Cristian Zecca

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LE BELLEZZE DEL SALENTO : LEVERANO - MASSERIA ALBARO

2019-07-16 12:54:30

La Masseria Albaro è una delle tante realtà rurali della zona del leveranese e più in generale del leccese, che affonda le radici in un antico passatosi tratta oggi di un resort con tutti i comfort e tutti i divertimenti che si possono trovare in vacanza, in un posto come questo vicino al mare.

Generalità

La Masseria Albaro è una delle tante realtà rurali della zona del leveranese e più in generale del leccese, che affonda le radici in un antico passatosi tratta oggi di un resort con tutti i comfort e tutti i divertimenti che si possono trovare in vacanza, in un posto come questo vicino a Porto Cesareo, ma sempre nel rispetto della storia di questo luogo: infatti in questa tenuta si trova una chiesa risalente al terzo secolo.

La sua proprietà è passata nelle mani più importanti del sud Italia: dai D'Angiò ai duchi di Brienne, questa chiesa era considerata di primaria importanza, assieme a tutta la tenuta ovviamente.

Descrizione

La chiesetta annessa all'attuale Masseria Albaro risalirebbe intorno al III secolo D.C., anche se alcuni storici ne rifarebbero risalire la nascita intorno al VII sec. D.C., in seguito alla distruzione di altri due casali, Torricella e S. Angelo, per mano di Totila re dei Goti.

La vicinanza al mare ha fatto si che le sue mura vedessero le numerose scorrerie piratesche che tra il medioevo e l'età moderna, hanno tormentato le coste del Salento.

Nel 1266 diventa proprietà di Carlo I d'Angiò, fondatore della Contea di Copertino, per passare due anni dopo a Gualtieri di Brienne, duca di Atene e conte di Lecce, fino al 1373 quando l'acuirsi della guerra tra Giovanna d'Angiò, regina di Napoli, e Francesco del Balzo, duca di Andria, ne causò la distruzione.

Dopo un periodo di totale abbandono, nel Seicento la famiglia Loffreda ne acquisisce titolarità di proprietà e trasforma il complesso in "masseria", aggiungendovi una torre di vedetta e recuperando anche la cappella che viene dedicata a san Vincenzo.

Il complesso nel '700 passa ai Della Ratta che lo tengono nella loro proprietà fino alla metà del secolo seguente.