Ester Ventura

Founder Starter

Perché ho scelto Cam.tv? Amo il lavoro di squadra perché permette a ciascuno di dare il meglio di sé, il che produrrà il miglior risultato possibile e il consequenziale beneficio ad ogni partecipante. Ma non solo, il condividere progetti, obiettivi, ti permette di restare "aperto", ricettivo, le idee fluiscono meglio così da trovare altre variabili che, altrimenti, non sarebbero mai venute alla luce. Sono convinta che l'abbattere la "recinzione" attorno al proprio orticello per paura di essere copiati, defraudati del proprio sapere/conoscere/creare sia un ottimo modo per uscire dal proprio "io" ed entrare nel "nostro noi"; un eccellente moltiplicazione di talenti, idee e progetti in metà tempo. Inoltre, nel caso in cui il progetto, non ostante tutto affondi, anche la momentanea sconfitta verrà condivisa, quindi per ogni singolo sarà più sopportabile, e lo stimolo per non mollare, ma riprovare, arriverà più in fretta e non si sprecherà tempo prezioso in inutili e sterili autocommiserazioni. Lo so, me lo sento dire spesso che sono una sognatrice, mi ricordano che stiamo vivendo qui, sul pianeta terra, che è ora che mi svegli e guardi in faccia la realtà. Ok, ma se quello che vedo non mi piace, perché lo dovrei subire? Dove sta scritto? CHI l'ha stabilito? Io non ci sto. Ho 60 anni, ho vissuto la mia vita molto intensamente, cercando di essere sempre presente a me stessa, potrei raccontare non so quanti episodi in cui il mio piccolo condividere con altri, alla fine, mi abbia restituito molto di più di ciò che ho dato, e allora? Perché non continuare a farlo? La mia vita di moglie, madre, lavoratrice si è mossa all'azione in risposta a questa semplice domanda che mi pongo ogni volta che devo fare una scelta: "E PERCHÉ NO?" Un paradosso? Certo che sì! Ma la vita stessa è un insieme di paradossi, perché è nel paradosso che si trova la verità. È dove si incontrano gli opposti che si decide da che parte stare. Non è forse vero che esiste il giorno perché c'è la notte e viceversa? Non distinguiamo la luce dal buio, l'amore dall'odio, l'autentico dal posticcio...? Smettiamola di complicarci la vita eludendo le origini e perdendoci nei meandri delle risultanti. Non lasciamoci ingannare, noi non siamo il centro dell'universo, siamo una sua componente, e possiamo fare la differenza se lo vogliamo, ma non chiudiamoci ognuno nel proprio guscio, nel proprio baricentro, apriamoci, condividiamo le nostre competenze spostando l'interesse sull'altro e non su noi stessi: il resto verrà da sé.

2  
Ester Ventura

Founder Starter

ATTEGGIAMENTO: IL NOSTRO CANOTTO DI SALVATAGGIO. Quante volte ti sei trovato in una situazione di stallo, una di quelle in cui hai la sensazione che tutte le forze dell'universo si siano alleate contro di te? Di quelle che ti sembra la benché minima crepa da cui ricavare un buco di uscita? Ti senti perso, solo contro tutti, schiacciato dal peso, soffocato dalla mancanza di aria fresca, perdi la speranza. Per un po' senti solo il grido di rabbia, di frustrazione che ti urla nel petto, poi anche quello scema. Cala il silenzio, il buio e a quel punto ti arrendi, non ti importa più di niente. Ti infili la maschera, stai in mezzo agli altri quando costretto, sei lì fisicamente, ma tu, la tua anima, la tua mente siete altrove, in un luogo fatiscente, isolato da tutto il resto, impenetrabile per chiunque altro non sia te. La circostanza si ingigantisce attimo dopo attimo, vuole sopraffarti, annientarti e tu rimani lì a guardarla senza opporre la minima resistenza. A questo punto si attiva il nostro salva-vita: l'istinto di sopravvivenza, una sorta di pilota automatico che momentaneamente prende il comando di noi stessi. Ci sorprendiamo a fare le cose di tutti i giorni come non fosse successo niente, la nostra mente rimane vacua, non ce ne rendiamo nemmeno conto. L'istinto è una forza innata in noi che nei momenti di massima allerta, ci fa compiere dei gesti che, a mente lucida, non ci passerebbero nemmeno per l'anticamera del cervello, eppure ecco che copiamo gesti che stupiscono noi stessi per primi. Purtroppo, a volte succede, per motivi che non voglio toccare adesso per non deviare il discorso, che qualcosa va storto anche in questo caso, ed ecco che alcune persone compiono atti estremi dai quali non si torna indietro. In un certo senso, quando l'istinto prende il comendo, ecco che noi distogliamo lo sguardo dalla circostanza, e cerchiamo di capire cos stimo fcendo, di capirci qualcosa. Già questo è il primo passo verso la risalita. Infatti, il trucco, se così si può dire, è proprio questo: smettere di osservare il problema, e cercare soluzioni. Dare nuovi impulsi al cervello, focalizzarlo su altri temi ci permette da subito di respirare meglio, di vedere che non siamo avvolti dal buio completo, ma da una penombra, magari anche scura, che comunque lascia intravedere qualcosa. Quando stiamo scivolando in baratro, per prima cosa dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, ossia capire se abbiamo sbagliato qualcosa, se sì assicurarci che cosa, e perdonarci, (non siamo perfetti!). Appurato il primo punto, passiamo al 2° e domandiamoci, "posso cambiare qualcosa, rimediare in un qualche modo?" Se sì, lo facciamo e la chiudiamo lì. Se non possiamo cambiare nulla, allora passiamo al punto 3: accettare il fatto così com'è per un periodo di tempo, ossia per il tempo che serve perchè la vicenda faccia il suo corso, e nel frattempo proiettarsi mentalmente al momento in cui il tutto sarà già passato, finito. Questo, oltre che d alleggerire il presente, ci anima, fa rispuntare la speranza, il desiderio di prepararsi ad un nuovo progetto, diverso, migliore facendo tesoro dell'esperienza appena vissuta. Ci sono situazioni in cui le cose non cambieranno, per esempio in seguito ad un incedente che ci lascia su una carrozzella, ma possiamo cambiare il nostro atteggiamento focalizandoci su quello che possiamo ancora dare da seduti. Non pensate che stia scrivendo questo a cuor leggero, anche se non sono su una carrozzella, per contro ho perso il mio 5° figlio di soli due anni nel 2000, senza tutto il resto. Il dolore è dolore, la rabbia è rabbia, l'impotenza è impotenza a prescindere dalla causa scatenante. Se non avessi imparato queste lezioni a suo tempo, non sarei sopravvissuta a mio figlio, pur avendone altri 4, capisci ciò che intendo? Allenati a cambiare atteggiamento, non aspettare che qualcuno o qualcosa si muova a tua favore, anche se potrebbe succedere, non è la norma. Lavorare su noi stessi è il miglior investimento che possiamo fare, in ogni campo.

11  
1 2 3 4