Al contrario di tutte le fiabe d’amore, i due ecclesiastici non ebbero un lieto fine comune né un “Vissero felici e contenti”. Gli amanti, giudicati dalla ragione Divina, vennero pertanto tramutati in pietra essendo colpevoli di una relazione d’amore proibita. I due ormai pietrificati vennero posti in un campo come monito per ricordare a tutti i passanti che il divino si sarebbe opposto a ciò che è considerato errore.
Infatti, al contrario di tutte le fiabe d’amore, i due ecclesiastici non ebbero un lieto fine comune né un “Vissero felici e contenti”. Gli amanti, giudicati dalla ragione Divina, vennero tramutati in pietra, colpevoli di una relazione d’amore proibita. I due, ormai pietrificati, vennero posti in un campo come monito per ricordare a tutti i passanti che il Divino si sarebbe opposto a ciò che è considerato un errore. Da un altro punto di vista è anche vero che si può guardare il finale da un'alrea prospettiva immaginando un epilogo dalla vena più romantica, pensando al fatto che i fidanzati, seppur con altre fattezze, stiano da sempre e per sempre uno accanto all’altra
Questa leggenda appartiene alle credenze “moderne”, ideata per dare un senso Cristiano e non più pagano, infatti le pietre nella realtà originale descrivono un’unione positiva alludendo alla rigenerazione e alla fertilità, sia della terra che dei popoli, come è regola per i tanti menhir sparsi per la Sardegna. In questo caso i due menhir aniconici, ossia privi di immagini e quindi non figurativi risalgono all’eneolitico (l’Età del Rame, intorno al III Millennio a.C.) e si possono visitare recandosi vicino allo stagno di Santa Caterina sull’istmo che collega la Sardegna all’a più piccola sola di Sant’Antioco, all’interno di un campo privato. I due menhir sono stati realizzati in roccia trachitica, tipica del territorio, e chiamati proprio Su Para e Sa Mongia (il frate e la suora) e presentano uno caratteristiche maschili e l’altro prettamente femminili. Rimarrà comunque un alone di mister intorno alla storia dei due menhir di Sant’Antioco.
Fonte : Vistanet.it Web Page
Immagine dei Menhir "Su Para e Sa Mongia"