STORIA D'ITALIA
Nel nuovo articolo parleremo dello scontro di Roma con l'Oriente e delle varie tappe che la portarono ad espandersi in tutto il Mar Mediterraneo.
IL PERCORSO ROMANO VERSO L'ORIENTE
LA GUERRA SIRIACA
Mentre i Romani si confrontavano con Filippo V, Antioco III si espandeva ai danni delle città greche in Asia minore e alle città in Egitto, ora sotto la guida di Tolomeo V Epifane.
Così Roma, alleata dai tempi della seconda guerra punica con l'Egitto, e Siria si scontrarono più volte diplomaticamente giungendo ad un nulla di fatto poiché le richieste romane, alla pari di quelle siriane, erano impossibili da soddisfare.
Dunque nel 191 i Romani sbarcarono in Illiria e attraversarono la Macedonia di Filippo V, alleato con i Romani contro la lega Etolica che si era ribellata.
In seguito ad incidenti diplomatici, Sparta si allea con la lega Achea ma, nello stesso anno, i Romani riuscirono a sconfiggere Antioco in Grecia, obbligandolo a ritirarsi in Asia minore.
Nel 190 vennero liberato l'Egeo dalla presenza di presidi siriani, potendo sbarcare sulle coste asiatiche.
Ai consoli venne affiancato Scipione Africano, leggendario eroe di Zama, per condurre la guerra che finirà nel 189 con la grande battaglia di Magnesia.
In realtà lui preferì lasciare ufficiosamente campo a suo fratello Lucio che riuscirà a farsi valere.
Il blocco romano era sistemato con la consueta copertura di cavalleria ai lati dei reparti di fanteria.
Unica nota da ricordare è che l'ala sinistra fu composta da cavalleria pesante mentre quella destra da soli ranghi di cavalleria leggera, guidate da Eumene II di Pergamo.
I Siriani invece concentrava una massa di fanteria (mercenari greci, Galati,Cappadoci) con davanti gli elefanti, ponendo alla destra i cavalieri catafratti (cavalieri e cavalli armati pesantemente) mentre alla sinistra carri falcati.
Fin dall'inizio però la situazione per i reparti siriani non è delle migliori, con i famosi carri che, bersagliati da giavellotti romani, iniziarono ad essere irriquieti e portarono scompiglio all'ala sinistra siriana.
Essa, sorpresa da questa problema, viene assaltata dall'ala destra romana, finendo in rotta ed esponendo il lato della fanteria scoperto
Contemporaneamente Antioco, guidando l'ala destra siriana, sfonda e fa indiettreggiare la cavalleria pesante romana, spingendola fino al Castrum.
Tuttavia i due Scipioni portarono avanti un grande piano di accerchiamento, per intrappolare i reparti misti di fanteria siriana.
Così Antioco III, riproponendo lo stesso errore della battaglia di Rafia contro gli Egiziani, si dimenticò il suo esercito, venendo sconfitto pesantemente.
La pace di Apamea(188) fu pesante perché, oltre ad una somma di denaro, i Romani pretesero la distruzione della flotta e la consegna di alcuni prigionieri politici.
Successiva a questa guerra, ci furono scontri politici ai danni della famiglia degli Scipioni con Catone che attaccò Scipione Africano per la sua condotta e per i suoi metodi poco romani.
Il tutto si tramutò in attacchi politici e processi che portarono nel 184 la scomparsa dalla scena politica di questa famiglia.
GUERRE MACEDONICHE
La terza guerra macedonica
Dopo aver sconfitto la Siria, Roma continuò con azioni mirate in Grecia e cercando di compiere un lavoro di giudice esterno.
Tuttavia Filippo V tornò ad concentrare nuovamente potere e ricchezze, bramando di invadere alcune terre greche.
Solo la sua morte, segnata poi dalla salita al trono di Perseo, diede un attimo di tregua prima della guerra.
Il piano macedone era di riunire un fronte anti-romano in Grecia e così il nuovo sovrano decise di adottare precise politiche estere.
Oltre a conquiste militari legittimate da Roma, egli ebbe rapporti con molte città, schierandosi con il popolo contro l'aristocrazia filo-romana per guadagnare consensi.
I romani erano preoccupati da questa nuova minaccia e lo furono ancor di più dopo che si sposò con la sorella di Antioco IV, nuovo sovrano seleucide.
La guerra arrivò nel 171 aC quando Roma decise di mobilitarsi in Grecia ma i primi tempi videro Perseo vittorioso grazie al suo buon numero di alleati.
Tuttavia nel 168 aC, ci fu la svolta decisiva grazie al console Emilio Paolo che sconfisse definitivamente Perseo a Pidna.
Questa battaglia fu importante perché era uno scontro tra due mondi militari completamente differenti, una basata sui manipoli e una basata sulle falangi.
E.Paolo schiera le sue 2 legioni nel nucleo dei reparti di fanteria, completati dagli alleati italici.
Le due ali invece erano composte dalla cavalleria, con alcuni ranghi greci a completare la formazione.
Perseo schiera lo stesso modulo ponendo la sua micidiale falange al centro, completando l'opera con reparti mercenari traci e reparti di cavalleria.
Dopo un breve momento di avvicinamento, il sovrano macedone procedette con il guado del fiume e con lo scontro tra i reparti di fanteria.
In un primo momento i legionari però furono messi in seria difficoltà, obbligando i romani a ritirarsi.
Ovviamente la ritirata era stata organizzata dal console, permettendo ai suoi ranghi di non sfaldarsi e facendo avanzare il nemico su un terreno molto diverso.
Questo cambiamento permetterà ad E.Paolo di accorgersi dei problemi di manovra dell'esercito macedone che, scalando la collina, inizia a spaccarsi in più punti.
Ritroviamo allora una nuova fase della battaglia con i legionari mandati all'interno degli spazi nemici, potendo arrivare a colpirli molto duramente.
Lo sterminio successivo segnerà la fine di Perseo che dovrà accettare una pace durissima, la quale comportò il disgrego del regno macedone in quattro piccoli regni, ponendo anche dei paletti economici, militari e sociali.
Furono puniti anche gli alleati di Perseo come l'Illiria che venne divisa in tre distretti, l'Epiro che venne saccheggiato, 500 Etoli che vennero uccisi mentre 150000 Epiroti divennero schiavi.
Rodi, che era rimasta neutrale nonostante la richiesta Romana, venne privata di alcuni territori e il suo potere commerciale diminuì in seguito alla fondazione di alcune colonie che divennero porti franchi per tutti i mercanti.
Questa guerra fu talmente vantaggiosa a livello economico che nel 167 aC venne abolito il Tributum, tassa straordinaria per finanziare la guerra, a tutti coloro che avevano il cives romano.
La quarta guerra macedonica
Nel 149 aC Andrisco, spacciandosi per figlio di Perseo, sollevò una ribellione per riunificare il regno macedone e cacciare i Romani.
Tuttavia fu sconfitto da Cecilio Metello nel 148 aC, portando alla nascita di una provincia romana per controllare meglio questi territori.
La guerra Acaica
Questa guerra fu scatenata da rivalità tra poleis greche e da risentimento anti romano.
La lega Achea occupò Sparta,Corinto e Argo con Roma che ne chiese subito il rilascio ma, vedendosi rifiutare la proposta, decise di scendere in guerra nel 146.
La Lega ottenne alcune vittorie iniziali ma fu sconfitta pesantemente dalla discesa nel Peloponneso di Cecilio Metello, appena vittorioso su Andrisco.
A lui succedette Mummio che piegò definitivamente la Grecia, la quale divenne territorio sotto il comando del governatore della provincia macedone.
Nel 146 ricordo che ci fu anche la distruzione di Cartagine e la fine della terza guerra punica.
Anche questi territori divennero provincia romana.
Roma annesse anche il territorio del regno di Pergamo con la morte di Attalo III che essendo senza eredi lasciò l'intero regno ai Romani, i quali ne fecero una provincia.
In breve tempo la potenza romana riuscì a piegare tutte le potenziali concorrenti sul Mediterraneo e riuscendo ad organizzare le nuove conquiste sotto forma di province, portando immense quantità di oro a Roma.