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Storie di Buje (Storia di Buja)

2019-04-07 20:01:43

Il nome di Buja, in provincia di Udine, ha un significato collettivo e non indica una determinata località, bensì un complesso di borgate.

Il nome antico era Buga o Boga, che può intendere una conca o avvallamento, in particolare sembra si tratti di quello situato nei pressi di Sottocostoia denominato Pidicuel. Secondo altri deriva dai Galli Boj.


L’origine di Buja è incerta. Già in epoca neolitica qui doveva esserci comunque un abitato, come confortato anche da alcuni ritrovamenti risalenti all’età del bronzo. In seguito venne edificato un castello e il primo nucleo del paese attorno all’anno 168 di Roma da una colonia di Galli Boj, da cui deriverebbe come detto, secondo alcuni, il nome. Venne poi conquistata dai romani, in seguito all’espansione dopo la fondazione di Aquileia.


Molti sono stati i ritrovamenti di monete, armi e statuette di età romana, ma soprattutto da una pietra usata come architrave in una porta dell’antichissima chiesa del paese. Sulla pietra sono scolpiti un’aquila, una mezza luna, il sole e un bove.

Il primo documento in cui Buja è menzionata risale al 792 d.C. In quell’anno Carlo Magno, dopo aver vinto un esercito friulano, faceva dono a San Paolino della Pieve di Buja con tutti i suoi possessi con le proprietà e le esenzioni di cui godeva in precedenza.

Il castello fu eretto sulle rovine del castelliere romano e risale a prima del Mille tanto che nel 983, da Verona, Ottone II lo donava assieme ad altri quattro castelli alla chiesa di Aquileia. Lo ebbero in feudo varie famiglie tra cui i Signori di Buja, i Varmo, gli Arcano.

Resti del castello

Resti delle fortificazioni

Nel 1267 Adalferio vescovo di Feltre e Belluno e Lodovico da Villalta, rinunciarono, per mille libbre d’oro, alla loro parte di abitanza nel castello, alla torre nonché ad altri possedimenti. Il maniero passò poi a Costantino Carismano Savorgnan. Nel 1298 il Patriarca Raimondo della Torre, gli ordinò di restituirlo con tutti i diritti ottenuti.

Nel 1312 il Patriarca Ottobono de’ Razzi lo concesse con tutti i privilegi a Federico di Prampero. Ritornò poi al Patriarca Bertrando che lo rinnovò nel 1335. Il castello passò in varie mani finché nel 1413 fu occupato dall’imperatore Sigismondo per poi passare, con la venuta di Venezia, ai Savorgnan che ne furono padroni per vari secoli. Il territorio poi segui le vicissitudini degli altri comuni friulani. Con il terremoto del 1511 iniziò il declino.

Con il declino della funzione difensiva del castello, anche il paese ebbe simile sorte, per la difficoltà di creare un’economia adeguata alle esigenze della popolazione. A Buja si sviluppò in seguito l’industria della produzione di mattoni, che diede un po’ di sollievo economico e fece dei bujesi dei rinomati fornaciai. Anche quando la crescita demografica costrinse molti all’emigrazione, fu questo tipo di mestiere che li distinse.