Sandro Arista
Founder Starter
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Quando ti ammazzano stringendoti le mani intorno al collo, ma senza spezzarlo che così moriresti in un attimo, hai un sacco di tempo a disposizione per provare a salvarti. E quindi scalci, ti dibatti, sventagli le braccia cercando di allontanare il corpo che ti sta sopra e ti tiene immobilizzata a terra. Nel frattempo provi a ingoiare più aria possibile, mentre la gola ti si secca e il cervello ha ancora sufficiente ossigeno per capire che stai crepando e che ogni sforzo che compi è inutile. Guardi negli occhi il tuo assassino mentre ti pisci addosso e non per la paura ma perché non hai più il controllo sul tuo corpo. Lo guardi impotente di rabbia e disperazione, incredula ma conscia che andrà fino in fondo. Che ti sta ammazzando. Hai tutto il tempo per sentire la vita che ti esce dal corpo insieme all’ultimo respiro che sputi in aria morendo con gli occhi sbarrati che non vedono più niente. Nessun uomo che abbia mai amato una donna ha la forza morale per vederla morire così, in un’agonia disperata. Nessun uomo che abbia mai provato qualcosa di diverso dal diritto ancestrale del possesso (confuso con un’idea di amore) ha osato pensare che il rifiuto a un suo desiderio non fosse legittimo almeno quanto il suo desiderio. Nessun uomo che abbia avuto un barlume di umanità nella sua vita troverà mai il coraggio di ammazzare una donna che ama. In compenso molti subumani (mediamente uno ogni tre giorni) a cazzoduro, piangono lacrime di rabbia (non di pentimento, che pentirsi è da eroi) e frustrazione perché ammazzando una donna le hanno regalato la libertà di sottrarsi loro per sempre. E quindi non esistono "giganti buoni", pezzi di pane, brave persone che ammazzano una donna e se ne pentono: esistono vigliacchi che strepitano per non essere riusciti ad averla. (D. Dirani)
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