Eleonora Zizzi

EMPATIA: I SOCIAL VISSUTI COME IL PENSIERO E LE EMOZIONI (16 febbrario 2020)

2020-02-16 19:03:33

Buonasera a tutti! Pubblico come promesso, in contemporanea su tutte le piattaforme di Storyteller's Eye, il nuovo articolo, per concludere al meglio la settimana. Fatemi sapere con un commento cosa ne pensate. Lasciate un 💙 per dimostrare il vostro apprezzamento.


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Buonasera cari Lettori! L'articolo che scrivo nasce da un contenuto che ho letto in queste ore e che si riferisce proprio ai social. Subito ho trovato il quesito di fondo bizzarro e degno di riflessione tra le pagine di Storyteller's Eye Word. Come avrete notato, strano da crederci, la rubrica in cui tratto questo articolo a tema principale social è EMPATIA, che come ormai sapete si nutre di emozioni. Ebbene unite sapientemente il mondo dei social con le emozioni e abbiamo l'articolo di oggi. I social ci danno possibilità di pensare o no? Se avviassimo una riflessione in merito probabilmente ci

sarebbero idee molto discordanti tra loro: alcuni direbbero che un post può dare inizio ad importanti riflessioni mediante la sua condivisione, altri invece affermano senza indugi che i social network conduco all'indebolimento del pensiero libero. Secondo un grande filosofo e matematico della storia, Cartesio, solo se pensiamo, siamo, "Cogito ergo sum".  Se ai suoi tempi il pensiero era veicolato solo attraverso la comunicazione orale e scritta (su carta), oggi il pensiero viene comunicato anche attraverso un post: in qualche modo "postare" ci da la certezza di pensare davvero. Man mano che il mondo social però si evolve dal "primitivo" Facebook ai più moderni Instagram e Tik tok, scompare anche l'utilizzo di uno degli aspetti più significativi dello sviluppo del pensiero, ovvero la parola. Non a caso, sempre più spesso non è più necessario scrivere fiumi di parole, perchè oggi una qualsiasi idea si può esprimere con immagini, video o strane animazioni. In un ottica cartesiana probabilmente l'essere umano che non è più in grado di pensare non è nemmeno in grado di essere davvero. Chiaramente la vita umana continua comunque anche con la mancanza del pensiero, e la moderna realtà ne è la prova. La condivisione diventa solo più di concetti, e non di idee, progetti.Ascoltando una campana opposta però, se fosse vero che l'uomo esprimesse un pensiero solo a parole, allora nessuno sarebbe in grado di utilizzare il più grande social cinese di fama mondiale, ovvero Tik tok. Se i filosofi o gli scienziati avessero avuto  a disposizione strumenti social come Tik tok, come avrebbero comunicato le loro scoperte e tutti i pensieri elaborati in corso di ricerca? Forse in tempi odierni avrebbero apprezzato ancora maggiormente l'uso della parola, ma se fossero vissuti in un'epoca lontana e futura rispetto alla nostra? Chi può dirlo, forse avrebbero maggiore dimistichezza di noi oggi a comunicare senza parola scoperte memorabili.

Questo breve articolo si conclude qui, con la riflessione aperta. Fatemi sapere il vostro pensiero in merito e soprattutto secondo voi , pensare e "postare" oggigiorno, possono convivere nell'unica realtà dei social o vedete quest'ultimi come la rovina del pensiero, della parola e di tuttociò che comprende?

Un grande abbraccio a tutti!



Sempre Vostra, Storyteller.