Elena B

Il buongiorno di questa mattina è scandito dall’Orlando furioso. L’Orlando descritto da Boiardo e poi da Ariosto è tra i paladini più noti dei poemi cavallereschi che conobbero la loro massima fioritura nel corso del Cinquecento. Un poema dalla trama coinvolgente, che vede intrecciarsi una lunghissima sequenza di vicende e personaggi, che animano il racconto già dal primo canto dell’opera: Angelica fugge a cavallo, in una selva, per sottrarsi all’inseguimento di Rinaldo e Ferraù, entrambi innamorati di lei. Poco dopo entra in scena una donna, Bradamante, anch’essa a cavallo, alla ricerca di Ruggiero, di cui era innamorata già dall’Innamoramento de Orlando (“Orlando innamorato” secondo la dizione vulgata). Tutti i personaggi sono mostrati in un continuo movimento volto a testimonia l’idea di pazzia che Ariosto aveva del mondo: ogni essere umano, sosteneva, è alla ricerca di qualcuno o qualcosa che appare però irraggiungibile, come la Luna sulla quale Orlando ha perso il suo senno. Nonostante siano passati secoli questa lettura sembra attuale più che mai proprio per il significato che è celato dietro queste magnifiche pagine. ❤️ Trovo che sia una storia fantastica nel vero senso della parola.

Elena B

Il mio primo articolo lo dedico a un classico del cuore: il Principe di Machiavelli. Uomo politico e grande intellettuale, Nicolò lavorò alla stesura di questo “ghiribizzo”, pensato come un dono diverso rispetto ai soliti drappi d’oro o oggetti pregiati da porgere a Giuliano De Medici. Dopo la sua morte, l’opuscolo verrà dedicato a Lorenzo di Piero De Medici. Scopo principale era quello di fornire dei consigli su come reggere un principato, quali armi utilizzare e come ottenere il consenso del popolo: tuttavia il discorrere di questi argomenti non dev’essere scambiato per presunzione. La richiesta di Machiavelli è quella di poter essere ascoltato dal suo potente interlocutore nella speranza che quest’ultimo possa sfruttare al meglio l’esperienza che l’autore ha maturato durante gli anni al servizio della Repubblica. La richiesta è posta in modo tutt’altro che servile; l’accondiscendenza, d’altronde, è ciò che distingue gli altri scrittori dal nostro Machiavelli. L’opera diverge dai capolavori all’epoca contemporanei per la sua estrema aderenza al reale. “Il Principe” abbandona quella verità prestabilita delle trattazioni precedenti, religiose (es. nel Medioevo, “de Monarchia”) o morali (es. “specula principis” quattrocenteschi) e fornisce un punto di vista dell’autore stesso: la verità del Principe è la verità di Machiavelli, che viene per questo considerato il primo saggista moderno. L’opuscolo, infatti, nonostante la spietata analisi di situazioni reali, assomiglia più a un saggio che a un trattato scientifico, per via del tono polemico che sfocia nel capitolo finale. Qui l’idea di Machiavelli si rivela in tutta la sua corposità: Machiavelli ambisce alla creazione di un principato fiorentino, avulso dai particolarismi medievali e depurato dall’illegalità dei privilegi feudali. Mira a uno Stato guidato da un Principe seppur non tirannico né assoluto, dove il signore sappia conquistare il consenso del popolo, talvolta ricorrendo ai mezzi più estremi (violenza, crudeltà, bestialità.)

Elena B

Vi do il benvenuto sul mio nuovo profilo con l’immagine di uno dei miei libri preferiti 💕 I romanzi ambientati in Russia mi fanno sempre entrare nell’atmosfera invernale e penso siano perfetti da leggere in questo periodo ⛄️📚