Spesso soffriamo più per le nostre paure che per la realtà. Certe cose ci tormentano più del dovuto, certe prima del dovuto, certe assolutamente senza motivo; quindi, o accresciamo la nostra pena o la anticipiamo o addirittura ce la creiamo. Chiedi a te stesso: "Forse mi cruccio senza motivo e mi creo un male che non esiste?”
Il più delle volte, infatti, stiamo in ansia solo per sospetti. È così, mio caro: crediamo facilmente alle supposizioni; non mettiamo a fuoco le cause delle nostre paure; ci agitiamo come quelle persone che si lasciano spaventare da racconti di cose prive di fondamento e di cui non è noto nemmeno l'autore.
Non so perché le paure infondate turbino di più; quelle fondate hanno un loro limite: tutto ciò che è incerto invece è in balia delle congetture e dell'arbitrio di un animo terrorizzato. Perciò niente è così dannoso, così irrefrenabile come il panico. (...) Anche se il timore avrà più argomenti, scegli la speranza e metti fine alla tua angoscia; rifletti che la maggior parte degli uomini si arrovella e si agita, benché non ci siano mali presenti né certezza di mali futuri.
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio