Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese e altre storie: cap. V

2019-04-23 16:26:41

Questo capitolo V è il primo in modalità flashback o analessi. Ho più volte interrotto volontariamente gli avvenimenti del presente (presente dal punto di vista dei personaggi) per spiegare i vari perchè ancorati a eventi antecedenti. L'analessi è una tecnica parecchio usata nella letteratura.

CAP. V parte prima

Alberta non era una conoscenza acquisita da Adriana nel Centro: lavorava da tempo immemorabile come governante e infermiera per la famiglia della ragazza. Vi era entrata inizialmente come baby-sitter quando lei e il fratello gemello erano appena nati e una volta cresciuti i bambini aveva mantenuto l'impiego nella casa, passando da tata a governante. Quando Adriana e Nico avevano deciso di candidarsi come volontari per andare ad Habanita, anche lei l'aveva fatto. I due fratelli desideravano migliorare le condizioni di vita della popolazione di quel luogo bellissimo, ma privo di conforti. Alberta sarebbe partita con Adriana, mentre Nico le avrebbe raggiunte il mese successivo, per avere il tempo di terminare un contratto lavoro a termine in una clinica. Era assolutamente convinta che entrambi i ragazzi avrebbero avuto bisogno di lei in un paese tanto disagiato e così lontano dal Portogallo. Anche se l'idea era quella di trascorrervi solo tre mesi, temeva che i due giovani pieni di ideali, una volta confrontatisi con una realtà molto dura, si sarebbero persi d'animo nel giro di pochi giorni. Ideali e aspettative spesso e ben volentieri collidono con i fatti e Alberta ne era ben consapevole. Adriana e Nico erano cresciuti in una famiglia molto agiata in cui il padre era banchiere e la madre commerciante di tessuti pregiati. Non avevano la minima idea di come fosse davvero la vita in un paese del terzo mondo. Non conoscevano neppure in tutto e per tutto la realtà dei quartieri poveri di Lisbona! Ciononostante, sin da piccoli avevano sempre mostrato empatia nei confronti del prossimo necessitato, atteggiamento in genere sorprendente in due ragazzini cresciuti in una casa ove due genitori pieni di sé mostravano unicamente superbia e arroganza verso chiunque fosse socialmente inferiore a loro. La loro scelta di studiare scienze infermieristiche era stata alvo di pesanti conflitti in famiglia. Mamma e papà avrebbero voluto che intraprendessero gli studi di economia, ma di fronte alla decisione dei figli, oramai maggiorenni e disposti a cercarsi un lavoro qualunque per mantenersi da sé e potersi pagare il corso di scienze infermieristiche, avevano ceduto. 


CAP. V parte seconda

L'idea di rendersi autonomi era stata loro suggerita in segreto dalla governante, che sapeva, oramai conoscendoli, che i padroni di casa non avrebbero mai tollerato il vedere i figli guadagnarsi da vivere come comuni operai. Se non era scoppiata un'altra guerra familiare alla decisione di Adriana e Nico di partire per Habanitaa neanche un anno dalla laurea, era dovuto unicamente al fatto che sul luogo i due ragazzi avrebbero parlato costantemente (e dunque praticando al livello di lingua madre) lo spagnolo, cioè la lingua locale, e l'inglese, la lingua dell'amministrazione, considerate imprescindibili per lavorare come volontari al Centro Arcoiris. Pratica che sarebbe stata loro utilissima nel futuro, dato che a quel punto i genitori oramai sognavano che i loro pargoli avrebbero poi continuato gli studi per prendere la laurea in medicina. Dopodichè, con il loro aiuto, avrebbero aperto una clinica privata di stampo internazionale. I coniugi Mascarenhas consideravano la professione medica ben più rinomata rispetto a quella d'infermieri, anche se al di fuori del cosiddetto ufficio di famiglia e della loro cerchia di conoscenze, cioè banche e imprese affermate. Perchè mai, però, si chiedevano, i loro figli avevano preferito una professione un gradino al di sotto di quella del medico? D'accordo che gli studi di medicina sarebbero durati il doppio rispetto a scienze infermieristiche, ma una spiegazione simile non li aveva soddisfatti del tutto. I ragazzi non avevano mai avuto timore di trascorrere interi pomeriggi e serate spaccandosi la schiena sui libri. Vero era che, gli veniva da pensare, dato l'impegno richiesto dalla facoltà di medicina, studi di lunghissima durata avrebbero precluso loro la partecipazione a molti eventi sociali promossi dal loro ambiente borghese, ma per la verità nè Adriana nè Nico avevano mai mostrato particolare entusiasmo ad assistervi. I coniugi Mascarenhas non sospettavano che l'idea dei figli di partire il prima possibile per qualche missione in un paese disagiato maturava già sin dalle scuole secondarie, sapendo che il profilo dell'infermiere era più ricercato rispetto a quello del medico: a continuare gli studi avrebbero pensato in seguito. E ora, al pensiero di quella partenza, i genitori avevano fatto molte rimostranze, dato che i ragazzi avrebbero dovuto rinunciare a molte comodità e sopportare svariati disagi. I signori Mascarenhas avrebbero preferito altri mezzi di perfezionamento delle lingue straniere, ma stranamente, forse in un momento di particolare stanchezza, avevano smesso di reagire con la solita energia. In ogni caso avevano ritenuto una garanzia il fatto che la governante sarebbe partita con loro. Su questo non avevano avuto nulla in contrario, per pochi mesi potevano benissimo fare a meno di lei e trovare una sostituta.

Anche Alberta conosceva perfettamente l'inglese e lo spagnolo. Nonostante in quel momento fosse soltanto una governante, in realtà era laureata in scienze infermieristiche così come i suoi cari ragazzi. Amava studiare e nel corso di tutti quegli anni in cui aveva lavorato per la famiglia Mascarenhas aveva letto molto sia di scienze che di economia, di letteratura e anche di storia. Spesso era stata di aiuto a Nico e Adriana nel superamento di svariati esami, inclusi quelli universitari.

Poco dopo aver spedito la domanda per un incarico di infermiera volontaria, le era stato risposto che potevano offrirle solo un posto di operatrice socio-sanitaria, di cui avevano enormemente bisogno, dato che nessuna adesione per quel profilo era loro arrivata. Siccome i suoi studi infermieristici appartenevano a un ordinamento in cui si diventava infermieri dopo soli tre anni di università anziché cinque, la scelta della figura dell'operatore socio-sanitario era caduta su di lei. Prendere o lasciare. Tutte le altre domande provenivano da medici, giovani infermieri freschi di laurea quinquennale o da figure non strettamente legate all'ambito sanitario, quali guardiani, magazzinieri e addetti alle pulizie. Alberta aveva accettato entusiasticamente. Non partiva né per la fama né per la gloria, ma per offrire appoggio ai ragazzi che tanto amava, oltre che a beneficio degli abitanti di Habanita. 

Azulejos: che cosa sono

Siccome questo quinto capitolo porta indietro nello spazio e nel tempo (si fa per dire) e dalla immaginaria La Floresta ci si riporta al luogo di partenza di tre dei personaggi principali, il Portogallo, ho voluto corredare il post proprio di foto che raffigurano sprazzi di Lisbona, la città natale di Alberta, Adriana e Nico. Tutte naturalmente da pixabay, prive di copyright e libere per uso commerciale. 

La prima rappresenta il mezzo di trasporto tipico portoghese, o meglio lisbonese,  il tram, mentre le altre vorrebbero rendere l'idea del tipo di casa della famiglia Mascarenhas. Trattandosi di alto-borghesi, esponenti della migliore società, ovviamente vivono in una ricca villa che presenta una facciata somigliante a una di quelle delle foto, in cui senz'altro non mancano azulejos (presenti nella seconda foto)Questo termine indica una decorazione architettonica tipica del Portogallo (anche della Spagna, ma attualmente l'ornamento architettonico azulejos è più visto in associazione al Portogallo), in cui piastrelle e mattonelle sono finemente decorate con elementi grafici di vario genere di colore azzurro (azulejos è un sostantivo che appuntosottolinea il colore degli ornamenti, infatti azul significa azzurro -anche blu, gli iberici, alla stessa stregua degli anglofoni, non fanno distinzione tra uno e l'altro come gli italiani- sia nei paesi ispanici che lusofoni. Il termine non è traducibile in altre lingue, è talmente legato alla cultura della penisola iberica da rimanere tale e quale anche all'estero, così come avviene per molte parole che fanno parte di una cultura di nicchia. 

Quel che quantomeno dalle immagini è possibile intravedere è il fatto che la numerosa classe operaia della capitale portoghese del giallo vive in quartieri poveri e viaggia in tram, mentre i pochi ricchi, come i Mascarenhas, vivono nel centro storico, nelle aree residenziali rinomate e non prendono i mezzi pubblici perchè pagano un autista privato.  


ps: anche il capitolo V ho dovuto dividerlo in 2 causa limite dei 5000 caratteri. Farò lo stesso (dividendo anche in 3 parti, ove necessario) per i prossimi che superano anche di gran lunga tale limite.