Dieta di gruppo

Salute & Benessere

La fame emotiva

2021-04-08 20:39:44

La pubertà, che per i maschi inizia tra 11 e 16 anni e per le femmine tra 10 e 14 anni, determina la trasformazione del corpo del bambino in quello di un adulto.

Contemporaneamente, inizia l’adolescenza intesa come cambiamento psicologico e comportamentale che coinvolge i ragazzi in tutte le abitudini della loro vita precedente, compreso il rapporto con il cibo. L’adolescenza, dal punto di vista dell’alimentazione, è certamente il periodo più complesso nella fase di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda la capacità di seguire i principi dell’equilibrata alimentazione.
L'adolescenza è la seconda fase di crescita più rapida nella vita dopo l'infanzia. Lo scatto di crescita dell'adolescente durante questo periodo crea un maggiore bisogno di molti nutrienti. Mangiare bene assicura una quantità adeguata di nutrienti chiave: calcio, ferro e vitamine A, C e D. Ad esempio, il fabbisogno di calcio è maggiore poiché circa il 40% della formazione definitiva dello scheletro avviene proprio a questa età. Alcuni adolescenti mangiano più del dovuto, ma non sempre si tratta di golosità, ingordigia o di cattive abitudini alimentari apprese. L’eccessivo appetito a questa età può essere dovuto a situazioni di stress che fanno diventare il cibo un rifugio o un mezzo di conforto, innescando un fenomeno chiamato fame emotiva (emotional eating).
Negli adolescenti avvengono rapide trasformazioni che modificano il loro modo di essere e le idee sul mondo che li circonda. Questi mutamenti psicologici possono cambiare velocissimamente e formare nei ragazzi atteggiamenti differenti anche a distanza di pochi mesi. In questo processo di trasformazione, la famiglia rimane nel background della loro vita che, invece, si svolge all’interno del gruppo di amici. Il rapporto con il cibo, per quanto possa essere stato complicato anche prima, non è più legato soltanto alla famiglia o alla mensa scolastica, ma è legato anche al gruppo che, a sua volta, è influenzato da tutto ciò che circonda i ragazzi. In questo periodo, si sviluppano anche i valori del gruppo: cosa è bello e cosa è brutto, cos’è forte e cosa non lo è, etc. Il gruppo può portare soddisfazioni ma anche profonde insoddisfazioni e frustrazioni che, in qualche modo, condizionano le abitudini alimentari portando gli adolescenti a un rapporto distorto con il proprio corpo e di conseguenza con il cibo. A volte, questo sfocia in vere e proprie patologie come l’anoressia, la bulimia, il disturbo da alimentazione incontrollata e l’obesità. 

L’emotional eating o fame emotiva non è legata alla reale necessità di nutrirsi, ma alla ricerca di conforto, di scacciare la noia, sorge in risposta a un’emozione (solitamente negativa) o allo stress. Questo comportamento comincia a svilupparsi già nei primi mesi e anni di vita del bambino e si evolve ulteriormente in funzione di stimoli esterni e ormonali nella fase adolescenziale e pre-adolescenziale. La fame emotiva irrompe velocemente, al contrario dell’appetito fisiologico, ed è percepita come urgente. Il tempo che passa fra il pasto precedente e la richiesta di altro cibo può aiutare a distinguere la fame vera, ovvero “lo stomaco vuoto”, da altre richieste che il ragazzo o la ragazza non è in grado di riconoscere o esprimere in altro modo. Spesso si tratta di “fame” di considerazione o di coccole (infatti durante gli attacchi di fame emotiva i ragazzi  hanno spesso voglia di dolci, cioccolata e carboidrati in generale), oppure potrebbe essere l’incapacità di gestire la noia o lo stress della scuola. È opportuno passare del tempo con i figli, mettersi nei loro panni, ascoltare le loro esigenze e proporre attività alternative per colmare il senso di vuoto che cercano di riempire con il cibo. Di seguito sono riportati i segnali tipici della fame emotiva o emotional eating:

  • Mangiare in orari non abituali per la famiglia, tipo in tarda serata.
  • Mangiare in risposta a sentimenti spiacevoli o a particolari situazioni percepite come stressanti o negative.
  • Provare sentimenti di inadeguatezza e senso di colpa rispetto all’assunzione di cibo.
  • Mangiare più del solito o del necessario per saziarsi.
  • L’aumento di peso.
  • L’urgenza del bisogno di mangiare.
  • La ricerca di specifici alimenti, solitamente sempre gli stessi e soprattutto junk food.
  • Nascondere le confezioni o i resti dell’alimento consumato.
  • Sgranocchiare cibo in momenti di tensione, stress o noia.

Se si riscontrano uno o più “sintomi” tra quelli sopracitati, soprattutto se protratti per lungo tempo, il consiglio è di prendersi cura del problema e di rivolgersi al pediatra di famiglia. Ecco un elenco dei più comuni cibi spazzatura che bambini e ragazzi tendono più facilmente a consumare durante gli attacchi di fame emotiva e che devi controllare non mangino in quantità eccessive:

  • succhi di frutta e nettarizuccherati, poiché contengono molti più zuccheri rispetto alla frutta fresca, alle spremute e ai centrifugati;
  • le bibite gassate (anche quelle a 0 calorie), poiché contengono zuccheri aggiunti o dolcificanti di sintesi, tanti conservanti e coloranti;
  • gli hamburger da fast-food, poiché contengono più grassi e conservanti rispetto al macinato fresco;
  • le patatine fritte, poiché vengono spesso fritte in oli di scarsa qualità (anche quelle in sacchetto), quelle da fast food vengono fritte nello stesso olio che è stato utilizzato per altre fritture e quindi contengono tanti grassi saturi e
  • pop-corn del cinema e del supermercato da fare in microonde (es. al burro, al caramello, etc.), poiché contengono molti grassi, sale e, le varianti dolci, anche molti zuccheri.
  • le caramelle, poiché ricche di zuccheri e coloranti;
  • cibi precotti e impanati, poiché sono ricchi di grassi e conservanti;
  • prodotti da forno industriali confezionati (sia dolci che salati), in quanto contengono molti più zuccheri, grassi, conservanti e aromi artificiali rispetto agli equivalenti fatti in casa e spesso vengono utilizzate farine molto raffinate;
  • formaggi fusi a fette, poiché contengono molti più grassi, sale ed additivi rispetto agli altri formaggi. In questo caso, meglio preferire per la dieta del bambino formaggi freschi(stracchino, crescenza, mozzarella, etc.) oppure stagionati

Sarebbe impossibile eliminare completamente questi cibi dall’alimentazione di bambini e ragazzi. Il consumo occasionale di junk food non incide in modo irrecuperabile sulla loro salute, ma è importante come genitore insegnare ai figli a consumare regolarmente e ad apprezzare cibi freschi e salutari, cucinati in modo semplice (senza grassi aggiunti) e a preferirli ai cibi precotti, confezionati e lavorati industrialmente.



fonte educazione nutrizionale