Giusy Gil Mammana Parisi

Il bibliotecario francese e altre storie: cap. II

2019-04-01 18:22:45

Questa foto (pixabay) rappresenta il presidio sanitario di Habanita, luogo in cui farete la conoscenza dei personaggi principali (tranne il protagonista, il bibliotecario). Al cap. II seguirĂ  la presentazione dell'infermiera portoghese nella sua lingua madre.

Cap. II

Gli abitanti di Habanita erano quasi tutti pescatori, sempre al limite della sopravvivenza. La città non era molto popolosa perché le malattie, soprattutto la malaria e la dengue, anno dopo anno avevano decimato la popolazione. Ma il Centro Arcoiris aveva migliorato la qualità della vita della gente, che da pochi anni aveva finalmente accesso ai servizi sanitari, nonostante le evidenti difficoltà, dovute alle esigue dimensioni della struttura, di far fronte a tutte le occorrenze. Comunque non si moriva più per una banale appendicite o per una dengue e perfino per chi fosse colpito da un attacco di cuore cominciavano a esserci buone speranze di sopravvivenza. Le persone che accorrevano al presidio in cerca di soccorso sanitario rappresentavano una presenza costante. A volte arrivavano di notte, bussando disperatamente, finché il portinaio notturno, che immancabilmente si addormentava tra una sedia e un tavolino dopo neppure un'ora di veglia, si svegliava di soprassalto e apriva sospirando. Solitamente durante le ore piccole si trattava di malori di una certa importanza o di donne incinte in procinto di dare alla luce. Il supervisore Trent, medico internista, sapeva essere sempre sollecito e particolarmente abile nel risolvere qualsiasi situazione, anche la più grave. E aveva sempre una parola gentile e di incoraggiamento per ogni paziente. Fu proprio questa sua attitudine che colpì positivamente l'infermiera portoghese Adriana. Lo reputava talmente altruista e nobile d’animo che aveva finito ben presto con l'innamorarsi di lui. Il fatto che poi Trent vantasse grandi occhi azzurri, capelli biondi e lisci da californiano e un fisico spettacolare, lo rendeva il classico principe azzurro di antiche favole che la madre di Adriana spesso leggeva quando lei e suo fratello erano piccoli.

Piccoli dettagli

A beneficio di chi non avesse ancora visto l'e-book trailer e la quarta di copertina, devo rilevare che questo e-book non è un romanzo rosa, ma un giallo investigativo (vabbè, dai toni rosati, ma pur sempre un giallo) ben mascherato di rosa nei primi 7 capitoli. E per non trascurare uno dei principali argomenti di questo canale, cioè la lingua portoghese, seguirà la presentazione di Adriana nella sua lingua madre (corredata di traduzione). Un modo per avvicinarvi alla comprensione di lettura di questa lingua. Vedrete che la sintassi del portoghese differisce abbastanza dall'italiano (e dallo spagnolo, per chi lo conoscesse), anche se in questo caso non si nota eccessivamente perchè si tratta di un brano dalla struttura piuttosto semplice. Vedrete anche l'impossibilità di tradurre al pie della lettera, come indicavo nei primi post. Contesti, modi di dire, uso di espressioni e termini varia da un paese all'altro per ragioni culturali, anche tra lingue appartenenti alla stessa famiglia, come appunto le neolatine. L''arco temporale in cui la presentazione dell'infermiera avviene precede quello della partenza per La Floresta. Lo schizzo che ritrae Adriana (indicativamente la immagino con l'aspetto che vedrete) l'ho preso da pixabay, libero da diritti d'autore e disponibile per uso commerciale, così come le immagini usate per l'e-book che finora avete visto. 

Adriana

"Olá a todos, me chamo Adriana, sou portuguesa e há quase um ano sou formada em enfermagem. Moro em Lisbõa com meus pais, meu irmão gêmeo Nico e minha querida Alberta, a ama que nos criou desde nosso nascimento. O sonho meu e de meu irmão é trabalhar de enfermeiros em obras sociais, o que está a tornar-se uma realidade: nosso pedido de formar parte da equipe médica voluntária de um hospital de obra social sediado no Caribe foi aceite. Eu e meu irmão estamos ansiosos por essa viagem."


TRADUZIONE IN ITALIANO:

Ciao a tutti, mi chiamo Adriana, sono portoghese e da circa un anno sono laureata in scienze infermieristiche. Vivo a Lisbona con i miei genitori, mio fratello gemello Nico e la mia cara Alberta, la governante che ci ha allevato sin dalla nascita. Il mio sogno e quello di mio fratello è lavorare come infermieri in ambito umanitario, obiettivo che sta per divenire realtà: la nostra domanda di far parte dei volontari dell'equipe medica di un ospedale delle opere sociali nei Caraibi è stata accettata. Io e mio fratello non vediamo l'ora di intraprendere questo viaggio.