Cinzia Giluni

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QUALCOSA DI ME

2019-04-29 15:20:45

PARTE 2

IL MIO PERCORSO SPIRITUALE

Vivendo in Italia nasco cattolica e seppure i miei genitori non erano praticanti io lo fui fin da subito. Andavo in chiesa tutte le domeniche, leggevo in chiesa, cantavo in chiesa e ad un certo punto iniziai ad aiutare anche nell'insegnamento del catechismo, in quell'ambiente mi sentivo veramente a casa, lo sentivo il mio ambiente senza contare che ero convinta che tutto quello che mi era successo e continuava ad accadere fosse una prova di Dio per testare la mia fede e quindi più stavo male e più sentivo che dovevo dedicarmi alla chiesa.


Ad un certo punto un testimone di Geova bussò alla mia porta e seppur con titubanza (dovuta al fatto che non sapevo decidere, avevo paura di quello che avrebbe pensato, detto o fatto mio padre), decisi comunque di ascoltare quello che aveva da dire anche perché ero curiosa di capire il motivo per cui fossero additati. Ascoltai con cuore pronto all ascolto e quello che sentii mi piacque. Iniziai così uno studio biblico. Non entro nei particolari perché sarebbe troppo lungo ma non fu di sicuro un percorso facile visto che ebbi molta opposizione da parte di mio padre. Quando riuscii a trovare un minimo grado di autonomia psicologica tutto fu più scorrevole ma a quel punto cambiò qualcosa dentro di me.

Iniziai a sentirmi dentro una prigione, ebbi la sensazione che mi stavo liberando dalla prigione di mio padre ma mi stavo imprigionando da un.altra parte e così nonostante negli anni precedenti avevo lottato duramente per battezzarmi come testimone di Geova e diventare una pioniera regolare decisi su due piedi di mollare tutto. 


Dopo aver lasciato i testimoni di Geova per circa dieci anni sono stata in un limbo in cui da una parte sentivo il bisogno di credere in qualcosa e dall altra la convinzione che qualsiasi scelta avessi fatto a meno che non fosse quella di ritornare con i testimoni di Geova mi avrebbe portato verso il maligno.

Quando decisi di separarmi avevo decisamente toccato il fondo, non sapevo più chi io fossi, non mi riconoscevo più sotto nessun punto di vista.

Per caso grazie ad una amica mi avvicinai al buddismo di Nichiren Daishonin, inizialmente lo feci davvero in punta di piedi, piena di paure, poi pian piano iniziai ad avere dei benefici, iniziai a prendere consapevolezza.di me stessa, il mio modo di pensare iniziò a cambiare, il mondo intorno a me iniziò a cambiare, le persone che mi circondavano erano diverse ma in realtà quella che stava cambiando ero io. 


Dopo aver ricevuto il gohonzon continuai la pratica per un anno o poco più fino a quando non mi resi conto che non era tutto oro quello che luccicava, quello che mi aveva avvicinato al buddismo e cioè la libertà di essere se stessi e il non sottostare a imposizioni date dagli altri in realtà non corrispondeva alla realtà, perché anche qui iniziai a sentirmi in una trappola fatta di regole e schemi che non facevano assolutamente per me.


Decisi così di lasciare anche il buddismo e per qualche anno ho sentito dentro di me la necessità di trovare una via, una luce.

Oggi credo di aver raggiunto il mio equilibrio, la cosa certa è che non desidero uniformarmi a nessuno schema, a nessuna religione, mi ritengo una credente nel senso che credo che esista un Dio in quanto creatore ma allo stesso tempo credo anche che tutto è nelle nostre mani e nelle mani di nessun altro nemmeno di Dio. Credo nel pensiero positivo, credo che ogni persona che entra nella nostra vita ha un determinato ruolo, credo che ogni cosa che ci accade per quanto negativa ha la sua utilità quindi credo che ogni cosa ha il suo lato positivo, ci sono cose in cui è facile trovarlo, altre in cui è più difficile, altre dove pensiamo sia impossibile trovarlo ma sicuramente c è, basta solo cercarlo.