Ok, penso che sia abbstanza chiaro a tutti che qualcosa lì non andasse. Parliamo della principessa Zahra Khanom Tadj es-Saltaneh, una donna rivoluzionaria, nata nel 1883 ed appartenente alla dinastia Qajar, famiglia reale persiana; figlia di Nasser al-Din Shah, re di Persia dal 1848 fino al maggio del 1896. Sposò Amir Hussein Khan Shoja’-al Saltaneh ed ebbe quattro figli, proprio come ci si sarebbe aspettato da una brava donna di quell’epoca. Però, dopo alcuni anni divorziò e chiaramente ai tempi, era un qualcosa di impensabile, dopodiché divenne la musa ispiratrice del famoso poeta persiano Aref Qazvini, che per lei scrisse la poesia “Ey Ta”. Dopo il divorzio cominciò ad essere desiderata tantissimi uomini. Tanto che secondo alcune testimonianze, alcuni si tolsero la vita nello scoprire che non avrebbero potuto mai averla. Ma cosa piaceva così tanto di lei? Zahra Khanom Tadj es-Saltaneh ha combattuto in prima linea per i diritti delle donne e, nel 1910, è stata una delle fondatrici di una società per la libertà femminile chiamata “Anjoman Horriyyat Nsevan”. Oltre che attivista, era pittrice, scrittrice ed intellettuale che organizzava settimanalmente a casa sua dei saloni letterali; fu tra le prime donne ad abbandonare lo hijab (tipico copricapo) ed a indossare abiti occidentali. Era una donna che stava sempre un passo avanti, era ricca, intelligente e maledettamente potente. Venne considerata una femminista a tutti gli effetti e la sua figura è addirittura stata studiata da diversi ricercatori, sia nel suo paese che nel resto del mondo, per capire meglio l’impatto che è riuscita a generare. Insomma, quando si dice che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace si intende questo.. più o meno.