LA GRECIA IN BILICO
Articolo esplicativo dell'arrivo dei Romani nel mondo greco e della loro politica.
GRECIA E ROMA
Nonostante l'intreccio storico tra queste due realtà distinte, preferisco dare una veloce conclusione alla storia della Grecia del periodo romano.
Farò cenno solo ad importanti eventi o di spiegazione di certi cambiamenti nello scenario greco.
L'ARRIVO DI ROMA
Tra le varie teorie formulate negli anni, una in particolare mi stuzzica parecchio e che ritengo più verosimile.
Si pensa che Roma abbia spostato la sua volontà di espandersi in Illiria per dei semplici motivi: uno politico e uno militare.
Quello politico riguarda la scelta di proteggere i mercanti dai pirati nell'Adriatico e per sondare il terreno ad eventuali campagne o per trovare eventuali amici.
L'altro invece mirava, tramite la guerra preventiva, ad evitare pericolosi assemblamenti di potenze militari in territorio greco.
Per questo Roma farà ben due guerre per l'Illiria, prima di accorgersi di potenziali nemici come Filippo V e quindi del mondo macedone.
Il vero nemico per i romani fu proprio questo Re che, mentre Annibale portava disordine in Italia, attaccava il protettorato in Illiria.
Questo grave pericolo portò i Romani a stringere accordi con i Greci affinchè costituissero un fronte antimacedone.
Gli etoli colsero questo per farseli amici e costringere Filippo V a combattere in Grecia.
Ovviamente, col passare del tempo, i primi dubbi si sollevarono e anche gli Etoli cercarono di uscire dalla guerra.
Tuttavia vennero additati, secondo il trattato del 212, come nemici.
Dopo la pace dl 205, i Romani mantennero la loro presenza nel mondo greco senza però farne pesare la presenza.
D'altro canto, Filippo V si impegnò nell'Egeo per accrescere il suo potere.
Questo causò lamentele da parte dei greci che chiamarono i Romani ad intervenire nuovamente contro la Macedonia.
La faccenda però iniziò ad essere più complicata quando il Regno di Pergamo portò alla luce l'alleanza militare tra Antioco III e il macedone.
Inizialmente dovevano spartirsi l'Egitto, ormai in crisi aperta dopo la morte di Tolomeo IV, ma con la possibilità che la sfera greca potesse in futuro rientrare nei loro piani.
Questo portò Roma a prendere in considerazione un intervento militare, concretizzato nel 200 quando la Macedonia iniziò l'invasione della Grecia.
La Grecia, seppur timorosa dei Romani, aveva intenzione di supportarli e lo fece anche nella famosa guerra di Cinoscefale dove, i due eserciti alleati, sconfissero le falangi macedoni.
L'EVOLUZIONE GRECA
Nonostante la schiacciante vittoria, Roma non sapeva come comportarsi coi Greci.
Desiderosi di mantenere la loro libertà ma capaci di scendere a patti coi Romani per chiederne aiuto militare.
Tuttavia Roma sarà molto furba nel concedere loro essa senza però ricordare il debito.
Così, dopo aver arbitrariamente proceduto alla separazione delle terre prese alla Macedonia, iniziò una lenta ritirata che si concluse nel 194.
Dal punto di vista militare fu un successo ma lo fu ancor di più da quello politico.
Ormai la Grecia si può considerare un protettorato romano in quanto la loro libertà fu un regalo che legherà sempre le decisioni delle singole poleis agli interessi romani.
Questo profondo legame si può constatare nel 196 quando Antioco sbarcò a Demetriade per sostenere gli Etoli, ormai disertori.
Antioco III si aspettava di raccogliere l'aiuto di tutto il mondo greco e di poter cacciare i Romani.
Tuttavia Flaminio, grazie alla usa capacità politica, aveva ormai portato dalla sua gran parte delle poleis, lasciando nel limbo solo la Macedonia.
Anch'essa eviterà di scendere in guerra perchè scontenta della politica siriana.
Constatando di aver fatto un passo falso, Antioco cercò di aspettare rinforzi ma nel 191 venne sonoramente sconfitto alle Termopili.
Dopo che la flotta romana giunse nell'Egeo, anche alcune isole, come Rodi, scelsero lo schieramento romano.
Potendo così sbarcare in Asia Minore, la minaccia siriana era stata respinta ben oltre i limiti pensati.
Da ora i Romani, alleati con il Regno di Pergamo, poterono arrivare a Sardi.
Nel frattempo riuscirono a sconfiggere anche i Galati, cioè i Galli arrivati dai Balcani che attraversarono la Macedonia e la Grecia.
La guerra finì nel 188 con il trattato di Apamea che vedeva ovviamente vittorioso il gruppo Romano.
I risvolti sono economici, militari e politici che illustrerò qua di seguito.
Dal punto di vista economico, la possibilità di sfruttare le miniere d'oro e le ricchezze dei regni alleati a Roma portarono immensi tesori in Italia.
Inoltre fornirono quella presenza militare necessaria per stabilizzare momentaneamente la zona, lasciando sicuro il limes romano lungo l'Oriente.
La più grande vittoria però fu ottenuta dal punto di vista politico e permise di rendere l'intera Grecia una zona pacifica e assoggettata a Roma.
Inoltre trovò validi alleati come il Regno di Pergamo e l'isola di Rodi che, per la loro partecipazione, furono ricompensate con ampi territori (come puoi vedere nella mappa).
LA TERZA GUERRA MACEDONICA
La presenza romana in Grecia però non fu tutta rosa e fiori.
Dopo l'ordinamento del 188, la Grecia era libera ma assai frantumata in medio-piccole realtà.
Tuttavia si formarono due poli politici pericolosi per la zona che non cercarono lo scontro con Roma ma non ne vedevano di buon occhio la loro interferenza.
Gli Etoli formarono un blocco sottomesso, contro la loro volontà, a Roma mentre gli Achei riuscirono a neutralizzare Sparta e Messenia.
I Tessali tornarono a guardare con sospetto la Macedonia mentre Rodi estendeva i suoi confini anche in Tracia, compromettendo la fragile stabilità greca.
A questo aggiungiamoci l'ascesa di Perseo, figlio di Filippo V, che voleva risollevare la Macedonia, portandosi di nuovo in maniera aggressiva vicino ai suoi antichi territori greci.
Potendo sfruttare una rinata situazione sociale, economica e militare, Perseo iniziò con una politica estera incentrata in Grecia per creare un fronte antiromano esteso.
Molti si allearono a lui ma molti altri richiamarono Roma per paura di perdere la loro agognata libertà.
Rappresentazione degli schieramenti durante la Battaglia di Pidna
Così, dopo numerosi diplomatici del mondo greco ed orientale, Roma capì la crescente e preoccupante potenza macedone.
Per i greci fu una battaglia abbastanza incolore e molti preferirono rimanerne fuori.
Solamente Etoli e Illirici si schierarono con Perseo ma, dopo la battaglai di Pidna, si videro isolati.
Infatti Perseo venne brutalmente sconfitto e portato a Roma come prigioniero.
Dalla fine della guerra però abbiamo una politica più dura da parte romana.
Basti pensare che:
-l'Illiria venne divisa in tre aree sotto controllo diretto romano;
-la Macedonia suddivisa in quattro aree e, dopo la quarta guerra macedonica, divenne provincia;
-gli Etoli vennero repressi e le loro città saccheggiate;
-Rodi, che aveva mantenuto un filo politico tra macedoni e romani, venne penalizzata di molti territori e si avviò al declino;
-Atene riottenne il controllo di alcune vecchie isole e potè gestire il porto franco di Delo;
-il regno di Pergamo rimase isolato fino alla morte del sovrano Eumene;
LA GRECIA DIVENTA PROVINCIA
La terza e quarta guerra macedone aveva fatto cambiare politica a Roma e, come mostrato prima, iniziò ad esercitare un potere più diretto.
Questo successe anche in Grecia quando la Lega di Corinto stava organizzando una guerra contro Sparta.
Entrambi gli schieramenti cercarono l'aiuto romano ma il Senato temporeggiava.
Questo causò la defezione degli Achei che, dopo aver ricevuto un pesante ultimatum romano, decisero di scendere in guerra.
La reazione fu durissima e Roma sconfisse la Lega a Scarfea, pretendendo lo scioglimento di essa.
Seppur ci fu una continua resistenza, essa provocò la durissima scelta del Senato romano: Corinto deve essere distrutta.
Così, il punto politico della Lega, scomparì, sancendo la fine della Grecia.
Ovviamente alcune realtà continuarono a vivere sotto l'ordinamento di Civitates liberae et immunes.
Nella realtà pratica, esse continueranno ad essere libere ma dipendendo fortemente da Roma.