Cinzia Giluni

Founder Starter

TANTI AUGURI A ME

2019-10-11 04:09:09

Di solito x ogni ricorrenza ho sempre scritto qualcosa ma mai l ho fatto per me. Questa volta ho deciso di provare a scrivermi qualcosa

Di solito x ogni ricorrenza ho sempre scritto qualcosa ma mai l ho fatto per me.


 Questa volta ho deciso di provare a scrivermi qualcosa, parlare anche con me visto che è un periodo davvero difficile in cui non riesco a vedere spiragli di luce ne tanto meno vedere del buono in me

 (questo non ci sono mai riuscita).


Come tutte le lettere che ho scritto finora x i miei figli o per la mia mamma anche x me partirò dall'inizio. 

INFANZIA

Sono nata esattamente 48 anni fa e la mia lotta x vivere è iniziata fin da subito. 


Sono nata prematura e a 24ore dalla nascita ho presentato una grave asfissia neonatale al punto che i medici avevano dato poche speranze ai miei genitori, avrei potuto non farcela ma se ce l avessi fatta avrei avuto quasi sicuramente o deficit motori o neurologici. 


Posso solo immaginare l angoscia che hanno vissuto i miei genitori ma fortunatamente x loro e x me i medici si erano sbagliati e contro ogni aspettativa sono stata una bimba precoce visto che a tre anni già leggevo correttamente e a cinque scrivevo. 


La mia infanzia è trascorsa più o meno tranquillamente seppure ne serbo pochi ricordi ma ricordo di essere stata cresciuta sotto una campana di vetro, oggi a distanza di anni ed essendo mamma posso anche capire che dopo aver temuto x la mia incolumità alla nascita probabilmente hanno cercato di proteggermi ma purtroppo questo mi ha fatto crescere con mille paure e mille insicurezze.

ADOLESCENZA

A differenza della mia infanzia la mia adolescenza è stata costellata di traumi e oggi guardando i miei figli che sono adolescenti mi chiedo come ho fatto a non crollare, come ho fatto a sopravvivere. 


All'età di 12 anni ho perso mia mamma,  il mio unico punto di riferimento, l unica persona da cui mi sentivo veramente amata, compresa e la cosa peggiore è che purtroppo io non riesco a ricordarla perché gli unici ricordi che ho di lei sono legati alla sua malattia, al suo ricovero, ricordi vividi, che ancora oggi mi fanno male.


Dopo la sua morte sono stata completamente annullata, annientata, uccisa da mio padre, l.unica persona che mi era rimasta e che speravo potesse essere un punto di riferimento, un conforto, invece è quello che ha finito di distruggere Cinzia abusando di me, al punto che per anni non ho saputo chi fossi e al punto che ho fatto conoscenza con il panico che non mi lascia più da allora, al punto che ancora oggi non riesco a guardarmi, ad amarmi, ad accettarmi.

GIOVINEZZA E PRIMA RINASCITA

La mia giovinezza è il periodo della mia rivolta, il periodo in cui decido di diventare infermiera e questo mi da uno scopo, periodo in cui decido di chiedere aiuto e di fare il mio primo percorso psicologico che mi permetterà di entrare in contatto con me stessa, di comprendere molte cose e in qualche modo di perdonarmi.


Inizio a sentirmi un po padrona della mia vita, delle mie emozioni, almeno ero convinta fosse così ma sicuramente già in quel primo momento feci notevoli progressi decidendo prima di battezzarmi come testimone di Geova nonostante la forte opposizione di mio padre, poi di andare via di casa di mio padre, poi di lasciare i testimoni di Geova, 

MATRIMONIO

Decido poi di concedermi di lasciarmi amare da colui che è poi diventato mio marito. 


Affronto tre gravidanze decisamente non facili: nella prima che dovrebbe essere il momento più felice prendo prima una infezione, poi si sospetta la sindrome di down e quindi la vivo con l angoscia nel cuore. 


Seppure la seconda gravidanza trascorse più serenamente dopo qualche mese dalla nascita di mio figlio fui costretta a ricoverarlo perché non cresceva e non se ne capiva il motivo. 


La terza gravidanza trascorse con il sospetto che io potessi avere gravi problemi cardiaci e alla nascita di mio figlio si sospetta che abbia la fibrosi cistica.

Direi che anche x le gravidanze che dovrebbero essere un momento di felicità così non è stato e ho dovuto lottare x non crollare.


 Ad un certo punto mi ritrovo nuovamente nello stesso tunnel in cui mi ero trovata da ragazza e  seppure in modo diverso da mio padre vengo di nuovo annullata, annientata, uccisa, ma fortunatamente questa volta ricevo anche uno spiraglio di luce, i miei tre figli che mi daranno la forza di lottare, mi consentiranno di risalire e di uscire dal tunnel.

NUOVA RINASCITA

Affronto la mia paura, i miei sensi di colpa, il mio senso di inutilità, il mio senso di incapacità e chiedo aiuto ad un centro antiviolenza, faccio denuncia, inizio le pratiche della separazione e accetto di essere inserita con i miei figli in una casa rifugio. 


Purtroppo le cose anche in questo caso non vanno come dovrebbero, ovviamente x mesi sono costretta a mettermi in aspettativa, la prima sentenza del giudice nonostante la denuncia non è a mio favore, devo quindi ricorrere in appello e decido di accettare una consensuale per paura di perdere i miei figli. 


In tutto quel periodo mi aiuta un nuovo percorso spirituale, quello buddista che mi aiuta a cambiare atteggiamento nei confronti della vita e di me stessa. 


Comprendo che tutto ciò che mi accade è nelle mie mani, che solo io ho il potere di cambiare le cose e capisco l importanza dell essere positivi e dell essere grati anche delle cose negative che ci accadono perché ogni cosa ha un lato positivo seppure a prima vista potrebbe non.vedersi e tutto serve alla nostra crescita.

SEMPRE OSTACOLI

Da quando siamo usciti dalla casa protetta sono passati quasi otto anni e ho dovuto superare tantissimi ostacoli e ho dovuto prendere tante decisioni. 


Ho scelto di lasciare un lavoro a tempo indeterminato che però non mi dava più una entrata sicura senza contare che mi costringeva a non vivere i miei figli, ho subito un primo sfratto, ho scelto di occupare abusivamente un ufficio, inizio a lavorare domiciliarmente spesso anche 48 ore filate e questo mi consente di avere una entrata maggiore per un Po di tempo e decido così di regalarmi e regalare ai miei figli qualcosa che non abbiamo mai fatto e mai avremmo pensato di poter fare, un piccolo viaggio ospiti comunque a casa di amici, dopo quattro anni di occupazione inevitabilmente è arrivato il momento di lasciare quell ufficio che era diventata la nostra casa, mi ritrovo con le spalle al muro, senza sapere cosa fare ma a quel punto intervengono amici, chi mettendomi a disposizione un piccolo appartamento x me e i miei figli nello stesso Borgo dove sono cresciuta, chi mettendomi a disposizione un garage x mettere i miei mobili che negli anni mi erano stati donati grazie ad una catena di solidarietà attraverso fb. 


Quando mi viene offerta la possibilità di ritornare dove io sono cresciuta sinceramente ho avuto un moto di paura, di angoscia ma ho dovuto affrontarla, l idea di tornare nei posti dove avevo sofferto in maniera così profonda mi terrorizzava, ero certa che sarei ripiombata in quel dolore e invece credo che anche questa esperienza mi sia servita per uccidere un Po di fantasmi del passato. 


Doveva essere solo una soluzione temporanea, che sarebbe dovuta terminare a giugno e invece....oggi mi ritrovo ancora qui, mi sento nuovamente in trappola, nuovamente senza vie di uscita, mi sento in difficoltà verso chi mi ha dato un tetto in questi mesi perché il periodo si è allungato notevolmente rispetto a quello previsto, attendo soluzioni che temo non arriveranno mai e questo mi porta a sentirmi una incapace come madre che non riesce a dare stabilità e sicurezza abitativa ai propri figli, negli ultimi mesi ci si è messa anche la salute che non va come dovrebbe e che mi impedisce di lavorare nel pieno delle mie forze e questo mi porta a perdere fiducia anche in me come lavoratrice. 


Non ho mai avuto stima in me stessa, ne come donna, ne come mamma ma ne avevo come infermiera perché so di saper fare il mio lavoro non solo tecnicamente parlando ma anche perché ci metto il cuore

OGGI

Oggi il non riuscire più a fare quello che facevo un tempo mi fa perdere stima anche in questo ambito ma oggi che è il mio compleanno ho deciso di scrivere per cercare di trovare del buono in me, voglio regalarmi un Po di bene ed ecco perché ho voluto fare una lunga carrellata delle mie vicissitudini perché scrivendole e rileggendole potessi individuare che non sono completamente una nullità, che alla fine ho dovuto superare tanti ostacoli, forse più di quelli che avrei mai pensato di dover superare e sembra non sia ancora finita.


 Non so se riuscirò mai a trovare un Po di serenità seppure lo spero di cuore non solo per me ma anche per i miei figli ma certo è che continuerò a lottare sempre finché avrò forza. 


Quindi concludo questa lunga lettera a me stessa invitandomi a imparare a volermi bene, a non focalizzarmi su tutte le cose sbagliate che sicuramente faccio ma a focalizzarmi su tutto quello che ho fatto fino ad oggi, che non è scontato, che avrei potuto benissimo gettare la spugna mille volte e invece non l ho mai fatto, che ho il diritto di ricevere amore soprattutto da me stessa e anche dagli altri, che anche se non mi rimane automatico farlo se analizzo la mia vita non posso non rendermi conto che c è del valore in me quindi chiudo questa lunga lettera mentre verso fiumi di lacrime provandomi a dire che mi voglio bene.