Gabriele Visintini

Founder & CEO Cam.TV

Vivi facendo quello che ami

2019-10-04 07:59:20

Tutti noi abbiamo delle domande che aspettano delle risposte. Non sono domande di cultura generale o dei quesiti lavorativi, ma delle domande che ci costringono ad analizzare la nostra vera essenza e a fare una cosa che spaventa moltissime persone: fare il bilancio della propria vita...

Domande come:


“Sono soddisfatto del mio lavoro?”

“Il pensiero di continuare questa vita per trent’anni mi spaventa?”

“Sto sfruttando bene il mio tempo?”

“Mi piace la mia vita?”

“E’ tutto come me lo immaginavo?”

“Sto realizzato i miei sogni?”


Sono domande che spaventano, perché mettono ogni persona di fronte alla necessità di fare un bilancio della propria vita, e spesso quel bilancio è fortemente negativo.


Ogni persona ha dei sogni e degli obiettivi che vorrebbe realizzare nella propria vita, il famoso “sogno nel cassetto”. Da bambini era tutto possibile quando sognavamo di andare sulla luna o diventare centravanti della Nazionale, oppure una modella famosa. Ma cosa è successo a tutti quei sogni?


Purtroppo i sogni hanno una “data di scadenza” secondo la maggior parte delle persone.


“Vuoi scrivere un libro? Eh, ormai è tardi.”

“Hai 40 anni, non puoi più fare quella cosa.”

“Lascia perdere il tuo progetto, non avrà mai un futuro.”


Forse non è colpa nostra se questi sogni muoiono, forse è colpa della società dove siamo nati e cresciuti. Il solo lavoro concepito è quello delle 8 ore al giorno, 5 giorni a settimana, possibilmente in un ufficio o da statale (il “posto fisso”). L’educazione che abbiamo ricevuto ci dice di studiare, andare all’università, prendere il massimo dei voti e laurearsi ancora giovani, per poi cercare un posto di lavoro, accettare incarichi umilianti perché un domani si potrebbe far carriera. 


La frustrazione aumenta sempre più, intrappolati nella “ruota del criceto”, un loop eterno fatto di sveglie, viaggi verso il lavoro, stress, litigi, paure, ritorno a casa ad aspettare l’arrivo del weekend per poter fare qualcosa, e poi non riuscire a farla perché si è troppo stanchi. E allora compriamo cose inutili per sentirci importanti, e siamo obbligati ad andare al lavoro per pagare l’auto - a rate - che ci porta al lavoro.


La voce che le persone hanno dentro (e che solo pochi riescono a sentire) cerca di dire che non è tutto qui. La vita non è questa routine, non è l’essere inquadrato in qualcosa che non capiamo nemmeno, non è perdere anni della propria vita in attività che si reputano ridicole.


Esiste solo un modo per evitare questa situazione: dare ascolto alla propria voce interiore e fare finalmente quell’esame di coscienza: il bilancio della propria vita.
È arrivato il momento di togliere gli scheletri dall’armadio e affrontare quei fantasmi. Può essere dura, ma per cambiare è necessario un evento traumatico, una rivoluzione, qualcosa che segni la discontinuità con il passato.


E oggi più che mai, la più grande rivoluzione che si possa fare non è quella tecnologica o industriale, ma è quella di prendere in mano il proprio destino, uscendo dalla “ruota del criceto” e agendo con coraggio, riprendendo in mano i vecchi sogni e realizzando che esiste solo un modo per non essere frustrati o annoiati dalla propria esistenza: VIVERE FACENDO CIÒ CHE SI AMA.

by Gabriele Visintini