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L'ardore di vivere
Quando anche solo per un momento smettiamo di credere alle indicazioni che la mente ripete a se stessa, l'orizzonte si espande e si scorge qualcosa che non si era notato fino all'istante prima.

Riconoscere e accettare
Si fatica a riconoscere e accettare che le difficoltà siano frutto di ciò che noi stessi abbiamo costruito e stratificato negli anni, eppure è così.
Il "posto" in cui si presume di perdere la felicità, o in cui la si cerca, non è mai veramente esterno a noi ma è sempre continua proiezione di quello che alimentiamo dentro.
Allenare lo sguardo
La nostra vita è un caleidoscopio di stati d'animo, pensieri ed emozioni attraverso i quali sbirciamo appena frammenti di verità.
Ciò che vediamo è dunque filtrato, cambia in base al punto di osservazione, dipende dall'ampiezza del nostro sguardo.
La curiosità e Il coraggio che osano scrutare un po' oltre la linea del visibile e del sicuro comportano un primo salto...
Perciò, dove non si riesce a vedere, anziché fermarsi e rinunciare, è necessario allenarsi ad immaginare, e dove non si immagina a sognare, accettando che il sogno non sia meno degno di nota della realtà intesa come tale, e perciò fidandosi, ed allungando il piede su un immaginario appoggio, stavolta senza presumere che il sognatore sia più vero del sogno e viceversa.
Una danza dunque, in cui rendersi compagni il visibile e l'invisibile (agli occhi).
Gli strumenti
Ciò perché la mente è uno strumento allenato a cercare soluzioni con i soli dati di cui dispone, ma servono altri mezzi per riconoscersi lo spazio per vivere una buona vita.
Serve gettare un ponte che colleghi il presente alla visione futura e serve lastricare ogni centimetro con cure amorevoli, un passo dopo l'altro.
Lottare per mantenere la rotta sviando i flutti del ripensamento, non cedere alla stanchezza, e, quando tutto sembra perduto, ritrovare quell'appiglio immaginario dentro di sé e scoprire che, per disegnare concretamente un'esistenza, nulla è più forte, irrinunciabile e inestinguibile dell'ardore di vivere, quando ci si concede di sentirlo e lasciarsi guidare da esso soltanto, anche solo un istante.
E se in tutto ciò è possibile accompagnarsi ad almeno un complice il gioco sarà fatto.