Daniele Ventola

Founder Starter

#day524 L'ospite e' sacro, "gli offro mia moglie"

2020-01-18 22:26:41

"E se alcuno forestiere vi va ad albergare, egli [chi ospita] son troppo allegri e comandano alle loro mogli di servigli in tutti i loro bisogni, e il marito si parte di casa e va a stare altrove due o tre dì." (Marco Polo, il Milione)

Il sole si nasconde tra le nubi e un vento gelido scorre tra le narici e nella gola. Viene dalla Siberia, mi dicono, e di certo non e' un vento amico.
Lasciata Khujand e le statali, attraverso i lastricati sentieri paralleli alle acque del SirDarya... freddo! Ma fortunatamente non come quegli inverni terribli del nord Kazakistan che fanno congleare pure le lacrime.

Negli ultimi giorni di cammino sono stato fermato da non so quante centinaia di persone. Chi per una foto, chi per una curiosita', per un the'. Tutti quanti entusiati di potermi accogliere, di ringraziare il loro dio del dono dello straniero che porta venti nuovi e parole diverse.

Sono stato ospite nella camera di Abduhazil e Fizoil e dei loro amici, in quel cortile dove coltivano 250 alberi di limoni; nella famiglia di Shoksha; nelle stanze di Max... cosi', senza neanche dover chiedere.

<<Hei, atkuda?>> [Di dove sei?] <<Italia>>

Si aprono i cenoni, con carni fumanti esaltati da cipolla viva e contornati coriandolo; vengo scortato nei bazar; mi aspettano fuori dal bagno; dormono nella mia stessa stanza, si alzano quando mi alzo, dormono quando dormo; attendono fuori la doccia che l'abbia finita; mi versano il cay; mi fanno mangiare fino a quando non finisco tutto (tutto!); e ringraziano i cieli, di questo dono straniero.

Ed e' stato camminando e riflettendo su queste cose, a tratti anche esagerate, che me ne sono reso conto: l'ospite qui' e' molto piu' di un dono del cielo (come in Turchia e Georgia), qui l'ospite e' Sacro, nel senso piu' profondo della parola.

Quasi come quei re del passato, venerati in quanto dei. E poiche' dei non potevano toccare con il piede il terreno per non contaminarsi; non potevano toccare il cibo; ed erano sempre trasportati in trono sulle spalle dei piu' nobili vassalli.

Allora mi ritorno' in mente quel passo di Marco Polo con quella stravagante usanza nella provincia di Camul tra il grande deserto e il piccolo deserto. Una regione che non dovrebbe essere troppo distante dal punto nel quale mi trovo ora, Konibodom.

#Camul

Anticamente Camul era un regno poi entrato nell'impero mongolo. A detta di Marco Polo i camuliani erano idolatri, avevano una propria lingua e avevano da mangiare e da bere in abbondanza che vendevano agli stranieri di passaggio. Erano uomini di grande "solazzo" e non attendevano altro se non suonare strumenti, ballare e cantare poi, se qualche forestiero andava ad albergare nelle loro case, comandavano alle loro mogli di servirlo in tutti i loro bisogni, e il marito spariva per due o tre giorni. Il forestiero si avvicinava alla moglie come fosse lui il marito e questa era usanza degli uomini dell'intera provincia, che non sembrava turbare tanto le donne.

Ma il Khan del tempo, Mogu Khan, scoprendo che gli uomini "faceano avolterare loro femine a' forestieri", comando' che nessuno straniero fosse ospitato nelle loro case.
Gli uomini di Camul non solo furono tristi, ma videro nella grande carestia che si abbatteva sulle loro terre, l'ira dei loro idoli che non vedevano piu' la ripetizione di questo bizzarro rituale.

Mandarono un ambasciatore al Khan pregandolo di riprendere la loro tradizione per non irritare i loro dei, al che' Khan Mogu rispose <<quando volete vostra onta e vergogna, e voi ne abbiate!>>

Dopo tanti secoli questa usanza e' dimentica e sepolta dal cemento che ha soppiantato la sabbia, eppure il quesito mi resta grattandomi la nuca come una curiosta' intenta a scuotere. Che questa immensa cerimonia dell'ospite che non deve toccare niente, ne' provvedere a niente, sia un eco di quella Camul cancellata dai libri di storia, ma non dai diari di un viaggiatore?

E con queste ultime pagine ti saluto Tajikistan e ti ringrazio del calore di cui mi hai riempito nelle notti piuà fredde.

Rientrero' una seconda volta in Uzbekistan per continuare verso il Kirghizistan.

Per sempre rahmat Tajikistan, ti ho adorato!

Vi ricordo l'intento del mio viaggio!

Con la fatica e l'infinita bellezza di un viaggio a piedi tra gli uomini, utilizzando la più moderna tecnologia digitale, sono partito da Venezia (in realtà da Napoli! :-D) e voglio arrivare a Zhoukoudian, dove sono stati scoperti i resti dell'Homo Pechinensis, risalenti a 750.000 anni fa.

Il mio vorrebbe essere un viaggio alle radici della nostra storia, diretto verso il futuro, e ce la sto mettendo tutta!!


Potete aiutarmi a sostenere ogni passo!

  • qui sul mio canale di Cam TV con una libera donazione!
  • ordinando il Piatto del Saluto dagli amici di Casa la Buona Stella
  • oppure attraverso la piattaforma www.buonacausa.org

Per sapere di più su questo viaggio curiosate nel sito web

www.ventodellaseta.org

Grazie di cuore a tutti voi che seguite!!