gabriella marzia rapisarda

La malattia di vivere "NON SEI MALATA SEI SOLO FUORI POSTO" Una falena piangeva disperata e i suoi singhiozzi giunsero sino al cielo. - Falena? Disse la Luna - Cos’è che ti fa soffrire tanto? - Luna piango perché sono malata aiutami ti prego! Rispose la Falena. - Malata? A me non sembri malata! - Guardami meglio, un buon dottore non si ferma mai all’apparenza. La Luna per guardarla meglio scese dal cielo e si avvicinò alla falena, illuminandola e lo spettacolo che vide la lasciò senza parole. Un esserino esile e tremante avvolto nelle sue stesse lacere ali ed una profonda pietà la colse. - Capisco – poi disse – ed ora so anche il perché tu non sei malata sei solo fuori posto. - Fuori posto? - Non è qui che dovresti stare, tu non sei una falena ma una farfalla. - Una farfalla??? Disse sorpresa la falena: - Luna ma sono figlia di generazioni di falene, come posso essere una farfalla? La Luna ci pensò un attimo su e poi disse: - Non importa quale sia il motivo o come sia potuto accadere ma tu sei una farfalla. La notte non è adatta alle tue ali delicate, al tuo nutrirti di luce e colore, tu soffri tanto perché questo non è il tuo luogo. Vivi la notte, ma dovresti vivere il giorno. La farfalla che aveva sempre creduto d’essere una falena divenne ancora più triste, dicendo: - Io non riesco a vivere così, presto morirò la sofferenza è troppa! La Luna, sentì che aveva ragione e riunì immediatamente il consiglio delle stelle. - C’è una farfalla intrappolata nella fauci della notte! - Com’è possibile? Dissero le stelle in preda ad agitazione e la luna continuò dicendo: - Non è il suo posto, si ferisce ovunque vada, non ha occhi per fendere il buio, non ha ali adatte ad affrontare il freddo, dobbiamo trovare il modo per condurla al giorno prima che muoia. Le stelle abbassarono i loro musetti in giù e videro la piccola farfalla attendere speranzosa, con gli occhi persi nel cielo. E poi dissero in coro: - Addormentiamola! Così quando si risveglierà domattina, si troverà a vivere il giorno della vita e non più la notte. - Come si fa ad addormentarla? Chiese la Luna preoccupata. - Invertire il ciclo di una vita è pericoloso potrebbe impazzire, su ragazze pensate, pensate troviamo una soluzione meno traumatica. Le stelle non riuscivano a trovare un rimedio e poi improvvisamente la Stella Cometa fece la sua entrata e sorridente disse: - Io so come fare! La luna la guardò incredula ma tanto speranzosa: - Dimmi, non mi far stare sulle spine, come puoi portarla nella luce del giorno. - La guiderò sino al nuovo giorno e lei non dovrà fare altro che seguirmi dalla terra. La Luna ridiscese giù dalla triste farfalla e le raccontò il piano, la farfalla accettò del resto non aveva altra scelta. La stella cometa salutò le sue consorelle e iniziò il viaggio e con lei la farfalla. Il cammino fu lungo e stancante ma improvvisamente il cielo prese a cambiare e alla farfalla questo mutare fu subito chiaro. - Stella vedo una luce… - Si cara ci siamo quasi su un ultimo sforzo. La farfalla quell’ultimo sforzo lo fece con gioia, quella gioia che solo chi ha tanto atteso e patito la notte più nera può conoscere ed improvvisamente il cielo si illuminò a giorno. Stella? Dove sei non ti vedo più? Cara è giorno e le stelle si vedono di notte, buona vita piccola mia. Stella aspetta, posso strapparti una promessa? Si cara dimmi. Ci sono molte farfalle che credono ancora di essere falene, aiutale. La Stella cometa tornò nel cielo della notte, portando nel cuore la promessa fatta alla farfalla e da quel giorno di viaggi così, ne fece tanti. Cleonice Parisi