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U(ma)nità a due. Per una filosofia della re(l)azione.

2019-03-21 09:27:07

Lo scopo del libro, dichiarato già nel titolo - per il gioco verbale di unità-umanità - è che il genere umano non è compiuto se non nell'uomo e nella donna presi insieme. Questa frase di Maritain - uno dei numerosi pensatori citati nell'opera, che ripercorre la storia della RELAZIONE UOMO / DONNA nella filosofia sin dai primi filosofi greci - è il faro che illumina la ricerca dell'Autrice, come da lei stessa precisato in prefazione.

Il libro di Miriam Rocca è di lettura scorrevole e piacevole, di sole 99 pagine nonostante il tema impegnativo e l'approccio filosofico... che non poteva mancare, se vogliamo ridare dignità al discorso recentemente avvilito dalle teorie sul gender che imperversano nell'epoca del relativismo e della dissoluzione dei valori, civili e purtroppo anche umani.

La base di partenza del discorso è chiara a tutti: maschio e femmina, mascolinità e femminilità, la dicotomia intrinseca alla natura di tutte le specie animali, anche dell'uomo.

Mentre però negli animali tale dualità è connaturata alla riproduzione della specie, negli uomini è stata anche fonte di ispirazione, generando capolavori d'arte e letterari. Questo perché l'uomo, per grazia (o per castigo) di... "Dio", è animale raziocinante e sentimentale, usa l'intelletto caro a Kant, dal quale fa derivare la stessa morale. Fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza, secondo la citazione del sommo poeta, tanto abusata quanto sempre superbamente valida. Non si può relegare il discorso a Marte e a Venere secondo un pragmatismo americano che si traduce pure in best seller. Meglio restare sul nostro pianeta ed essere realisti.

Volendo vedere le differenze anche estreme tra i due sessi, si può parlare di complementarità, quale elemento di unità e di elevazione spirituale. Al punto che è nella differenza di genere la "prova del nove" di come si considera il prossimo, l'altro da sé, in un'etica di condivisione (Kant, Voltaire, Rosseau, Fichte, Kirkegaard) o anche solo di civile sopportazione (Schopenhaier, Nietzsche, Weininger). Ma già il nostro Seneca diceva che l'uguaglianza della donna rispetto all'uomo deve tener conto delle differenze e delle inclinazioni del genere sessuale di appartenenza. Un'eguaglianza nel rispetto - e anzi valorizzazione, come sottolinea l'Autrice - delle differenze. Perché non è tanto, nella specie umana, una necessità corporale, quanto un bisogno di unione intellettuale, spirituale e morale.

Ecco perché è importante la fedeltà al proprio genere, anche per opporci alle nefaste teorie del gender che vedono l'identità sessuale dell'individuo come socialmente costruita e fluttuante tra il maschile e il femminile, transitando per tutte le possibilità intermedie. E di tale incertezza di genere si vorrebbe poi caricare i figli in certi progetti sull'adozione. Ma il minore ha il diritto naturale di avere come genitore un padre e una madre, uomo e donna, maschio e femmina! Ribadire questa dualità non è solo recuperare il l buon senso, ma anche reagire alla faciloneria che va oggi di moda di trattare temi importanti come matrimonio gay, oltre alle condizioni per l'adozione, e l'accesso alla tecnologia riproduttiva non naturale, dimenticando le differenze.

Uguaglianza ontologica tra uomo e donna nei diritti ma anche nella esaltazione delle differenze. Complementarità, quindi, in una parola, che viene ripetuta in tutto il libro. E quale migliore parola per rendere il concetto.

Nell'accettazione dell'alterità è la chiave della valorizzazione dell'individuo e del suo genere, e viceversa. Complementarità è infatti un termine dinamico, che dà l'idea di darsi all'altro e del ritornare in se stessi, in un ciclo continuo come nel noto simbolo del cerchio Yin e Yang dell'antica filosofia orientale. Un'accettazione dell'alterità e delle differenze che non c'è mai stata nella storia, essendo stata la donna sempre relegata a un ruolo subalterno al maschio in pressoché tutte le comunità umane (il matriarcato sta sul confine tra mito e realtà, tra leggenda e storia). Anche tale aspetto storico e antropologico l'Autrice non manca di toccare.

Alla fine del lavoro l'Autrice osserva e precisa che il discorso sul genere non assorbe mai quello dell'individuo, che viene prima di tutto: il rispetto della persona in se stessa, di qualunque genere, anche transessuale, androgino, neutro, ermafrodita che fosse, è la base di ogni civile convivenza.

Un libro che potrebbe essere intitolato "filosofia della relazione", ma anche filosofia della reazione... alla mai tramontata visione della subordinazione di un genere rispetto all'altro, che nasce da un approccio sbagliato del genere maschile a discapito di quello femminile. Dobbiamo invece recuperare la nostra U(MA)NITA' nel rispetto della differenza, misura di progresso civile e motore di sviluppo sociale.

Milano, 19.10.2015                          avv. Giovanni Bonomo - Candide C.C.



U(ma)nità a due. Differenze e identità di genere, di Miriam Rocca, Ed. If Press, 2014. Acquistabile su Amazon: https://www.amazon.it/nit%C3%A0-due-Differenze-identit%C3%A0-genere/dp/8867880209