Teresa Dambrosio

Founder Executive

L'ARTE DI CAMMINARE CON I BAMBINI-

2019-04-20 10:07:18

CAMMINARE COME CURA

Andare  a piedi per boschi, campagne o scogliere, senza agonismi, è un'arte .

Ridurre il passo del nostro camminare a qualcosa di essenziale: è questo l'insegnamento zen applicato al camminare.

Lasciar andare ansie e preoccupazioni che creano infelicità, riportare tutto al presente, al semplice gesto del camminare e aiutare la mente a fermarsi con il corpo, invece di vagare tra il passato, dove rivivere dolori, tormenti, dure prove superate, rabbia, e il futuro, in cui proiettiamo ansie e preoccupazioni.

Il corpo, al contrario della mente, vive nel presente e lo riflette, e il camminare, dopo qualche ora o giorno , aiuta a unire mente e corpo; disintossicandoli.

l'ARTE DI CAMMINARE CON I BAMBINI

Camminare quindi è un'arte che aiuta a ritrovare se stessi, a riscoprire i sensi, riequilibrando  corpo e psiche e coinvolgendo anche i BAMBINI.

L'ARTE DI CAMMINARE CON I BAMBINI

Il bambino non è un piccolo adulto, noi adulti dobbiamo ricordarcelo ogni volta che vogliamo coinvolgerlo e avvicinarlo a camminare.

Quando eravamo bambini noi, i nostri genitori o educatori ci proponevano un approccio al camminare di stile "alpino":  si partiva in auto dalla città o pianura per arrivare alla montagna e si iniziava a camminare, con l'obiettivo  di arrrivare a una meta, a un rifugio o ad una cima, per poi tornare indietro.

In quel tempo, se il bambino era stanco e piangeva lo si incoraggiava, lo si incentiva con promesse e dolcetti, lo si caricava sulle spalle.

Insomma, il risultato di queste vacanze in montagna è stato che in molti della mia generazione è maturato un rifiuto del camminare. 

Se decidiamo di portare i bambini a camminare, prima di tutto, rilassiamoci, prendiamo un bel respiro e abbassiamo le aspettative. Scordiamoci l'escursione impegnativa,  la prestazione disintossicante e la meta.

I bambini vogliono la magia, e la natura ne è ricca. I bambini decidono da soli quando camminare e quando fermarsi, non sono interessati alla meta che, per loro, è qui e  ora. Ogni sasso, ogni rametto, ogni distrazione è momento di sosta e di gioco.

ACCONDISCENDIAMO I BAMBINI NELLA CAMMINATA

Siamo lì per loro ed è inutile cercare di imbrogliarli promettendo loro un dolce quando arriviamo al rifugio o alla meta.

Siamo noi che dobbiamo smetterla di vivere nel futuro. 

Hanno ragione loro: il camminare è qui, in questo momento, e non al rifugio, che neanche sappiamo se esiste o meno.

I bambini sono pieni di energie ma si annoiano spesso, si dicono stanchi, distrutti e si lamentano vistosamente.

Se l'attività del camminare non è piena di suggestioni, non vogliono andare oltre. A fine giornata, mentre noi, non faremmo un passo di più, li potremmo osservare mentre cominciano a giocare scatenati, correndo dietro a una palla, e noi a dirci magari" accidenti, ma allora, ci hanno fatto proprio fessi!".

Spero questo mio articolo sia un pò servito, visto che siamo in periodo di festività e che molti di noi hanno dei figli e che sceglieranno di fare camminate con loro.

Ps: Io personalmente, arrivata all'adolescenza, fortunatamente, mi sono liberata dall'obbligo che sentivo da piccola di camminare.

Infatti in questi giorni sarò in vacanza, nel verde e camminerò solo con questo pensiero" MENTE, UNISCITI AL MIO CORPO E GODI DI QUESTO MOMENTO PRESENTE MERAVIGLIOSO, PASSO DOPO PASSO".

Vi auguro una serena S.Pasqua .