Daniela Vaira

CAPPERIII....spero almeno che il bencapitato mi ricambi con qualche like.......spero

2018-06-25 15:55:09

ma che bello, mi si é bloccata la schermata su un post e son partiti ben 50 LIKE COINS su questo post.....capperiiiiiiii

Daniela Vaira

Prima di iniziare e darvi le ricette Ecco chi era Catherine Kousmine

2018-06-25 10:54:54

Catherine Kousmine si laureò in pediatria nel 1934. Colpita dalla morte per tumore di due piccoli pazienti (evento insolito all’epoca), Catherine decise di risalire alle cause della malattia. Acquistò all’Istituto Curie di Parigi dei topi predisposti ad ammalarsi di cancro. Per risparmiare sui costosi mangimi li nutrì con torsoli di cavoli, pane vecchio, bucce di patate… Lungi dall’ammalarsi, i topi stavano benone. Che fossero “difettosi”? La Kousmine se ne fece mandare altri, ma nulla cambiò. Dopo aver esaminato vari fattori, la dottoressa concluse che la salvezza di questi animaletti veniva dal cibo, proprio quello che allora stava tanto cambiando. Si andavano sempre più diffondendo gli alimenti raffinati (farina, zucchero, olio), c’era una maggiore disponibilità alimentare che portava a un aumento dei consumi in generale, soprattutto di carne e prodotti animali. Di pari passo, si assisteva a un incremento della sedentarietà e delle malattie degenerative: tumori, patologie autoimmuni come la sclerosi, ma anche allergie e intolleranze, disturbi cronici digestivi, calo delle difese immunitarie, obesità, diabete, sterilità. Tutte cose che oggi sembrano la norma! A mettere su questa strada la dottoressa Kousmine furono anche gli studi di molti suoi contemporanei. Tra questi, la coraggiosa Johanna Budwig, chimica tedesca, la prima a denunciare la nocività degli oli ottenuti con i solventi; fu, per questo, più volte candidata al Nobel, ma anche citata in tribunale dai produttori che persero sempre le cause. Fu proprio lei a creare l’embrione della colazione che poi, rielaborata dalla Kousmine, è diventata il cavallo di battaglia del Metodo. Scienziata attenta e rigorosa, Catherine continuò a studiare e a visitare pazienti. Fu questo lavoro metodico a permetterle di elaborare una serie di interventi da attuare per prevenire le malattie, dalle più banali alle più gravi, ma anche per impedirne la degenerazione nel momento in cui queste si fossero manifestate. Sono nati così i pilastri del suo Metodo.

Daniela Vaira

Kousmine

2018-06-25 10:04:12

Occorre imparare ad essere più in pace con sé stessi, accettarsi con i propri limiti ed handicap, elaborare i lutti, alimentare la propria vita interiore e imparare a vivere momenti di solitudine “ricca”. Solo così sarà possibile vivere positivamente anche i momenti difficili della sofferenza. Scoprire che è una prova dolorosa, ma che fa parte della vita, non la rende impossibile.

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