CB-Romanzi Christian Biasi - Autore

Le due metà del Libro

L'ISPIRAZIONE STORICA E IL SEGRETO DELLE SPADE ULFBERHT

2021-02-04 19:18:58

Qual è l'ambientazione storica e la straordinaria tecnica metallurgica, che hanno dato ispirazione per la stesura del nuovo romanzo “La Spada di Ulfberht”?

Anno 843 d.C.: una guerra intestina, durata tre lunghi anni tra i Re dei Franchi, ha logorato le forze dell'Impero Carolingio, e spianato la strada alle incursioni, che ormai da più di mezzo secolo sono sferrate dai temibili guerrieri del Nord, che comunemente conosciamo con il nome di Vichinghi.
I tre fratelli che reggono le sorti dell'Impero Carolingio, si sono combattuti con accanimento e spregiudicatezza. Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo hanno sconfitto Lotario I e con il trattato di Verdun arrivano ad un accordo che spacca per sempre l'Impero, che era stato portato alla massima espansione e splendore da loro nonno, Carlo Magno.
A Ludovico il Germanico viene assegnato il Regno dei Franchi Orientali, comprendente gran parte della Germania odierna, il nord della Svizzera e i territori fino alla Carinzia. Lotario I regnerà sulla Lotaringia, che dalle Fiandre include le terre che arrivano fino alla Provenza, e la Svizzera Occidentale e il Regno d'Italia. Carlo il Calvo dal trattato ottiene la sovranità sul Regno dei Franchi Occidentali, che è costituito dai territori dell'attuale Francia, a partire dalle valli della Mosella e del Rodano, verso occidente.



Ma in questa situazione di divisione e incertezza, le stesse fondamenta dell'Europa sono scosse da avvenimenti che portano terrore e sgomento, da Nord a Sud, da Est a Ovest, e che non sono causati solamente dalle battaglie fratricide più violente dell'Alto Medioevo, che sono state combattute tra gli eserciti dei tre fratelli.
Una ribellione dei Sassoni, che hanno appoggiato Lotario I, passata alla storia come la Rivolta degli Stellinga, è stata soffocata nel sangue da Ludovico il Germanico.
La breccia aperta dalla debolezza dei Regni carolingi ha facilitato la presa di Nantes, dove tremila Vichinghi compiono quella che è stata chiamata la ''Mattanza di Nantes'', nella quale sterminano praticamente l'intera popolazione della città durante le festività per di San Giovanni.
La stessa Roma si salva a stento dall'assedio dei Saraceni, che avevano risalito il Tevere e che stanno conquistando anche la Sicilia e preso possesso di Messina.
Nella cornice di questo anno dell'Alto Medioevo, piuttosto “movimentato”, hanno preso vita i personaggi del romanzo “La Spada di Ulfberht”. Un giovane straniero cresciuto tra i Vichinghi di Gotland, un monaco benedettino originario di Brema, e una “strega” sassone, sono coinvolti nella ricerca e la soluzione del mistero dell'acciaio delle spade di Ulfberht, uno dei segreti mantenuti più gelosamente dai Regni dei Franchi.

Ma qual era nella realtà questo segreto?

Era la straordinaria tecnica metallurgica delle spade Ulfberht, che mi ha dato ispirazione per il progetto di questo nuovo romanzo.
Nell'antichità i minerali di ferro erano fusi bruciando carbone di legna in fornaci alte un metro e con una camera interna di trenta cm di diametro, dove alcuni mantici azionati manualmente, e disposti attorno alla fornace, introducevano forzosamente l'aria per aumentare il calore di combustione.
Non riuscendo però a raggiungere la temperatura di fusione del ferro, che è di 1535°C, i fabbri non potevano ottenere ferro liquido, da poter versare in stampi, ma il risultato era una pasta di ferro dolce, piena di impurità.
Nel processo di estrazione del metallo dai minerali, il carbone aveva la funzione di far raggiungere alte temperature, e nel contempo ridurre gli ossidi di ferro dei minerali in ferro metallico, a partire dai 700-800°C, quando carbone e ferro si combinavano per reazione, formando la lega ferro e carbonio, che però non era ancora acciaio.
Come abbiamo detto si otteneva una pasta di ferro dolce che conteneva molte scorie e poca lega di ferro e carbonio, e che poi era forgiata dai fabbri per mezzo della battitura a caldo, in modo da eliminare le impurità e compattare la massa, ottenendo il ferro dolce, che però non aveva resistenza e poteva essere piegato facilmente.
Per ottenere un acciaio di qualità, i fabbri avrebbero dovuto poter raggiungere temperature più alte, in modo da arricchire il ferro dolce con una percentuale di carbonio (minore del 2%).
Quindi in Europa, per tutta l'antichità e il Medioevo, e ancora dopo, fino al XIX sec., l'acciaio non poteva essere ottenuto in una sola lavorazione, ma necessitava di varie fasi di trattamenti meccanici, e tuttavia non aveva una qualità così alta.
Il ferro dolce veniva quindi temprato, raffreddando di colpo il manufatto incandescente in acqua o olio, ma doveva poi essere riscaldato di nuovo e raffreddato ancora, per non risultare fragile.
La lavorazione poi procedeva riscaldando l'acciaio ottenuto, e lavorandolo meccanicamente per battitura, taglio, piegatura e altro, dovendolo portare ogni volta a temperatura per poter proseguire la lavorazione, in un procedimento lento e difficoltoso.
Ma la perizia dei fabbri permise di ottenere dei manufatti che, comunque, nonostante l'acciaio di partenza non fosse così eccezionale, nel tempo erano stati sempre migliorati, come le spade dell’Europa medievale, che si evolsero dalle spade celtiche in acciaio, di cui erano famose quelle del Norico, fino ad ottenere delle armi più forti e resistenti.

In questa cronaca sulla lavorazione del ferro, però nel IX sec. troviamo una notevole eccezione: l'acciaio delle spade Ulfberht!

Queste spade di fattura carolingia, che da principio si ritenevano essere state forgiate da fabbri Vichinghi, invece avevano una struttura del metallo che, confrontata grazie alle moderne strumentazioni, risulta avere le stesse caratteristiche che si ottennero solo dal XIX sec. . Ovvero mille anni più tardi!
Ma quale era quindi il segreto di questo acciaio e delle spade con la dicitura Ulfberht ribattuta sul forte della spada?
La ricostruzione fatta dagli storici e dai tecnici che hanno potuto analizzare il metallo e poi comprovata da espertissimi fabbri moderni, era che veniva usata le tecnica del crogiolo, che permetteva di raggiungere una temperatura superiore per la fusione del ferro, arricchendolo al tempo stesso del carbonio necessario per ottenere quel prodigioso acciaio.
In un contenitore di alta resistenza al calore, veniva messo il minerale di ferro, della polvere di carbone, nonché sabbia e vetro. Il crogiolo veniva poi sigillato e messo nella fornace per una giornata intera, fino a che quando veniva estratto, il ferro era fuso in forma semi liquida e si era mescolato al carbonio, così da poter essere versato in uno stampo e ricavarne un lingotto di acciaio direttamente.
Dal lingotto poi il fabbro otteneva con la classica lavorazione una lama per battitura a caldo, che provvedeva a modellare e temprare, ottenendo così un'arma prodigiosa per il tempo, poiché il suo acciaio aveva un contenuto di tre volte maggiore di quello di una normale spada.
Per il possesso di queste spade vennero combattute battaglie, pagate cifre enormi, stipulati accordi, come per esempio riferiscono gli annali di San Bertino, della richiesta da parte dei Saraceni di 150 spade Ulfberht, nel 869 d.C. , come riscatto per il rilascio del Arcivescovo di Arles.



Questo tecnica e queste spade che agli occhi dei guerrieri Medievali, in particolare di quelli Vichinghi, tuttavia intrisi di mitologia e credenze pagane, queste spade dovevano avere un'aurea di magia che forse ha dato luogo, insieme alla tradizione delle leggende celtiche, ai racconti sulle famose spade dei poemi medievali, che ci narrano di Excalibur di Re Artù o della Durlindana di Orlando.
In questo contesto ha preso forma il mio nuovo romanzo con un giovane franco cresciuto tra i Vichinghi di Gotland, un monaco benedettino di Brema, e una “strega” sassone, che sono coinvolti nella la soluzione del mistero dell'acciaio delle spade di Ulfberht, tenuto gelosamente nascosto dai sovrani dei Franchi, con editti di pena di morte per chi ne trafugasse il segreto, o le spade con esso prodotte in un'importantissima abazia.
Ancora una volta la ricerca storica è stata la base della stesura di una trama che però ha necessitato anche di ulteriori approfondimenti tecnici, per capire le caratteristiche di questa tecnica metallurgica che è il vero e proprio motore narrativo.
Potremo schematizzare così l'organizzazione del lavoro:
Ricerca storicaApprofondimento tecniche di metallurgia → Utilizzo delle informazioni e della conoscenza acquisita per la stesura della trama.

La Spada di Ulfberht, romanzo di Christian Biasi
Dal mistero delle prodigiose spade Ulfberht, forgiate con un acciaio in anticipo di mille anni sulle tecnologie dell'Alto Medioevo, prende spunto un romanzo aderente alla realtà storica, ma arricchito da elementi del folklore vichingo, tanto cari all'immaginario collettivo sulle terre del Nord
by Christian Biasi