Filippo Scicchitano
SCEGLIERE OPPURE ESSERE SCELTI: C'era una volta il Regno della maggioranza, dove i sudditi “diversi” erano incorporei, tristi e muti. Un giorno come per incanto giunse dal mare un rivoluzionario capace di vederli e sentirli: il Principe libero, da quel momento in poi egli fu la loro voce e si sentirono meno soli... L'attenzione di Fabrizio De André per gli emarginati dalla società sembra una favola oppure una leggenda omerica (Cantami di questo tempo l'astio il malcontento). In realtà la sua filantropia si rivela concretamente nei testi pronti a condannare l'intolleranza. Una categoria prediletta da Faber tra questi “invisibili” è quella delle prostitute, sono tante le rapsodie che narrano le storie delle “mogli pubbliche”, come Via del Campo e La canzone di Marinella, giusto per citarne alcune. Il cantautore genovese menziona nelle sue canzoni altre minoranze tra le quali gli “zingoi” meglio noti come zingari (traendo il nome da Erodoto). Altri brani come Coda di Lupo e Fiume Sand Creek sono vere condanne contro gli stermini dei nativi americani. Nella sua discografia troviamo anche poesie in musica per gli omosessuali e transessuali chiamati da De André citando Platone i “figli della luna” (Princesa). Emblema alla tolleranza e alle difficoltà della vita in questo Mondo sono le parole della Città vecchia: “se non sono gigli son pur sempre figli vittime di questo mondo”... Ascoltando Fabrizio De André un dubbio amletico ci coglie: continueremo a farci scegliere o finalmente sceglieremo? Filippo Scicchitano
Filippo Scicchitano