Focus Finanza e Mercati

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Buon pomeriggio a tutti! Vi propongo un articolo molto interessante riguardante uno strumento alternativo per finanziare l'Eurzona e tutti i suoi cittadini tramite una moneta digitale "gemella" dell'euro, senza violare trattati ed evitando strumenti a debito. La complessità risiede sia nella sua attuazione, a causa di barriere digitali sia oggettive che soggettive ma anche e soprattutto da potenziali ostacoli di tipo politico https://www-linkiesta-it.cdn.ampproject.org/c/s/www.linkiesta.it/2020/04/eurobond-helicopter-money/amp/

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Il Deficit gemello. Italia meglio di Francia e Usa.

2018-11-01 17:12:47

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/finanza-e-mercati/2018-10-18/la-classifica-deficit-gemello-ribalta-mondo-italia-meglio-francia-e-usa-vicini-all-argentina-172857.shtml?uuid=AEKJ3RRG

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la ricetta di Draghi per l’Italia

2018-10-27 14:41:56

Il messaggio di politica monetaria per l’area euro si riassume in tre punti: a) la ripresa è meno robusta del previsto e deve fare i conti con l’elevata incertezza internazionale; b) la trasmissione della politica monetaria accomodante funziona ma a un ritmo non ancora soddisfacente; c) le tre condizioni per alzare i tassi (dichiarate 18 mesi fa) non sono ancora tutte soddisfatte.La conclusione è che la politica accomodante deve continuare sui due binari indicati nel 2013-2014: la forward guidance e il Quantitative easing. Con la prima, Draghi ribadisce che di rialzo dei tassi non se ne parla almeno fino a tutta l’estate del 2019. Quanto al Qe, il programma continuerà, a partire da gennaio 2019, nella forma del riacquisto dei titoli privati e pubblici in scadenza, mantenendo quindi immutato l’eccesso di liquidità bancaria. Il Qe, è bene ricordarlo, è uno strumento di politica monetaria, non uno strumento per contenere gli spread. È fatto per assorbire titoli dal mercato allo scopo di ridurre i rendimenti delle attività finanziarie nei portafogli privati e ridurre il costo del credito sulle medie e lunghe scadenze. Operativamente, gli acquisti del Qe non possono opporre alcun argine ai differenziali dei titoli pubblici se i gestori riducono la posizione su uno specifico titolo ritenuto più rischioso. Per ridurre le scorte, i dealer tagliano i prezzi denaro-lettera (bid/ask) e la Bce, quando acquista i titoli, si rivolge all’operatore che offre il prezzo più basso. Per mettere un tetto allo spread c’è solo la soluzione di ultima istanza (Omt-Outright Monetary Transactions), condizionata a un programma di assistenza dell’Esm-European Stability Mechanism. Una via più efficace sarebbe quella di abbassare i toni – ha detto Draghi – e non mettere in dubbio la moneta unica. l’unione monetaria rimane fragile a causa della sua incompletezza, e ciò non dipende né dalla Bce né dagli eurocrati di Bruxelles, ma dalla volontà dei governi europei.Draghi ha poi sottolineato, oltre alla necessità di completare l’unione bancaria e del mercato dei capitali, anche la mancanza di capacità fiscale. Sulla manovra presentata dal governo italiano Mario Draghi non ha espresso giudizi: “si tratta di una discussione fiscale – ha detto – non monetaria” e “il guardiano delle regole fiscale è la Commissione, non la Bce”. È d’altra parte assodato che non è dall’espansione quantitativa della liquidità bancaria di per sé che poteva scaturire un po’ più di inflazione, ma dalla crescita del costo del lavoro. Mario Draghi è così riuscito a spostare la minaccia di nuvole nere sull’area euro al 2020, quando (ha affermato) il protezionismo tariffario americano e le tensioni sul commercio internazionale potranno ripercuotersi negativamente sull’Eurozona, per di più in un contesto di tassi d’interesse in crescita. Al netto dei possibili fattori di incertezza globale, questo il messaggio della Bce, la politica monetaria rimane “ampiamente accomodante” e “robusta”, come richiede l’azione finalizzata a onorare il mandato della stabilità dei prezzi. Si è detto che alcuni governi nazionali rischiano di perdere un’occasione irripetibile per mettere i conti pubblici in sicurezza in tempi di tassi d’interesse eccezionalmente bassi. Ma vale anche un’altra considerazione, e cioè che l’Unione europea rischia di perdere un’occasione altrettanto eccezionale per introdurre nuovi strumenti fiscali che consentano di finanziare progetti condivisi di investimento di interesse europeo, pro-quota, in tempi di inflazione eccezionalmente bassa. In conclusione, manca una convergenza politica e fiscale per rendere il progetto euro qualcosa di efficace per superare la crisi passata e la trasformazione del mercato del lavoro. La Bce si trova ingiustamente tra l'incudine dei governi e il martello della commissione nel quadro italiano. Quello he chiedono i nostri governanti alla Bce sono atti che ne minerebbero la credibilità sul lungo periodo, la quale ci ha permesso di salvarci dalla crisi sistemica del debito pubblico pochi anni fa. Dunque bisogna trovare una convergenza.

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