Cronogenetica

Erase and rewind

L’Archetipo della Nascita, la Sĕfirōt di Binàh: La PULSIONE VITALE (3° e ultima parte)

2020-04-02 15:45:32

Dalla modalità della tua nascita possiamo comprendere la tua peculiare modalità di entrata in situazioni nuove e sconosciute... Sei nato con il cordone intorno al collo; podalico, con il forcipe, con la ventosa, placenta previa, cesareo... etc. etc..

Ecco come leggere e comprendere varie tipologie di parto e metterle in relazione con il comportamento del soggetto:


In presenza di un parto normale che avviene senza intoppi, con dolori normali e tempi canonici, senza suture o complicazioni, possiamo essere certi che tutto ciò è indice di un pensiero positivo di accoglienza da parte di entrambi i clan. L’energia della soggetto sarà in equilibrio e la sua entrata nelle situazioni nuove assolutamente pulita, allegra e gradita al prossimo.


Se nel parto si verifica che il cordone ombelicale si avvolge intorno al collo del bambino, significa che la madre invia un messaggio contrastante al figlio: lo vuole far nascere trattenendolo e tenendolo ancora nascosto. E’ proprio questo doppio comando (“Vai, ma se stai lontano da me rischi di morire!”) a evidenziare il rifiuto della madre nei suoi confronti. Lo sta facendo nascere, ma non lo vuole, non l’ha scelto! Può esserci un rifiuto anche di altri componenti sempre del lato materno. La pulsione vitale di questa persona, quando sarà adulta, sarà sempre trattenuta, ed avrà nei confronti degli altri la percezione di non essere mai abbastanza. Vivrà il ripudio e la critica dell’altro come un invito ad andare via; oppure supererà il rifiuto mostrandosi ancora più indulgente. E’ un sopravvissuto e dunque non può dire di no. Più non dice di no e più resta legato al guinzaglio che gli altri gli tendono.


Il bambino che alla nascita si posiziona podalico, ci indica che sua madre nutre un sentimento di profonda repulsione per gli aspetti terreni o mondani, considerati troppo vili e bassi. Ci rivela soprattutto una problematica del materno nei confronti della sessualità considerata primitiva o selvaggia. La madre non era pronta per questa nascita e così la mette totalmente in mano a coloro che la stanno aiutando. Ma anche il figlio ha seri dubbi sulla scelta di nascere: madre e figlio sono come due angeli precipitati nel regno delle ombre. Così il figlio si poserà sulla terra con il proprio sedere, per attenuare l’impatto e per mantenere il distacco dalle cose materiali. Spesso nella coppia è il padre che è fortemente innamorato e la madre cerca, con ogni stratagemma, di tenerlo a distanza. Il figlio che nasce avrà un’energia leggera e un immaginario molto fertile, e avrà doti intellettive notevoli, ma sarà molto impacciato negli aspetti quotidiani del vivere. La sua figura non rimane impressa, viene notata scarsamente e non ci si ricorda mai del suo nome. La sua energia è eterea e non ha basi terrestri. Potrebbe diventare un bravo diplomatico (non si deve far mai coinvolgere da una parte) o un infallibile cecchino (non si deve far individuare e deve restare nell’ombra).


Quando il parto è molto complesso e si superano le 12 ore di travaglio, vuol dire che la paura del materno di mettere al mondo quel figlio e legarsi così per sempre all’altro clan, è molto elevata. Non sa decidersi se accettare o rinunciare a questo dono, che porterà su di sé il marchio di quella appartenenza. Sa che alla nascita del bimbo, si manifesterà il legame con l’altra genia, che non è stata da lei accettata. E’ come se la madre volesse questo figlio solo per sé e non accettasse la metà di suo figlio che appartiene all’altro clan; ma proiettare sul figlio l’appartenenza solo alla propria genia, escludendo l’altra, creerà in lui dei grossi problemi. In questo modo la pulsione vitale del bambino sarà quella di tentare di non farsi vedere. La sua sarà una entrata sottotono per non attivare reazioni negative degli altri nei suoi confronti. Si sentirà di dover dare sempre lo spazio agli altri, perché ha il terrore dell’altrui aggressività. Questa non accettazione del lato maschile e del proprio partner, potrebbe far pensare ad una madre omosessuale non dichiarata. Questo non annettere il lato maschile interrompe nel figlio il guizzo dell’intelligenza e alimenta la paura di essere aggredito. In verità si tratta proprio del pensiero aggressivo della madre verso il clan paterno che vorrebbe sterminare e il cui ritorno lo paga proprio il figlio, che viene stranamente fatto segno di bullismo da parte dei compagni.


Quando c’è l’intervento del forcipe o della ventosa, significa che la madre non è disponibile a rilasciare questo figlio nella vita, perché non accetta, né rifiuta il clan del suo partner e dunque rimette la propria azione in mano ad un terzo: il medico o l’ostetrica che l’aiuteranno. E’ necessario l’intervento di un altro elemento per perfezionare la nascita. La pulsione vitale (o energia di entrata) di questo figlio sarà quella di essere completamente autonomo nelle sue cose, ma avrà sempre bisogno dell’aiuto finale di un altro per compiere e concludere ciò che aveva già ideato e preparato tutto da solo.

  • Quando si nasce con il taglio cesareo significa semplicemente che né padre, né madre si sono presi la responsabilità di questo figlio; che viene scaricato nella vita senza lasciare traccia, perché non passa per il canale materno del parto. E’ come se la madre dicesse: “Non ce la posso fare ad affrontare il dolore da sola; tagliatemi pure!” SI accetta il taglio, per non prendersi nessuna responsabilità. Oggi è la stessa struttura sanitaria ad aumentare questa fuga dalla responsabilità di chi non vuole né vedere, né sentire. Una persona nata con il cesareo non prenderà mai la strada che gli spetta, ma dovrà arrivare ai suoi obiettivi percorrendo perigliosi e intricati cammini alternativi e comunque sempre dopo aver chiuso e tagliato i rapporti con la propria famiglia di origine. La sua energia di entrata è ambivalente: o rischia di essere eccessiva oppure assolutamente inconsistente. E’ una problematica connessa al “tutto o niente” che riflette il vissuto della madre che cerca di dimenticarsi del suo stato e scaricare su altri la responsabilità della nascita di suo figlio.

  • Se il bimbo nasce con la camicia (con il sacco amniotico ancora intorno al corpo) significa che riuscirà a mantenere nella vita quella sana distanza dagli altri che gli permetterà di non subire ricatti e fare le proprie scelte con adeguata difesa, rispetto all’invidia e alla gelosia altrui. La madre, in questo caso, si sente un po’ impotente verso il proprio bambino, perché lo avverte con una forza vitale che percepisce ingestibile da lei. E’ un eccesso di protezione della madre verso il figlio che ha cominciato a proteggere prima del tempo. Ma il figlio si mantiene nella sua distanza e si ribella a quell’eccesso di protezione e lo trasforma in una pulsione vitale molto energica. La modalità di entrata sarà una sana distanza da tutto e tutti; non si farà toccare da niente: questa è davvero la sua forza e la sua fortuna.

  • Se siamo in presenza di problematiche di placenta previa significa che il bambino non è sufficientemente ossigenato e dunque c’è il rifiuto del lato paterno. La femmina vuole a tutti i costi il bambino mentre il padre vuole che abortisca. Il bimbo non ha l’appoggio del paterno e soffre questa mancanza. L’energia di entrata da grande di questa persona sarà di grande difficoltà perché avrà sempre bisogno dell’appoggio femminile per muoversi e per essere accettato socialmente.

  • Non si può far nascere un bambino nell’acqua, perché il feto si è formato in una placenta all’interno del liquido amniotico, farlo nascere in acqua significa riconsegnarlo al potere del femminile dal quale sta uscendo. E’ il padre che dovrebbe aspettarlo fuori dal canale, prendendolo in braccio, perché il bambino è pronto all’incontro con il nuovo elemento che è l’aria (e che appunto rappresenta il padre). Accogliere significa permettere all’aria di entrare nei polmoni per la prima volta ed è il dolore di quel primo spasmo a generare il pianto del passaggio ad una nuova esistenza.

  • Se la donna non ha bisogno di nessuno per mettere al mondo il proprio figlio, significa che avrà con lui un legame indissolubile e il bambino avrà molte difficoltà ad acquisire la propria autonomia. La sua entrata nelle cose nuove sarà di portare sua madre sempre con sé.