Dr.ssa Napolitano

Adolescenti: istruzioni per l'uso.

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Adolescenti: istruzioni per l'uso.

Disturbi del comportamento alimentare

2022-07-18 17:07:09

Quello che i genitori dovrebbero sapere

I disturbi del comportamento alimentare negli ultimi anni sono diventati una vera e propria emergenza sanitaria.

Malattie subdole anche perché spesso difficili da diagnosticare e su cui oggi regnano ancora molti falsi miti. 

Quali sono i campanelli d’allarme a cui i genitori dovrebbero prestare attenzione?

Sono diversi e possono riguardare più ambiti.

I primi segnali sono quelli che hanno a che fare con modificazioni delle abitudini alimentari.

Parliamo di cambiamenti che possono presentarsi inizialmente in modo più sottile:  il ragazzo o la ragazza comincia, per esempio, a modificare il proprio piano alimentare, in termini di controllo, togliendo il superfluo, come gli spuntini e le merende, per poi arrivare lentamente a delle modificazioni più evidenti che riguardano il momento dei pasti.

I ragazzi cominciano ad addurre delle scuse come “non ho fame”, “ho già mangiato”, eccetera.  Accanto a queste modificazioni del comportamento alimentare possono comparire anche dinamiche di ritiro sociale o di distacco, si può assistere a una maggiore lontananza dai genitori come dal gruppo dei pari.

Anche il tono dell’umore può risentirne e i ragazzi possono sembrare più tristi.  Inoltre possono comparire dei rituali tipici: l’essere sempre più concentrati su aspetti che riguardano non solo il cibo ma anche il proprio corpo, può indurre chi soffre di DCA a passare molto tempo in bagno o davanti allo specchio, come a fare molto esercizio fisico.

Spesso il problema ha inizio da una dieta: che ruolo gioca la prevenzione in questo senso?

Dobbiamo innanzitutto sfatare un mito: non ci si ammala perché ci si mette a dieta.

La comunità scientifica ormai è concorde nel ritenere che i DCA hanno della cause multifattoriali, legate a caratteristiche individuali e di temperamento come di origine biologica o inerenti la sfera della relazione con gli altri. Noi distinguiamo tra fattori predisponenti, precipitanti e perpetuanti: tra i fattori precipitanti a volte ci sono le diete.

  In sintesi possiamo dire che molti adolescenti si ammalano in seguito a una dieta ma non è la dieta in sé a provocare il disturbo: erano cioè presenti altri fattori di rischio che potevano portare all’insorgenza del disturbo stesso.

In un’ottica di prevenzione è sicuramente importante fare informazione sul tema della corretta alimentazione, non solo per ciò che concerne gli aspetti nutritivi del cibo ma anche su quello che riguarda gli aspetti emotivi legati all’alimentazione.

I falsi miti che ancora avvolgono il tema dei disturbi alimentari e che è utile smantellare per promuovere un’informazione corretta


Un falso mito molto comune è che ci si ammala per seguire un modello corporeo irraggiungibile.

Sicuramente l’identificazione con alcuni ideali corporei è una componente del disturbo ma i ragazzi non si ammalano perché vogliono fare le modelle o i modelli piuttosto per quelle concause di cui parlavamo e che rappresentano una sorta di risposta alla loro difficoltà di stare al mondo.

Un altro falso mito è che i maschi non si ammalano di DCA. Non è vero: la percentuale è minore e l’esordio della malattia è diverso, per certi versi più subdolo: nei maschi si può notare maggiore attenzione all’esercizio fisico e un controllo dell’alimentazione per arrivare ad avere una certa prestanza fisica ma si ammalano anche loro.

Molto comune è anche credere che basti mangiare per guarire da un DCA e che chi ha un peso nella norma non soffre di un  disturbo del comportamento alimentare. 

Si tratta di false credenze: queste malattie, infatti, sono così complesse che si può avere un peso assolutamente nella norma ma una cognitività ovvero dei pensieri, delle preoccupazioni o dei comportamenti che rientrano in un disturbo alimentare.

Si pensa sempre a un corpo anoressico come a un corpo malamente denutrito e ad un fisico bulimico come a un corpo in sovrappeso, quando in realtà non è sempre così.

Molti genitori arrivano a chiedersi: «dove ho sbagliato?» Il senso di colpa può essere molto forte.

È importante sfatare l’idea della colpa.

Quello che è bene cercare di fare è piuttosto capire le cause, capire perché i ragazzi si ammalano, senza avere la pretesa che arrivare  alla causa significhi eliminare la malattia.

 Il senso di colpa arriva poi spesso perché i DCA hanno un esordio talmente subdolo che i genitori possono rendersene conto quando quei comportamenti diventano molto evidenti.

Molti genitori si rimproverano di non essersene accorti prima.  Anche per questo è importante fare una buona informazione sul tema: per saper riconoscere meglio e prima i segnali di cui parlavamo.

Nel momento in cui un genitore si rende conto che qualcosa non va, come può intervenire?

Intanto è importante far passare la propria preoccupazione senza colpevolizzare il ragazzo.

Il messaggio non deve essere â€œè colpa tua, stai sbagliando qualcosa” ma â€œio sono preoccupato per te, ci sono dei comportamenti che mi preoccupano e che mi portano a chiedere aiuto”.

Dopodiché è necessario rivolgersi ai medici di base e ai pediatri di libera scelta che solitamente sono i primi in grado di dare delle indicazioni anche sui centri di secondo livello, individuati dal Ministero, specializzati nelle cure. Si tratta di centri in cui i DCA vengono curati con un approccio multidisciplinare, ovvero attraverso figure cliniche diverse tra le quali psichiatri, endocrinologi, pediatri, nutrizionisti come psicologi e psicoterapeuti esperti in DCA .

Da questi disturbi si può guarire?

Sì, si guarisce ed è importante dirlo. Quello che è bene sapere però è che può trattarsi di un percorso lungo, a volte anche di anni.

Vi ricordo che se avete bisogno di me potete contattarmi tramite form

by dr.ssa Maria Teresa Napolitano