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L’economia della condivisione

2020-06-16 09:52:43

Condividere: è questa la parola d’ordine che contraddistingue l’epoca che stiamo vivendo.

Tramontati ormai i vecchi ed obsoleti paradigmi economici basati sul profitto individuale, oggi nascono e si sviluppano modelli alternativi basati sul concetto “rivoluzionario” dell’economia collaborativa. 


Una piccola rivoluzione è in atto nella nostra vita quotidiana, ma se non ci fermiamo un attimo a pensarci, potremmo non rendercene conto. Attraverso la Sharing Economy (Economia della Condivisione), oggi siamo in grado di entrare in relazione con altre persone, scambiando beni, servizi e competenze. Il modo in cui questo avviene è diverso a seconda della tipologia di beni o servizi, ma la “ratio” è la stessa: far incontrare domanda e offerta e perfezionare uno scambio che si riveli vantaggioso per entrambe le parti

Nella Sharing Economy, il web riveste un ruolo fondamentale e sono davvero tante le piattaforme digitali che, a fronte di un’iscrizione gratuita, offrono la possibilità agli utenti di trovare una persona con cui condividere un viaggio in macchina, una stanza per trascorrere un breve periodo di vacanza, un divano sul quale dormire una notte, eccetera. 


La rivoluzione della Sharing Economy è ormai in atto e poche persone avrebbero immaginato, anche solo una decina di anni fa, la nascita di un’economia slegata dai concetti di proprietà e possesso e basata invece sul valore della condivisione e dell’accesso ai beni e servizi in maniera meno rigida e strutturata. 

Esistono diversi modelli di Sharing Economy. 


In ciascuno di essi, ciò che fa davvero la differenza è la relazione che si instaura tra le persone, il senso di fiducia che si crea tra gli utenti/iscritti ad una piattaforma di scambio e la nascita e lo sviluppo di una community che fornisce giudizi sui servizi offerti al fine di migliorarne la fruizione da parte di altri utenti.


Un’economia di questo tipo, basata appunto sullo scambio e la condivisione, permette a chiunque di entrare nel Sistema rivestendo il ruolo di consumatore/produttore. 


Il fenomeno Airbnb ha fornito l’occasione a tante persone, come le casalinghe e i pensionati, di mettersi in gioco e imparare i meccanismi del marketing, dell’accoglienza e le regole che stanno alla base di una piccola impresa ricettiva. Nel contempo, Airbnb si è dimostrato uno strumento valido per fronteggiare la crisi economica, attraverso la condivisione e l’affitto di camere e alloggi. 

L’utilità sociale della Sharing Economy è sotto gli occhi di tutti. 


Attraverso sistemi come il carpooling, il cohousing, gli asili di quartiere, i mercati del riuso, non solo si produce reddito, ma si consolidano i rapporti sociali e le reti dei legami, cosa diventata assai importante soprattutto nelle grandi città. Questo modello “fra pari” ha fatto sì che si siano inserite sul mercato economico nuove figure professionali che forniscono servizi. 


Un compito importante del legislatore è e sarà quello di regolamentarle ex novo e non secondo la legislazione tradizionale che finirebbe per penalizzarle. 

L’industrializzazione selvaggia e il capitalismo esasperato hanno provocato i danni che tutti conosciamo bene, inasprendo la rivalità e i conflitti sociali. 


Disastri ambientali e crisi economica dilagante sono lo “scotto” che dobbiamo pagare per gli errori commessi da chi, nel passato, ha pensato che i modelli tradizionali di sviluppo non sarebbero mai stati soppiantati. 


Un’economia che nasce “dal basso”, ma che punta in alto, è la risposta positiva di questo nostro tempo. 


I dati sulla Sharing Economy sono ottimistici: il futuro è di chi impara a condividere, riutilizzare, scambiare.


Tratto dal capitolo 3 del libro “Internet Crea Indipendenza” di Gabriele Visintini

by Cam.TV Staff