Elena Cirelli
“Il piccolo grande uomo”, Thomas Berger Jack Crabb, l’io narrante, racconta la sua storia alla probabile età di 112 anni arrivando a concluderla in punto di morte, a Ralph Fielding Snell, letterato appassionato di cose indiane e studioso del problema di integrazione tra nativi americani e nuovi coloni e che ne raccoglierà la memoria. Le avventurose vicende della sua vita molto singolari, saranno raccontate infine in questo romanzo, con molta ironia e leggerezza. Jack Crabb, ragazzino di 10 anni, viene allevato dagli indiani Cheyenne che lo accolgono nella loro comunità e gli danno anche un nuovo nome: “Il piccolo grande uomo”, piccolo di statura ma grande per il coraggio. Tutta la sua vita sarà combattuta tra la sua origine di uomo bianco e i forti legami affettivi agli indiani d’America, dopo averne condiviso i valori, la dignità, il coraggio. Questo libro ci invita a una riflessione critica sul triste destino dei nativi americani dopo averceli fatti conoscere non più come selvaggi e feroci nemici, ma: “Esseri Umani”, fusi nel loro territorio, di grande spiritualità. Da questo libro è stato tratto il film: “Il piccolo grande uomo”di Arthur Penn del 1970 Molti sono i film che ripropongono questo argomento tra cui ricordo: “Soldato blu” di Ralph Nelson, e :”Balla coi lupi” di Kevin Costner Ricordo anche su questo argomento il libro di Dee Brown: “Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, scritto da un pellerossa, racconta la vera storia della conquista del West.
Elena Cirelli
Buona notte a tutti voi
Elena Cirelli