che fruttava rendita mobiliare (così anche le Bingley, mentre Miss de Bourgh, figlia di un Sir, avrebbe invece potuto diventare la padrona di Rosings come lo divenne Lady Catherine alla morte del marito, Sir Lewis de Bourgh). Peccato però che in casa Bennet non era stato possibile risparmiare perchè mamma aveva le mani bucate, imitata abbondantemente poi dalle due figlie minori. Alla morte del marito sarebbero rimaste in sua mano le 5000 sterline della dote, messa da parte in caso di verificarsi di eventi infausti. Soltanto al decesso della signora Bennet le figlie avrebbero visto 1000 sterline ciascuna, ma sapendo in anticipo in quali mani sarebbero finite alla morte del padre, a ragione Elizabeth riteneva di non possedere un soldo. 

IPERBOLE

Ragion per cui molti lettori non trovano ingiustificati i timori di Mrs Bennet con il conseguente affanno di sistemare le figliole e anzi incolpano il cinico marito di trascuratezza verso la famiglia. Anche se a mio avviso Mrs Bennet rimane comunque un personaggio puerile, perchè sarà pur vero che, data l'epoca, la signora poteva ragionevolmente credere che il marito, più vecchio di lei, non avesse forse che pochi altri anni da vivere, ma sia l'iperbolica modalità di manifestazione dei suoi timori, che ancor peggio il suo sciocco agire in sia in privato che in pubblico, esponevano le figlie maggiori al ridicolo. Mettiamoci poi che le due minori Bennet e il cugino Collins mantenevano una condotta altrettanto atta a suscitare l'ilarità durante questo e quell'evento sociale, a cui la pedanteria della sorella di mezzo, Mary, contribuiva a impepare ancor più la situazione, beh, allora possiamo dire che Jane ed Elizabeth non sempre avevano vita facile. Neppure il padre, ma quest'ultimo, da buon filosofo, era capace di godere del lato comico del proprio ménage familiare, trovando diletto nell'uso e consumo della biblioteca di casa e nella compagnia delle intelligenti figlie maggiori. Soltanto il suo amore per l'indipendenza aveva impedito che le spese familiari superassero le entrate derivanti dall'amministrazione dei terreni della tenuta di Longbourne, altrimenti la situazione delle ragazze Bennet sarebbe divenuta veramente tragica.  Una volta deceduto il padre, fosse stata intaccata la dote della moglie per spese superiori alle entrate, le figlie avrebbero acquisito lo status di servitù, costrette a loro volta a servire in qualche casa ricca o benestante. Per le tre maggiori ci sarebbe stata quantomeno la possibilità di diventare istitutrici, il che avrebbe conferito loro uno status di poco superiore a quello della servitù, ma egualmente considerato disprezzabile dalla classe sociale in cui erano nate e dalla quale sarebbero inevitabilmente uscite.  Le due minori Bennet, incolte e incapaci, sarebbero divenute cameriere, a scanso di peggior destino. Nella migliore delle ipotesi, cioè il decesso di mamma Bennet subito dopo il marito (vabbè, migliore si fa per dire), ognuna delle sorelle avrebbe ereditato 1000 sterline che all'epoca rendevano il 4% annuo. Ma c'era comunque il problema delle due minori Bennet, che si sarebbero squagliate tutto in pochissimo tempo. Se avessero già raggiunto la maggiore età, non sarebbe stato possibile a Jane, Elizabeth e Mary controllare come falchi il loro cattivo uso del denaro. E in seguito, non avrebbero mai avuto il coraggio di abbandonare Kitty e Lydia al loro tragico destino. Sarebbero probabilmente finite tutte a lavorare anche in caso di eredità andata a buon fine. Ma se anche no, avrebbero dovuto forzatamente abbandonare il loro mondo, quello conosciuto sin dalla nascita. Gli eventi sociali fino ad allora frequentati (da quel che si legge, si può a ragione affermare che le signorine Bennet godevano di una vita sociale soddisfacente, molto migliore di quella che tocca a parecchi nostri contemporanei e da questo punto di vista, allora si che si può tranquillamente parlare di leggerezza e idillio) gli sarebbero stati preclusi. Sia perchè improvvisamente troppo cari che per il disprezzo di molti falsi amici.

Oggi la preoccupazione di trovare il classico lavoro umile (o meglio, a detta di un mio conoscente, utile)  ma onesto, farebbe forse sorridere . Ma mettiamoci nei panni delle ragazze Bennet: per tutta la vita non avevano mai preso uno straccio in mano per pulire casa. Non avevano mai lavato i panni (non c'era la lavatrice, allora, teniamolo bene in mente). Non avevano mai acceso un fuoco (ricordiamo anche che non c'erano le tubature del gas, nè l'elettricità), nè per il camino, nè in cucina. L'acqua non scorreva dai rubinetti e bisognava prenderla dal pozzo. La servitù da sempre aveva fatto tutto questo per loro. Non erano in grado di pulire e cucinare. E in aggiunta a tanto, non sarebbe stato certo cosa da poco il doversi sobbarcare il discredito sociale derivatone, a causa dei maligni borghesi che li circondavano. Lo stigma sociale ha un costo non da poco. Quindi si può tranquillamente affermare che Elizabeth Bennet fu davvero coraggiosa nel rifiutare il cugino Collins. E il coraggio rasentò la temerarietà, quando rifiutò in seguito la prima proposta di matrimonio di Mr Darcy, ma per Elizabeth la dignità valeva molto più che un destino incerto...