Fight Club - 1999 - David Fincher
Uno yuppie che lavora nel ramo delle assicurazioni, frustrato dalla routine e dalla società, partecipa a sedute di gruppo per seri problemi che lui non ha...un giorno incontrerà un tipo carismatico che gli proporrà di fondare un circolo clandestino per prendersi a botte...
Tratto dall'omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, il film è un cult universale che ha fatto e fa ancora molto parlare di sè.
In seguito al film nacquero molti veri "Fight Clubs", con tipi esaltati che si prendevano a botte per gioco, per emulazione o per pura passione per la violenza e per sfogare il testosterone marcio, confondendo il chiarissimo messaggio del film.
La simbologia del Fight Club per fuggire dal malessere della società, per evadere da un mondo in cui non ci sentiamo mai adatti, trovare un modo per essere capi di noi stessi, vivi in un mondo di morti viventi, avere almeno l'illusione di essere noi stessi...
La regia e il montaggio sono perfetti, comprese le scene di lotta che sono davvero ben girate. La fotografia è cupissima, rende perfettamente il marciume del mondo raccontato, il cinismo dei dialoghi è spesso spiazzante, l'umanità dei personaggi è volutamente resa a tratti assente, quasi come se si trascinassero attraverso l'esistenza, senza vivere davvero, fino al finale strepitoso.
Il colpo di scena è forse tra i più famosi degli ultimi 30 anni, ed è ben assestato, dando un senso al messaggio della pellicola...
Norton è formidabile nel film, così come la Bonham Carter, Pitt è notevolmente meglio rispetto ad altri film, anche se, dei tre, è quello che mi è piaciuto di meno a livello recitativo...comunque tutti fanno un lavoro eccellente.
Non lo ritengo un capolavoro come tantissimi pensano, ma sicuramente un filmone, un film che ha fatto, a suo modo, epoca...e che difficilmente può essere dimenticato, una volta visto.