Daniele Ventola

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Il compito di un viaggiatore e' immergersi nella storia di un luogo. Conoscere il passato per comprendere il presente

2018-12-05 18:47:52

Ciao amici di Vento della Seta, dovete sapere che ci sono molte domande che mi hanno accompagnato in questi chilometri ungheresi e alcune di queste hanno trovato risposta, altre si sono aggiunte. Perche' chiamiamo gli ungheresi "ungheresi" se loro si chiamano "maggiari"? Perche' tanto sospetto e diffidenza? Perche' durante le messe fanno delle preghiere per Orban il loro primo ministro?Su tanti fogliettini ho raccolto appunti e informazioni di diverse persone che ho incontrato e forse sono riuscito a mente locale. ⊙°•~Hun~•°⊙ Gli Unni sono una tribu' che conosciamo molto bene. Infatti, dopo che Attila ha aperto una profonda cicatrice nell'impero romano, per tutto l'Occidente la Mazdarska si chiamera' per sempre Ungheria, Hungary (inglese), Ungaria (rumeno), Ugorshina (Ucraino) e cosi' via, mentre in Turchia si chiama Macaristan e in Kazako Magiarstan, ma sopratutto e' Madzarska in ungherese. E dunque una possibile interpretazione del perche' li chiamiamo Ungheresi potrebbe derivare dal flagello degli dei Attila, il re degli unni. Ma un'altra interpretazione puo' essere altrettanto probabile. La ricostruzione dell'origine del popolo ungherese viene situata negli Urali, dunque in Russia. Dalla catena montuosa russa una confederazione tribale che si chiamava On-Ogur ("dieci frecce") si mosse verso l'occidente razziando e distruggendo quel che trovavano. L'assonanza tra On-Ogur e Ungheria e' evidente e, di fatto, oltre alle sette tribu' ugriche con a capo il mitico Arpad il maggiaro, la compagnia era composta anche da altre tre tribu probabilmente ebraiche di orgine non semitica che si chiamavano Kabar o Cabari. ▪○●~Magyar~●○▪ La leggenda vuole che la nonna di Arpad, Emese, ebbe in sogno Turul, il falco sacro che, dopo averla fecondata, profetizza che la sua dinastia sara' destinata a far nascere grandi re purtroppo in terre straniere. Per questo avvenimento il figlio di Emese sara' chiamato A'lmos (ovvero colui che e' sognato) e il figlio di A'lmos sara' Arpad il capostitipe della famiglia regnante degli Arpadi. Leggenda continua con Arpad e i sette saggi (gli altri capotribu') che vennero nella pianura Pannonica (attuale Ungheria) seguendo una luce misteriosa grazie alla quale capirono di doversi sistemare qui. Gli storici tagliano le gambe alla magia rivelando che la confederazioni di tribu' ungheresi era dedita alla razzia e distruggevano e terrorrizzavano gran parte dell'Europa fino a quando non ebbero una dura sconfitta dall'Impero a Lechtfeld (955), a seguito della quale si mischairono con le popolazioni presenti divenendo allevatori e agricoltori.

La storia continua a rivelare molte cose del presente

Quasi cinquant'anni dopo questi avvenimenti Bajk, figlio di Geza e discendente di Arpad si converti' al cristianesimo e battezzandosi cambio' nome in Istvan, meglio noto come Santo Stefano. Fu incoronato dal Papa che in quel momento se la contendeva con l'imperatore per cui nel voler rivendicare il potere universale del papato concesse la corona ungherese che poi rimase la Corona di Santo Stefano.

Da questo momento in poi la corona rimarra' sempre intrecciata alla croce e, mentre da noi la distinzione tra Stato e Chiesa e' avvenuta tempo addietro, in Ungheria tutt'ora e' possibile trovare, soprattutto fuori le chiese nuove, statue di re e di regine. E questo mi spiega anche il grande culto che lo stesso Orban riceve durante le messe all'interno delle quali vengono fatte benedizioni appositamente per lui dopo che i sacerdoti mettono in guardia sul pericolo migranti durante la loro predicazione. Che bravi cristiani!

La dinastia degli Arpadi trova i suoi ultimi raggi di sole con il re Bela IV che durante il suo regno ebbe la grande sfortuna dell'invasione mongola. L'invasione mongola del 1200 tocco' l'apice nella battaglia di Muh del 1241-1242 dove il re Bela fu costretto a fuggire in Croazia.

Quando all'improvviso i mongoli lasciarono l'Ungheria per tornare in patria a causa della morte del Gran Khan, re Bela fece un immenso sforzo di ricostruzione. Instancabile e intelligente nella sua politica diede terre in prestito a signori affinche' costruissero fortezze, ispiro' fiducia nei pochi ungheresi rimasti i quali misero le mani nel fango per ricostruire da zero, ma soprattutto, nelle regione ormai spopolate e decimate dalle devastazioni mongole, re Bela fece accogliere i fuggiaschi, rifugiati, quelli che oggi chiameremo migranti, dalle terre ucraine nelle proprie terre e favorendo anche l'immigrazione tedesca nelle citta'. Molti beneficiarono di questa immigrazione.

Purtroppo pero' la dinastia degli Arpadi seguiva sempre piu' il declino fino a quando gli ungheresi persero' per sempre l'indipendenza. Dominazione dopo dominazione l'Ungheria ha visto francesi, turchi, austriaci, sovietici fino a quando con il crollo dell'Unione Sovietica finalmente hanno potuto riprendere in mano la loro nazione, non senza prima versare sangue, non senza prima soffrire, non senza prima migrare.

Una volta ho chiesto a una signora perche' mai la maggior parte degli ungheresi che salutavo non ricambiassero il saluto, perche' a volte mi cacciavano, perche' spesso li trovavo terrorrizati al mio passaggio. E lei mi rispose che oltre al fatto che potrei assomigliare ad un migrante molti ungheresi sono tanto diffidenti stesso tra di loro e probabilmente questo puo' ben essere un retaggio del periodo sovietico dove il proprio vicino o l'amico poteva essere una spia dell'Unione Sovietica.

La situazione odierna e' molto complessa e sono sicuro che ci sono ancora miliardi di dinamiche che si intersecano per le quali ci sarebbe ancora da scavare a fondo per portarle alla luce. Ma posso dire che gli ungheresi sanno essere anche adorabili e non trovo una via di mezzo tra queste due tendenze. Pero', tra coloro che hanno avuto voglia di aprirsi all'incontro, ho trovato persone che portero' per sempre con me.

Se l'attuale ala destra della politca ungherese si erge a protettrice della cristianita' e della purezza della propria etnia, la storia dell'Ungheria e' fatta di mescolamenti e devastazioni fatte e subite e forse e' proprio in questo che si nasconde il germe del carattere cosi' difficile e singolare di questo popolo e vorrei concludere queste considerazioni con un video che quando ho visto mi ha inevitabilmente commosso.

Ricordo che per me il compito del viaggiatore, del viandante, del pellegrino e' quello di aprire nuovi orizzonti di realta', punti di vista. Immergersi in un altra cultura, nei panni dell'altro per crescere assieme.
Il viandante apre le vie dove sono chiuse e se gli chiudono le porte dorme fuori poiche' la terra e' il suo letto, le stelle il suo tetto e le persone del mondo la sua famiglia.

Tutto cio' senza discriminazione.