Dieta di gruppo

Salute & Benessere

L.O.Ve.

2020-05-28 16:07:25

È ormai molto diffusa l’opinione che il cibo, oltre che nutrirci e darci tanta soddisfazione e gioia, debba anche essere sano, rispettare gli animali e avere il minor impatto ambientale per preservare il nostro pianeta o perlomeno per non danneggiarlo ulteriormente. I medici e dietisti hanno...

lavorato per realizzare una dieta equilibrata in macro e micronutrienti sia di origine vegetale, sia animale, ma senza carne né pesce o animali di altro tipo.

Questa dieta, oltre a rispettare l’etica di coloro che ritengono non si debba uccidere gli animali per nutrire l’uomo, è soprattutto eco-sostenibile perché la filiera degli alimenti utilizzati non ha un impatto negativo sull’ambiente.

Nutrienti necessari
Generalmente, nelle diete vegetariane è facile non soddisfare il fabbisogno quotidiano di alcune proteine e vitamine, in particolare gli aminoacidi essenziali e la vitamina B12, che è esclusivamente presente negli alimenti di origine animale, oltre al ferro che si trova soprattutto nella carne.
La dieta di questo programma ha un impatto ambientale molto basso e inoltre garantisce e rispetta tutti i fabbisogni nutrizionali (aminoacidi essenziali, minerali importanti come calcio e ferro, vitamine fondamentali come la B12) grazie all’apporto equilibrato di uova e derivati del latte.Gli alimenti e le ricette proposte fanno parte della tradizione italiana e mediterranea, i sistemi di cottura proposti mantengono integra la maggioranza dei nutrienti contenuti nei cibi e non producono sostanze tossiche.

L’impatto ambientale
Chi conosce questo tema è consapevole che non esistono alimenti fatti dall’uomo (coltivazioni, allevamenti, lavorazioni) che abbiano impatto zero sull’ambiente.
Secondo l’Ecological Footprint degli Alimenti* (un indice che calcola la capacità della terra di rigenerare le risorse come l’acqua, di assorbire le emissioni di CO2 e che include i processi di cottura), hanno l’indice dell’impronta ecologica rispettivamente dal più basso al più alto: gli ortaggi di stagione e la frutta con indice 3, i legumi 19, l’olio 43, il pesce 79 e la carne 119. Nessun alimento prodotto dall’uomo ha quindi impatto zero. Tuttavia, l’impatto ambientale non è generato solo dalla produzione del singolo alimento, ma si genera lungo tutta la filiera (produzione, trasformazione, consumo, spreco, smaltimento). Per questo motivo, per poter misurare l’eco-sostenibilità di ciò che mangiamo, si deve tenere in considerazione l’intero ciclo di vita dell’alimento, compreso il consumo reale che ne fa l’uomo. Il metodo più efficace per stimare l’impatto ambientale è “l’analisi del ciclo di vita”, noto come Life Cycle Assessment (LCA procedura standardizzata a livello internazionale ISO 14040), che valuta gli impatti lungo l’intera filiera produttiva e fa un resoconto dei risultati delle analisi grazie a opportuni indicatori di sintesi.

Impatto della dieta
La valutazione dell’impatto ambientale dei modelli dietetici dello studio “Total Environmental Impact of Three Main Dietary Patterns in Relation to the Content of Animal and Plant Food” ** è stata condotta con la procedura LCA e ha lo scopo di confrontare 3 modelli alimentari diversi ma “omogenei” tra loro:

  • “onnivoro” (OMN), che include carne, prodotti animali e qualsiasi alimento vegetale;
  • “latto-ovo-vegetariano” (LOV), che comprende qualsiasi alimento vegetale, latte, latticini e uova, escludendo qualsiasi tipo di carne animale (carne, pollame o pesce);
  • “vegano” (VEG), dieta unicamente vegetale che esclude qualsiasi alimento di origine animale: non solo carne, pollame e pesce, ma anche latte, latticini e uova.

I tre modelli utilizzati sono quelli raccomandati dalle linee guida del Dipartimento dell’Agricoltura degli USA, ma nella comunità scientifica non c’è un accordo unanime  sulla reale capacità della dieta vegana di esaudire i fabbisogni di tutti i nutrienti che invece offre la dieta onnivora, in particolare per l’apporto di vitamina B12 e la quantità di aminoacidi essenziali. È però scientificamente dimostrato e condiviso che la dieta LOV fornisce gli stessi importanti e fondamentali nutrienti della dieta onnivora, anche senza proporre carne o pesce.
Dal punto di vista dell’impatto ambientale, invece, i 3 modelli dimostrano significative differenze. Utilizzando l’indice Ecoindicator99 ed Ecopoint (procedure che analizzano l’impatto in base al danno ecologico conseguente al consumo degli alimenti presenti nei 3 modelli alimentari), si rileva che la dieta LOV ha un impatto ambientale nettamente inferiore rispetto a quello della dieta onnivora classica e/o mediterranea (2,8 vs 4,6%).Tale differenza è ancora maggiore per le diete onnivore abituali di molti paesi industrializzati, non di tipo mediterraneo, ma ad alto contenuto di carni.

Eco-sostenibilità della dieta
L’indice dell’impronta ecologica di una dieta deriva da un calcolo complesso, che riguarda il valore di tutti gli alimenti realmente ingeriti nell’intera dieta. Sostenere di mangiare più ecologico rispetto a un’altra persona perché non si mangia la carne o altri alimenti di origine animale può non essere vero, anche se questi alimenti sono quelli con il maggiore impatto ambientale. Dato che nessun alimento ha impatto ambientale zero, sarà la quantità dell’alimento a determinare se una dieta è più o meno eco-compatibile.