Cinzia Alfieri

Per afferrare l’autentica natura del tempo l’orologio non è sufficiente.

2019-05-11 14:40:22

Partiamo da un’opera d’arte

Tra le più celebri opere del pittore spagnolo Salvador Dalí, vi è senza dubbio quella degli orologi “molli” o “liquefatti”. L’orologio è lo strumento meccanico più diffuso per misurare in modo oggettivo lo scorrere del tempo. Esso indica il movimento di un corpo in base a quello della terra. Il passaggio di tempo quindi, è un movimento nello spazio. Questo profondo legame tra tempo e movimento si manifesta comunemente nella vita di ogni giorno, quando ci capita di esordire con espressioni del tipo: “quanto vorrei fermare il tempo!”. Allo stesso modo Dalí deformando i suoi orologi, oltrepassa la razionale idea del tempo intesa come dimensione meramente fisica e spaziale, e va incontro ad una percezione soggettiva e psicologica.

La memoria

Infatti,il tempo misurato unicamente in maniera oggettiva non rende conto, ad esempio, della   memoria, che dello scorrere del tempo da una rappresentazione diversa e, in un certo senso, deformata poiché strappa le cose al nulla, cioè al loro “non essere più” e le fa persistere nella conoscenza in cui vivono non come passato, bensì come tracce di presente.

Non solo arte, ma anche cinema...

- Il tempo che passa mi dà fastidio. Si dovrebbe poter dire “ Quanti anni hai? Quaranta? Trentotto? Ok, adesso ci fermiamo”-

Massimo Troisi