ENZO REY

Il cigno è un animale simbolico per eccellenza, dotato di sacralità in molte antiche religioni. Nelle culture mediterranee come in quelle nordiche è simbolo di saggezza, purezza, potenza e coraggio. Uno dei più antichi miti che lo riguarda, narrato anche nelle Metamorfosi di Ovidio, è quello di Leda, moglie di Tindaro, re di Sparta. La leggenda racconta che Zeus, innamoratosi della donna, si trasformò in un cigno e si accoppiò con lei, che dormiva presso le acque del fiume Eurota, nella Laconia e che, in seguito a questa unione, generò due uova (si ricordi che l’uovo è presente nella maggior parte dei miti cosmogonici): dall’uno, proveniente dal suo connubio con Zeus, sarebbero usciti i Dioscuri (“figli del dio”), Castore e Polluce, mentre dall’altro, frutto dell’unione di Leda con il marito, sarebbero nate Elena e Clitennestra, anche se la tradizione mitica non è concorde su quale fosse la progenie divina; secondo alcune versioni i figli immortali di Zeus non sarebbero i Dioscuri, ma Polluce ed Elena, mentre gli altri due sarebbero i mortali figli di Tindaro. Leda, che letteralmente vuol dire “la genitrice”, è dunque madre di dei e di uomini. I suoi figli appartengono al cielo (attraverso l’unione con Zeus) e alla terra (attraverso quella con Tindaro). La sua unione con Zeus è sacra e pertanto le più antiche raffigurazioni del mito fanno parte della dimensione religiosa (sia il cigno che l’uovo rimandano infatti alle cosmogonie orfiche e ai culti dell’aldilà praticati fuori dal mondo greco, presso Paleoveneti ed Egizi). A partire però dalla tarda età ellenistica acquista sempre maggiore interesse l’aspetto erotico e sensuale della storia. In sculture di qualche secolo prima di Cristo, Leda è raffigurata seduta mentre con il mantello protegge il cigno da un’aquila minacciosa (Leda di Timotheos), ma esistono altri lavori altrettanto antichi che raffigurano Leda stesa (recubans) sotto il cigno che le avvicina il becco alle labbra per baciarla, oppure mentre un cigno maestoso l’abbraccia o l’avvinghia in un gesto umano. Durante il tardo Medioevo si afferma il paragone di Leda, che concepisce i suoi figli immortali con Zeus tramutato in cigno, con Maria, che viene fecondata dallo Spirito Santo sotto forma di colomba. L’immagine del candido cigno che scende su Maria era ad esempio molto amata dai cristiani Copti d’Egitto, i quali amavano inciderla sui loro anelli. Ma il cigno poteva anche significare lussuria e, con questa doppia valenza, il cigno e Leda furono traghettati nel Rinascimento. In questo periodo la rappresentazione del mito conosce una grandissima fortuna, articolandosi generalmente in due tipologie iconografiche: quella più “familiare”, in cui compaiono le due coppie di gemelli usciti dalle uova schiuse (esempio ne sono le opere di Leonardo da Vinci, che noi conosciamo solo tramite alcuni suoi disegni preparatori e grazie alle numerose copie e varianti eseguite dai suoi discepoli), e quella più “erotica” che si sofferma esclusivamente sull’amplesso tra Leda e Giove/cigno. E’ singolare notare come numerosi dipinti riguardanti questo soggetto siano andati persi o distrutti e ne sopravvivano solo delle copie. Questo destino, infatti, riguarderà non solo le opere leonardesche, ma anche un celebre dipinto di Michelangelo e uno di Gustav Klimt del 1917, quest’ultimo andato distrutto nell’incendio del castello di Immensdorf nel 1945.

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L'abbraccio di Gustav Klimt. Cos'è un abbraccio? Un abbraccio è tutto, è un porto sicuro, una trasfusione d'anime...

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Enchanted Fairy

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